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La sommità vista dal Pratone |
Regione: Lazio (Roma)
Alpi e Gruppo: Appennini - Appennino Centrale - Gruppo Monti Lucretili Provincia: Roma Punto di partenza: Prato Favale (q. 830 m) - Marcellina Versante di salita: S-W Dislivello di salita: 450 m - Totale: 900 m Tempo di salita: 2,30 h - Totale: 4.30 h Periodo consigliato: tutto l'anno |
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Il Monte Gennaro, facente parte della catena dei Monte Lucretili, è la montagna che domina Roma: ben visibile da tutta la città per via del grande dislivello presente (essendo Roma quasi al livello del mare, questa montagna la sovrasta con i suoi 1300 metri scarsi), offre la possibilità di un´escursione perfetta per chi volesse evadere dal caos capitolino, immergersi in una natura incontaminata a pochi km dalla città e respirare comunque l´ambiente di montagna, avendo una vetta molto panoramica.
Da Roma si prende la SS5 Tiburtina in direzione di Tivoli. Prima di Tivoli si prende la SS636 verso Palombara Sabina, per poi girare a destra al bivio per Marcellina. Ci si ritrova poco dopo al centro del paese e lo si attraversa seguendo la direzione per S. Polo dei Cavalieri. Appena usciti da Marcellina, immediatamente dopo aver oltrepassato un centro visite del Parco dei Lucretili che si trova a destra lungo la strada, si svolta a sinistra in salita per una strada asfaltata indicata con un cartello di ´strada senza uscita´. Si sale percorrendo alcuni tornanti fino a Prato Favale, dove la strada termina, infine si parcheggia.
Il percorso inizia su di un comodo sentiero, prima all´aperto lasciandosi prato Favale sulla sinistra e poi entra nel bosco: qua si possono ammirare i faggi secolari, caratterizzati da altezze vertiginose e tronchi dal diametro di quasi 3 metri (impossibile non notarne uno proprio lungo il percorso, sulla sinistra). Dopo circa 1,00 h di cammino nel bosco, che si risale su un letto di torrente asciutto (a tratti faticoso per via dei molti massi presenti), si arriva al cosiddetto Pratone del Monte Gennaro (q. 1020 m), un prato di grandi dimensioni (1000x600 m circa) da dove si scorge la vetta da raggiungere sulla sinistra, in direzione SE. Si attraversa il pratone tenendosi sulla sinistra, e all´altezza di una casetta-rifugio in mattoni sulla destra, poi si piega a sinistra in direzione della vetta; quindi si scavalca un muretto di pietra e si rientra nel bosco. Da qui si segue il sentiero che, snodandosi tra alberi e praticelli, conduce fuori dal bosco su un fondo sassoso; il tratto terminale della salita è del tutto intuitivo, essendo la vetta ben visibile.
Il panorama 360° è di grande impatto, visto il dislivello con la pianura sottostante (1000 m circa): nelle giornate terse si vede chiaramente il Mar Tirreno, il Monte Soratte isolato nella pianura, la città di Roma, il vicino Monte Pellecchia e, guardando verso E, gli Appennini con il Velino, il Corno Grande e i Simbruini.
Come per la salita.
Salita affascinante da fare in autunno, in quanto il bosco con i suoi mille colori rivela tutta la bellezza di questa montagna. Attenzione ai segnali, a volte poco visibili o del tutto assenti, e perdersi nel bosco può diventare una spiacevole possibilità.
Uno dei numerosi faggi secolari che si incontrano nel bosco | Vista ad E verso i grandi massicci appenninici |
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