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![]() L´ Hochschijen durante l´ avvicinamento. |
Regione: Estero (Estero) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Estere Svizzere Provincia: Estero Punto di partenza: Goschenenalp (q. 1783 m), Goschenental, Canton Uri Versante di salita: S Dislivello di salita: 850 m - Totale: 1700 m Tempo di salita: 6.00 h - Totale: 8.30 h Periodo consigliato: fine maggio- ottobre |
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Sebbene recentemente riattrezzata a spit, la Cresta Sud dell´ Hochschijen non ha perso la sua anima alpinistica, non per nulla è piuttosto frequentata dai corsi Cas, e non solo, tant´è che spesso risulta addirittura sovraffollata. Ciò nonostante, la bellezza dell´ arrampicata, l´ incomparabile scenario in cui è immersa e le difficoltà relativamente contenute, ne fanno un´ ascensione estremamente suggestiva, da non perdere.
Da Milano Autostrada dei Laghi in direzione Como-Chiasso. Superata la dogana si prosegue per il Passo del Gottardo, imboccando la galleria al termine della quale si esce a Goschenen. Seguire quindi le indicazioni per Goschenenalp e risalire la valle fino al suo termine (circa 10 Km), ampi parcheggi con parchimetro: necessari franchi svizzeri in moneta. Se non si dispone della Vignetta autostradale, la si può acquistare alla dogana di Brogeda, Como, oppure, in alternativa, seguire le Cantonali, valicare il Passo del Gottardo e discendere ad Andermatt prima e Goschenen poi.
Dal parcheggio si prende il sentiero per la Bergseehutte, che dopo alcuni tornanti pianeggia aggirando un costolone roccioso, attraversa una zona umida ed infine risale con innumerevoli tornanti un ripido pendio giungendo, poco prima del rifugio, nei pressi di un evidente croce (1.20 ore). Abbandonato il sentiero principale, si seguono a destra le tracce marcate bianco/blu che si inoltrano nella pietraia. Quando i segnavia iniziano a scendere per poi risalire verso sinistra, si prosegue in orizzontale (ometti), arrivando ai contrafforti inferiori dell´Hochschijen. La base della cresta va aggirata da destra, per poi risalirla da dietro lungo tracce di sentiero che portano all´attacco, dal quale si presenta piuttosto ampia e non ben definita, spit di partenza. (2.15 ore complessive). L1: Trascurando gli spit di sinistra, si sale obliquamente verso destra, per rocce semplici, fino ad un primo muretto (spit) superabile a sinistra (fessura) o a destra (placca). Si prosegue quindi lungo una fessura (3 spit), o sulla placca poco sotto, fino alla comoda sosta, anellone cementato e spit. III, 30 mt. L2: Dalla sosta ci si sposta leggermente a destra per risalire un vago canale con fessure e lame verticali, qualche spit, eventualmente integrabili con friend medio/piccoli, che proseguendo diviene più netto. Arrivati ad una cengia si risale a sinistra (spit) fino alla sosta, poco sotto una grande placca, anellone cementato con spit. 3b, 30 m. L3:Con facile passo di aderenza si sale a sinistra, sulla placca, fino ad uno spit da cui si traversa sinistra orizzontalmente di un paio di metri per riprendere verticalmente su lame superficiali, spit, più semplice stando leggermente a destra. Sosta su comodo terrazzo con anellone più spit. IV, 25 m. L4: Si continua ancora per estetiche placche fino a raggiungere la sosta S4, provvista di anellone cementato e spit. IV-, 30 m. L5: Dalla sosta si sale ancora per qualche metro fino al termine delle placche (III), quindi si aggira sulla destra il masso terminale per poi scendere di un paio di metri (facile ma esposto, II) e proseguire in cresta fino a guadagnare un piccolo pianoro, dove eventualmente è possibile allestire una sosta intermedia, consigliabile data la lunghezza del tiro e i giri complicati della corda che finiscono per creare forti attriti. Dallo spiazzetto, si scende di qualche metro a sinistra (II, esposto) fino ad una cengia con tracce che aggira i due successivi torrioncini. Ripreso il filo di cresta, si supera uno spuntone e quindi si scende (esposto, II+) ad un terrazzino dove è posto un ancoraggio per doppia. Scomodo recupero del compagno e bella vista sulla placconata del tiro successivo, all´ apparenza più difficile di quanto in realtà non sia. Si effettua una doppia di 15/20 metri ad un netto intaglio, sostando sul lato opposto, anello cementato e vecchio chiodo con anello. In caso di necessità il ripido canale sulla sinistra, senso di marcia, può costituire una via di fuga. L6: Stando inizialmente a destra, si rimonta un vago diedro su rocce rossastre, rientrando poi a sinistra (IV,spit) e affrontare la successiva bellissima placconata, IV+, leggermente appoggiata, arrampicando in parte in aderenza ed in parte sfruttando le nette ma strette fessure che la solcano. Sosta su due spit. 40 m,6/7 spit. L7: Su rocce più semplici (III), si sale obliquandio a destra lungo una serie di lame che portano alla sommità della placconata, 1 spit, per poi discendere qualche metro alla sosta posta sotto ad un tettino, spit e chiodo con cordino. III, 20 m. L8: Spostandosi a sinistra, per breve placchetta fessurata si riguadagna il filo di cresta (III), lungo il quale si procede facilmente (II) sino ad un intaglio. Vi si discende (II+,esposto) e si rimonta l´ opposto spigoletto (spit) al termine del quale ci si cala di qualche metro alla sosta di due spit. 30/40 m. L9: Dall’intaglio si affronta il bello speroncino che lo fronteggia (IV+, 2 spit facilmente integrabili), o la placca appoggiata alla sua destra (IV-), per poi continuare su rocce più semplici fino ad un terrazzo, sosta su spit. 30 m. L10: Dalla sosta ci si sposta leggermente a sinistra, prendendo una rampa rocciosa larga una trentina di centimetri che sale obliqua da sinistra a destra. La si segue fino allo spit, quindi si inverte il senso di marcia e per placchetta ben appigliata aggirando a sinistra il torrione che costituisce l´anticima, si raggiunge la vetta. Sosta su due spit a lato della scatola contenente il Libro di vetta.
Dalla vetta, ancorandosi al cordone attaccato alla scatola del libro di vetta, si effetta una breve doppia ad un´ampia sella, da cui con altre tre di 15/20 attrezzate con placchetta e anello, si arriva ad una cengia. Con mezze da sessanta è possibile effettuarne una sola, ma ci sono alte probabilità che le corde si incastrino, perciò è meglio seguire le implicite indicazioni di chi ha predisposto la discesa. Dalla cengia parte un ripido sentierino su roccia e sfasciumi che in breve riporta alla pietraia. Tenendosi a destra, si scende verso il rifugio (inizialmente qualche ometto) ritrovando le tracce del sentiero parzialmente seguito all´andata marcato bianco/blu.
Benchè riattrezzata, la chiodatura è rimasta di tipo alpinistico, pertanto ´lunga´, sicchè è consigliabile portare qualche friends medio piccolo per eventuali integrazioni. Soste tutte attrezzate, tranne quella da approntare su spuntone nel caso si volesse spezzare il quinto tiro. Dall´ ottavo, a sinistra della cresta, è invece possibile vedere la via di discesa con i nuovi ancoraggi, che potrebbe costituire una alternativa all´ itinerario proposto in quanto ben spittata (III/IV)
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Prime lunghezze | La placca del sesto tiro | Vetta. |
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