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L’itinerario dal Bivacco Bottani-Cornaggia |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Masino Provincia: Sondrio Punto di partenza: Poira di Dentro (q. 1077 m) Versante di salita: SE-ENE Dislivello di salita: 1563 m - Totale: 3126 m Tempo di salita: 4,15 h - Totale: 8,00 h Periodo consigliato: estate - inizio autunno |
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Con questa denominazione vengono indicate genericamente le elevazioni del lungo crestone roccioso compreso tra il Passo del Colino e il Monte Sciesa, sullo spartiacque Valle dei Ratti – Valtellina, a N di Morbegno. Si possono distinguere almeno tre cime principali: la SW, meglio conosciuta come Quota 2585; la Centrale, che presenta un’alta parete rocciosa orientata a SW, di alcuni metri più bassa rispetto alla vetta; infine la E, il punto culminante. Sulle diverse cartografie la (q. 2640 m), denominata Cima di Malvedello, è riportata in una posizione ambigua, a ridosso della Quota 2585, tale da far sembrare la Cima Centrale la vera vetta, ma lo schizzo riportato alla pagina 287 della Guida dei Monti d’Italia del CAI/TCI è eloquente, la Cima di Malvedello è quella posizionata più ad E.
Dall’Alpe Visogno (q. 2003 m) la via normale proposta qui di seguito potrebbe non sembrare facile. Da questa visuale il canale obliquo che permette di accedere alla cresta ENE, nel tratto superiore appare ostruito da una placca rocciosa, ma è un’illusione ottica, la placca si trova all’esterno del canale.
Bellissimo il panorama circolare di vetta, in particolare sulla testata della Valle dei Ratti e sulle Orobie.
In merito alla possibile traversata Cima di Malvedello – Quota 2585, vedi relazione: Cima SW di Malvedello.
A Morbegno si attraversa l’abitato verso N e dopo aver superato il ponte sull’Adda si prosegue verso Dazio, Serone e Chémpo. All’entrata di quest’ultima località si svolta a sinistra, per Roncaglia e poi si raggiunge Poira di Dentro. Si parcheggia in un ampio piazzale sterrato al termine della strada asfaltata, dove c’è una chiesetta ed un piccolo campo di calcio.
Dal piazzale si retrocede sulla strada asfaltata e dopo circa 20 m si imbocca una stradina sterrata e pianeggiante che si stacca verso N (indicazioni per Bivacco Bottani Cornaggia). La carrareccia passa vicino ad alcune villette e ben presto diventa un marcato sentiero che sale inizialmente in un bosco di pini, poi di betulle, fino a raggiungere la pista tagliafuoco della Costiera dei Cech. Sul lato opposto di questa strada sterrata si riprende a salire nel bosco, poi il sentiero compie un traverso ad W e poco sopra si raggiungono le baite inferiori di Prà Sücc (1647 m). Qui le tracce sono un poco confuse e il cartello che indica di proseguire subito a sinistra andrebbe posizionato più a monte. Ad ogni modo, dal nucleo di baite inferiori bisogna raggiungere quello superiore che si trova a sinistra del piccolo avvallamento che li divide. Sopra queste baite il sentiero, segnalato da un cartello, ritorna ad essere ben marcato e dopo un breve tratto nel bosco, sbuca in una bella radura. Dapprima le tracce proseguono a destra dell’avvallamento soprastante ingombro di ganda, poi traversano a sinistra e oltre un dosso erboso compaiono le sagome inconfondibili dei Tre Cornini (q. 2021 m). Ancora un centinaio di metri lungo il pascolo e si raggiunge l’Alpe Visogno (q. 2003 m), situato in un luogo idilliaco, al margine inferiore del vasto anfiteatro formato dalle creste della Cima di Malvedello. I segnali proseguono nella piana pascoliva dietro l’alpeggio, in seguito si spostano sui dossi erbosi di destra e conducono sul poggio roccioso dove è situato il Bivacco Bottani-Cornaggia (q. 2327 m). Tralasciando i segnali che proseguono a destra del bivacco, si riprende l’ascesa in direzione dell’evidente canale che sale trasversalmente sotto la cresta ENE. Il solco del canale è abbastanza stretto ed è meglio avere al seguito il casco. Contrariamente a quanto si possa immaginare il passaggio più impegnativo è posto poco oltre l’imboccatura, dove è presente un salto verticale di pochi metri, che può essere superato direttamente con un po’ di ginnastica, oppure aggirato a destra su strette cenge erbose. Nel prosieguo il canale tende ad allargarsi un poco e appoggiando sul pendio erboso di destra si va a raggiungere la cresta ENE. Le prime lame rocciose del filo vengono aggirate a sinistra, poi si scavalcano i blocchi accatastati, senza particolari difficoltà, fino in vetta.
Come per la salita.
Immagine ripresa dall’Alpe Visogno (q. 2003) | Il canale | Il Monte Spluga e in basso parte della cresta ENE, dalla vetta |
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