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Monte Amaro |
Regione: Abruzzo (Aquila)
Alpi e Gruppo: Appennini - Appennino Centrale - Gruppo La Maiella Provincia: Aquila Punto di partenza: Loc. Fonte di Nunzio (q. 1249 m), tra Campo di Giove e Passo San Leonardo Versante di salita: E Dislivello di salita: 1600 m - Totale: 3200 m Tempo di salita: 5,30 h - Totale: 9,00 h Periodo consigliato: primavera - autunno |
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Gli itinerari che salgono sulle cime più alte della Majella, da qualsiasi versante si parte, sono tutti lunghi e faticosi. Qui descrivo l’itinerario che sale dalla parte di Sulmona, provincia dell’Aquila (versante Est). Secondo me questa è la via migliore per salire sul Monte Amaro, non presenta saliscendi, la salita è sempre costante e comoda tranne i 300 metri di dislivello su pietraio che separa il Fondo di Majella con la Forchetta di Majella comunque superabili con larghe serpentine.
Da Pacentro (700 m slm) si continua a salire in direzione Campo di Giove-Passo San Leonardo, al bivio del Km 39 (quota 1227 m) si gira a destra verso Campo di Giove, percorso poco più di 1 Km si giunge presso un curvone, località Fonte di Nunzio, quota 1249 m, qui si parcheggia. A sinistra, Est, parte il sentiero che ora prende il nome di P5, fino a poco tempo fa era n. 13. All’inizio c’è un grande cartello giallo dove sono indicati tutti gli itinerari con le località raggiungibili da quel luogo e una sterrata chiusa al traffico.
Si inizia a percorrere la sterrata che si lascia dopo poco più di 500 metri per prendere a sinistra un sentiero molto ben segnato (da notare che il CAI di Sulmona ha fatto un ottimo lavoro segnando in maniera perfetta questa via). Si sale ripidamente a zigzag nel bosco su fondo comodo, più in alto si incrocia la sterrata abbandonata in precedenza e la si lascia nuovamente guadagnando quota, infine ci si immette ancora sulla sterrata che però finisce poco più avanti. Si sale sempre ripidamente e a svolte nel bosco fino a uscirne presso la caratteristica Fonte dell’Orso, quota 1706 m (esce un filetto d’acqua che va a finire in due vasche messe in cascata e scavate in tronchi di legno). Con una lunga diagonale si raggiunge lo Stazzo 1836 m, c’è rimasto la base dei muri perimetrali e tutto in torno un verde intenso rispetto al prato circostante. Il sentiero passa poco più sopra del rudere (al contrario di com’è disegnato sulla cartina), pochi metri più avanti c’è l’incrocio con il sentiero P4, ex 13A, che sale da Fonte Romana e porta a Campo di Giove. Si segue questo sentiero a sinistra per 1 Km fino a un secondo bivio dove lo si abbandona per prendere a sinistra quello numerato 1E che sale a mezza costa il Fondo di Majella, poi a ripide svolte, su pietraio, si raggiunge la Forchetta di Majella 2390 m. Ottimo il panorama sulla Piana di Sulmona, Pacentro, il Gruppo del Monte Morrone e una parte dei monti del PNALM. Tempo di salita 3 ore. Ora, in leggerissima discesa, si costeggia il Fondo di Femmina Morta (un caratteristico altopiano circolare che si tiene a destra) e si entra nella Valle di Femmina Morta a quota 2380 m, qui termina il sentiero 1E e si continua sul sentiero n. 1 proveniente da Guado di Coccia-Campo di Giove. Si percorre la lunga e luminosa valle, ormai stiamo in un ambiente lunare, desertico, circondati da immensi pietrai e sfasciumi, a quota 2488 m il sentiero sale il costone Nord-Ovest del Monte Macellaro toccando la quota di 2554 m dove si giunge ad un quadrivio di sentieri (sentieri n° 1, 8B var, 10C), la località è chiamata Altare dello Stincone, c’è una tabella metallica con inciso il nome (in realtà l’Altare dello Stincone è la quota di 2413 m che si trova 2 Km più a Sud-Est di questo luogo e domina la Valle di Taranta, vedi articolo uscito sulla rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone n. 10/1995 pag 54). Ancora in direzione Nord e in poco tempo si giunge sulla cresta dove si trova la Grotta Canosa 2604 m (altra tabella metallica). Con una piccola deviazione si può andare a curiosare, poi, senza tornare in dietro, si aggira la grotta tenendola a sinistra e deviando in direzione Nord-Ovest si riprendere il sentiero poco prima lasciato. Salendo lungo l’ampia dorsale si raggiunge il Caratteristico Bivacco Pelino (di forma rotonda e colore rosso, sembra un disco volante) e poco più in alto la Croce di vetta del Monte Amaro (tempo totale 5,30 ore, dislivello di salita 1600 m circa).
Come per la salita.
Pochi metri sotto la vetta del Monte Amaro c’è un curioso rifugio; il Bivacco Mario Pelino costruito nel 1981 dalla Sezione CAI di Sulmona, vicino si notano dei ruderi testimoni di altri ricoveri qui esistiti: Rifugio Vittorio Emanuele II, edificato in pietra nel 1890 dalla Sezione del CAI di Roma e distrutto da un bombardamento aereo nel 1944 e Bivacco metallico Falco Maiorano costruito nel 1965 dalla Sezione CAI di Chieti e distrutto da una bufera nel 1974. L´escursione l´ho classificata per esperti solo per la lunghezza del percorso e per il dislivello.
Per vedere una descrizione fotografica della salita andare nel mio sito web www.lemiepasseggiate.it e andare in "Appennino oltre i 2000 metri", poi "Monti della Majella" e in fine "Monte Amaro, Cima dell´Altare".
La Croce e il punto trigonometrico del Monte Amaro | Biv. Mario Pelino |
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