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L´itinerario di salita |
Regione: Trentino Alto Adige (Bolzano)
Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Sesto Provincia: Bolzano Punto di partenza: Parcheggio di Val Fiscalina, Sesto (BZ) Versante di salita: E Dislivello di salita: 1691 m - Totale: 3400 m Tempo di salita: 6,00 h - Totale: 11,00 h Periodo consigliato: estate |
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Montagna misteriosa e regale, magnifica. Grande è l’effetto di isolamento per chi ne risale le pendici, accentuato soprattutto dalla difficoltà e lunghezza degli accessi. La mancanza di un veloce avvicinamento, l’assenza di comodi sentieri segnalati, il selvaggio e timoroso aspetto che tutta la catena incute fanno sì che una salita a questo monte sia riservata a escursionisti allenati all’avventura, meglio dire ad alpinisti esperti e agili su terreni friabili. I e II grado classico, passaggi di III. La prima parte non è semplice da trovare ma non presenta difficoltà se non quelle dei rari segnavia e della franosità del canale di accesso alla terrazza inclinata. La seconda parte della salita è lunga ma non presenta difficoltà di rilievo, alternando tratti di I e di II grado. Qualche breve passaggio di III grado nel canale finale. Alcuni chiodi per salita e per corde doppie (cordini vecchi!). E’ comunque importante tenere in considerazione che si tratta di una ascensione lunga, su roccia friabile e con qualche difficoltà nell’orientamento: questi fattori la rendono adatta solamente ad alpinisti esperti e capaci di muoversi agevolmente in ambienti di questo genere. Alcuni ometti di sassi e rari segnavia con vernice rossa, coperti da vernice blu/grigia, aiutano soprattutto per la discesa.
Lasciato il parcheggio di Val Fiscalina e imboccata la stradina che porta alla Capanna di Fondovalle, appena superata la stalla dei cavalli, sulla destra si imbocca una traccia di sentiero che entra subito nel bosco, dapprima rado e basso (pini mughi), dirigendosi verso la Lavina Bianca (attenzione alle deviazioni, seguire sempre la sinistra salendo: alcuni piccoli ometti su resti sentiero di guerra austriaco). Giunti al termine della vegetazione proseguire inoltrandosi nel centro della Lavina Bianca e risalirla fino allo sperone che scende dalla Punta dei Tre Scarperi (nel percorso si incontrano resti di baraccamenti di guerra austriaci). Verso destra vanno le tracce che portano alle «macchie dei Scarperi» e alla Forcella dei Sassi. Proseguire invece lungo il centro del ghiaione, inoltrandosi nella Lavina Bianca. Oltrepassato un primo canale si arriva ad un secondo ripido canale sulla destra: risalirlo alla meglio (terreno duro ma franoso in superficie) fino a una specie di sella al suo termine; durante detta risalita tenersi sulla sinistra del canale, addossati alla parete. Dalla sella si risale verso sinistra per un centinaio di metri lungo ripidi scaglioni, poco impegnativi, fino ad arrivare al bordo della grande terrazza inclinata. Si può attraversare la terrazza sia sul bordo inferiore (molta attenzione al salto sottostante!) oppure camminando in modo poco agevole sui ghiaioni che la solcano tutta (non ci sono possibilità di assicurazione). Giunti al suo lato destro, si imbocca l’evidente gola (una volta ghiacciata, adesso… a seconda delle stagioni) e la si risale sul lato sinistro fino ad una targa, che segna l’inizio dell´arrampicata vera e propria (qui giungono anche le tracce della variante d´accesso dalla Forcella dei Sassi, anche se ormai nessuno vi passa più).
Dalla targa, o comunque anche dai dintorni, si risalgono brevi canali e roccette con scarse difficoltà (I e II grado, roccia variabile), tratti di sentiero, cenge facili e tratti di pareti per almeno sette/otto lunghezze di corda (anche se non è sempre necessario procedere in cordata, anzi noi non lo abbiamo fatto). Alcuni ometti di pietra indicano la via ma bisogna fare attenzione a non oltrepassare mai lo spigolo di sinistra. Dopo lunga salita si arriva in una zona di neri colatoi, sopra i quali si raggiunge la cengia che sostiene le torri del castello sommitale. Tra queste, la più alta è la cima ed è riconoscibile per un piccolo tetto nero sul suo lato destro. Si entra in un canale roccioso a destra di detta torre e lo si risale (chiodi di progressione e per calate a corda doppia, passaggio di III+) arrivando infine sotto al citato tetto: di qui si può risalire il camino, oppure raggiungere la forcella dove termina il canale e proseguire quindi per cresta, a sinistra. Raggiunto l´intaglio di cresta si arriva in breve alla Punta dei Tre Scarperi.
Come per la salita, con qualche corda doppia nei tratti più difficili (dalla vetta e canale superiore).
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