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 Alpi Occidentali:
			
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			 Alpi Centrali:
			
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			 Alpi Orientali:
			
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			 Prealpi:
			
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			 Appennino:
			
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			 Alpi Estere:
			
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		|   Il Pizzo Vicima, da SSW | Regione: Lombardia (Sondrio)   Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Masino Provincia: Sondrio Punto di partenza: Parcheggio all’inizio del Piano di Preda Rossa (q. 1955 m) Versante di salita: SW Dislivello di salita: 900 m - Totale: 1800 m Tempo di salita: 3,15 h - Totale: 6.15 h Periodo consigliato: estate | 
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Bella vetta, la più elevata della catena che dal Monte Disgrazia e più precisamente dalla sua spalla il Monte Pioda, si stacca verso SW, e separa la Val di Mello a N dalla Val di Preda Rossa a S.
 Le tre creste principali della montagna delimitano altrettante pareti, la N e la E sono alte e dirupate, mentre la S è meno imponente, ma anch’essa rocciosa ed è la sede della via normale.
 Riguardo l’itinerario più facile da seguire sulla montagna, alcune guide sono vaghe, mentre altre sono fuorvianti. Da precisare che il percorso di cresta dal Passo Basset non è affatto semplice. Provenendo dal versante meridionale, prima di raggiungere questo valico, si sale un evidente canale detritico che conduce a metà della parete S. Da qui si può raggiungere facilmente il crinale ma, esperienza personale, nella parte superiore il percorso di cresta comporta il superamento di alcuni passaggi di III° o forse più e non è nemmeno semplice aggirare le difficoltà, dato che a N la parete è verticale, mentre a S sono presenti ripide placche. Bisogna essere almeno in due e avere al seguito la corda e tutto il materiale necessario.
 Da metà parete conviene pertanto salire di traverso, ben al disotto della cresta SW, fino al punto di giunzione di questa cresta con la cresta S. La cresta finale è un poco affilata ma facile.
Il panorama di vetta sul circo della Val di Mello e sul Gruppo del Disgrazia è unico e giustamente rinomato.
Da valutare la necessità o meno della corda in base alle proprie esperienze, personalmente non l´avevo al seguito.
Nei pressi di Ardenno si esce dalla S.S. 38 per imboccare la strada della Val Másino e giunti a Cataeggio si prosegue fino al vicino paese di Filorera. Qui, seguendo le indicazioni per Rifugio Ponti, si svolta a destra e dopo 100 m, al termine di un ponte, c’è la cassa automatica per il pagamento di € 5,00 del pedaggio, poi si sale a Valbiore (q. 1152 m).
 In questa località la strada che proseguiva sulla destra idrografica è chiusa per una frana verificatasi negli anni settanta. Seguendo le indicazioni di un cartello per Rifugio Ponti si svolta quindi a destra e dopo aver superato il torrente sopra un ponte, si sale lungo il nuovo tracciato. Aggirata la zona franosa la strada riattraversa il torrente, si immette nel vecchio tracciato e giunge all’Alpe Sasso Bisolo, dove c’è il Rifugio Scotti (q. 1500 m).
 Nel prosieguo si superano numerosi tornanti, fino ad arrivare all’ampio parcheggio all’inizio del Piano di Preda Rossa (q. 1955 m). Il manto stradale è attualmente in buone condizioni, interamente asfaltato tranne una cinquantina di metri ed è percorribile da un normale veicolo.
Dalla bacheca del parcheggio, sotto la verticale di vetta del Pizzo Vicima, si potrà notare una baita isolata a 2 piani e un centinaio di metri alla sua sinistra, al limite del parcheggio, un muraglione in cemento.
 A metà strada fra la baita e il muraglione, una rampa sale da destra a sinistra e termina sopra questo muraglione, qui inizia il sentiero segnalato con rari segni di colore bianco-verde. La traccia, in alcuni tratti poco evidente, sale verso N, su pascolo con radi alberi, in direzione dell’imponente avancorpo meridionale della (q. 2687) della cresta degli Alli.
Poi si prosegue verso sinistra, in un rado bosco di conifere, più avanti il tracciato diventa quasi lastricato e dopo alcuni tornanti si esce dal bosco, in vista dello zoccolo roccioso dell’avancorpo citato.
 Venti metri dopo il termine del bosco, proprio sotto le rocce dello zoccolo, si abbandona il sentiero che prosegue a sinistra e si segue la traccia che sale a destra. All’inizio questa traccia è segnalata con una freccia verde e la scritta “rumilla” sbiadita, che indica il Passo Basset o Romilla.
 Si segue questa traccia verso NE, sempre con rari segni bianco-verde. Essa traversa a lungo sotto la parete rocciosa degli Alli, passa al disopra delle colate di ganda, fino ad aggirare lo spigolo roccioso più ad E di questa parete.
 Talvolta nella traversata si perdono i segnali, ma il percorso è evidente, vedi anche prima immagine di dettaglio. Aggirato lo spigolo, si prosegue senza difficoltà e senza percorso obbligato nel vallone a S del Pizzo Vicima.
 All’inizio si sale seguendo i rari segni, poco a destra della cresta verticale degli Alli, sfruttando le ripide zolle erbose, poi i segni traversano a destra, verso le colate di ganda e le lingue erbose al centro del vallone. Spesso anche qui si perdono i segnali, ma si sale a vista senza problemi, più avanti si troveranno anche dei segnavia di colore bianco-rosso.
 Giunti ad un centinaio di metri sotto il Passo Basset che è caratterizzato da alcuni gendarmi rocciosi, si abbandonano i segnali e si risale l’evidente cono di detriti con lingue erbose che conduce all’inizio di uno stretto canale.
 Da lontano il canale potrebbe sembrare impegnativo, ma in effetti non lo è, la parte superiore è soltanto un poco più ripida (I°), ma facile e si esce verso destra, sopra un terrazzino. Da qui si sale di traverso, verso destra, in direzione del roccioso edificio sommitale, utilizzando le cenge erbose e le facili rocce, fino a raggiungere un canaletto/diedro, dove convergono la cresta S e SW.
 Questo canaletto roccioso, non individuabile dal basso, presenta un passaggio di 3/4 m di II° che è il più impegnativo di tutta la salita e viene superato lungo la fessura centrale, sfruttando gli appiglia sulla destra.
 Al termine del canale si arriva sopra una specie di anticima, distante circa 25 m dalla vetta. Si segue ora in piano la cresta un pò affilata, per un breve tratto. Poi si aggira a destra un risalto, scendendo pochi metri una provvidenziale rampa erbosa. Infine si raggiunge la vetta, per una placca fessurata.
Come per la salita.
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| La prima parte dell’itinerario, da poco sopra la partenza | Il canaletto/diedro sotto l’anticima | Panorama di vetta, verso NE | 
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