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![]() La Punta Thurwieser |
Regione: Trentino Alto Adige (Bolzano) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Retiche - Gruppo Ortles Cevedale Provincia: Bolzano Punto di partenza: Valfurva - Rifugio V Alpini Versante di salita: E-N-E Dislivello di salita: 774 m - Totale: 1842 m Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 7,00 h Periodo consigliato: Giugno-Settembre |
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Una tra le più belle e ardite montagne delle Alpi, soprattutto per l´ambiente che fu teatro delle vicende della Grande Guerra: la linea del fronte passava anche su questa vetta per continuare poi lungo la cresta di Backmann e giungere fino alla Cima di Trafoi e oltre. L’ambiente isolato e il terreno spesso friabile e insicuro rendono abbastanza impegnativa questa salita ma il panorama delle cime circostanti – dallo Stelvio all’Ortles, al Monte Zebrù, Gran Zebrù, Tredici Cime e via fino al Bernina – le conferisce un qualcosa di unico e grandioso. Il costante ritiro di ghiaccio e neve degli anni recenti fa sì che sia preferibile fare il “giro” per il Grande Cono di Ghiaccio, evitando di risalire il canale che porta direttamente al Passo Thurwieser: è necessario, quindi, calcolare un’oretta in più di salita (4-4,30 ore), ripagata sicuramente dalla tranquillità di evitare possibili scariche di sassi.
Accesso stradale: da San Nicolò Valfurva deviare per la Val Zebrù (segnaletica) raggiungendo la frazione Niblogo (parcheggio e, in stagione, servizio navetta fino alla Baita del Pastore: informarsi). Da Niblogo si segue (a piedi o con la navetta) la lunga strada sterrata che porta al Rif. Campo e quindi alla Baita del Pastore (m 2100 circa); qui la stradina diventa più ripida, poi sentiero che conduce al Rifugio V Alpini.
Dal Rifugio V Alpini (2878 m) si sale in breve sul belvedere soprastante da dove si guadagna la Vedretta dello Zebrù che si risale fino alla parte centrale, facendo attenzione ai crepacci. Giunti al suo tratto mediano si deve decidere per una delle due possibili alternative di salita: A. proseguire gradualmente verso la propria sinistra, in direzione dell’evidente canalone nevoso che scende dal Passo Thurwieser, portandosi alla sua base (attenzione ai crepacci!) superando la crepaccia terminale spesso molto aperta; quindi, risalirlo completamente (45° max.) fino al Passo della Thurwieser (m 3480); il canalone richiede molta attenzione a causa del possibile ghiaccio vivo e, specie a stagione inoltrata, degli affioramenti rocciosi che rendono la progressione alquanto precaria (attenzione anche alle scariche di sassi); B. proseguire nel mezzo della vedretta, risalire la parte centrale più ripida e puntare direttamente al Passo dell’Ortles (m 3353) che si guadagna risalendo il pendio finale, nevoso o roccioso a seconda della stagione (resti di opere belliche): stupendo panorama sul versante nord dell’Ortles e zona Passo dello Stelvio; risalire la cresta rocciosa di sinistra che, con tratti di neve anche ripidi, porta alla sommità del Gran Cono di Ghiaccio (m 3530), da dove si scende facilmente al Passo della Thurwieser (m 3480): magnifico panorama cui si aggiunge l’ardito profilo della Cresta di Baeckmann, teatro di aspre contese e di immani fatiche, tra gli Alpini del Tenente Guido Bertarelli (V Rgt.) e i Kaiserjager. Traversata la sella nevosa fin dove termina la neve - più o meno affilata a seconda della stagione e della quantità di neve - si inizia la risalita della cresta nord-est che è inizialmente abbastanza larga e poco pendente, ma poi diventa ripida (max 55°) e aerea (in primavera può essere coperta da neve, mentre in stagione avanzata è rocciosa (Dolomia dell’Ortles, fratturata e instabile, richiede passo sicuro e abitudine alla progressione delicata). Lungo il percorso si trovano alcuni spit recenti, intervallati da soste su vecchi chiodi con cordini da verificare. Quando la cresta si adagia, un ultimo breve tratto su facili roccette conduce alla vetta (m 3652), dove ancora si notano resti delle installazioni della Grande Guerra.
Ripercorrere con attenzione la cresta (sono possibili tre-quattro corde doppie) fino al Passo della Thurwieser. Da qui, per maggiore sicurezza (l’orario avanzato sicuramente rende pericolosa la discesa per il canalone), è preferibile risalire alla cima del Gran Cono di Ghiaccio (m 3530) e scendere lungo la cresta E fino al Passo dell’Ortles e quindi sulla Vedretta dello Zebrù, lungo la quale si rientra al Rifugio V Alpini.
Alpinismo e storia si uniscono anche su questa bella cima, dove uomini di tempra eccezionale, al di là della nazionalità, soffrirono pene inaudite per conquistare ardite montagne e difendere la loro patria: ancora oggi si respira l´assurdità di quella guerra che rese celebri queste montagne ed i suoi eroi.
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Gran Cono di Ghiaccio | Tratto sopra la cresta di neve | In cima |
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