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Il Pizzo Tresero e, a destra, la Punta del Segnale visti da Nord´Ovest. |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Retiche - Gruppo Ortles Cevedale Provincia: Sondrio Punto di partenza: Località La Centrale presso Santa Caterina Valfurva (q. 1757 m) Versante di salita: N Dislivello di salita: 1375 m - Totale: 2800 m Tempo di salita: 3,45 h - Totale: 6,00 h Periodo consigliato: da inizio luglio a inizio ottobre |
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Bella piramide rocciosa poco conosciuta e molto snobbata. D´altra parte l´estrema vicinanza di vette eccelse quali Il Pizzo Tresero e la Punta San Matteo non possono che distogliere l´attenzione da quella che, pur essendo un “tremila”, rimane nei confronti di esse una piccola cima secondaria. Sorge all´incontro di tre creste di rocce e sfasciumi: Nord, Sud ed Est. Quest´ultima la collega all´imponente piramide del Pizzo Tresero e delimita, sul versante Sud, l´ormai morente Vedretta del Tresero. – Dal Vecchio Ponte al centro di Santa Caterina Valfurva si prende la Via Magliaga e la si segue lungamente superando alcuni alberghi fino ad un ponte sul Torrente Gavia, prima del quale si parcheggia presso un largo spiazzo davanti ad una costruzione (“La Centrale” - m. 1757 ca.).
Si oltrepassa il ponte e, si prosegue per qualche decina di metri fino ad un bivio. Si prende il sentiero “La Romantica” (segnavia n° 24a) che, con percorso molto bello e vario dapprima nel bosco, successivamente nella vegetazione arbustiva, si inerpica sulle ripide pendici nord-occidentali del piramidale Pizzo Tresero e, con numerosi tornanti, conduce sulla vasta e tondeggiante montagnola erbosa del Dosso Tresero (m. 2354 – ore 1½ dal parcheggio) dove si trova una panchina. Dalla panchina si diramano svariati itinerari, allo stato attuale (2010) per nulla segnalati. - Il Dosso Tresero si può raggiungere anche dal 7° tornante della strada del Passo Gavia passando per il Ponte delle Vacche, la Baita del Pastore, l´Alpe di Tresero ed il Pian delle Marmotte (ore 1).
Inequivocabilmente, seguendo una labile traccia ci si incammina sul soprastante dosso erboso in direzione della Cresta Nord della Punta del Segnale (Sud-Est – segnavia n° 25). Lasciando il Pian delle Marmotte sulla destra, ci si inerpica nel mezzo di un ripido pendio erboso che si insinua tra due pareti rocciose. Qualche metro più in alto, con un paio di svolte, si giunge sulla tonda e verdeggiante cresta. La si percorre quasi in piano per un lungo tratto seguendo la traccia, divenuta ora più evidente. Superato sulla sinistra un ultimo rilievo, si riprende decisamente a salire e, oltrepassata una fascia rocciosa orizzontale, lo strato erboso lascia spazio ai detriti. Poco più in alto, le tracce e qualche segnavia sbiadito ci guidano sul margine destro di un ripido canalino di sfasciumi. Si prosegue sempre su un´angusta traccia, a volte un po´ esposta, che percorre dapprima lo stretto filo di cresta per poi aggirare sulla destra (Ovest) le ripide rocce dell´Anticima Nord. Con alcune ardite serpentine e qualche facile passaggio di II° grado, si ritorna in cresta. Si percorre il largo pendio detritico sopra l´anticima e, quando la cresta torna ad impennarsi, ci si riporta nuovamente sul fianco occidentale. Con una lunga diagonale ascendente su terreno mobile ed infido, si attraversa tutto il versante Ovest della montagna, puntando ad un´evidente forcellina. Raggiunta la forcella, si attraversa un altro ripido pendio detritico si esce sul placido e ghiaioso versante Sud proprio nei pressi della Capanna Bernasconi (m. 3074 – ex rifugio, ormai in stato di abbandono). Dalla Capanna, seguendo i bolli di vernice, si risalgono gli ulitmi sessanta metri di dislivello con qualche facile passaggino di I°+ e, in breve, si raggiunge la bella cuspide della Punta del Segnale (m. 3132 – ore 2¼ dal Dosso Tresero – ore 3¾ dalla macchina).
Con molta attenzione, si può certamente ripercorrere in discesa l´itinerario di salita. Tuttavia, per compiere un meraviglioso anello e scoprire un´altra parte bellissima di questa montagna, il mio consiglio è quello di scendere per la facile Cresta Sud (prestare un po´ di attenzione sulle rocce sotto la Bernasconi) fino a giungere presso un bivio nelle vicinanze di un dosso caratterizzato da belle terrazze rocciose. Tralasciando a sinistra (Sud) il sentiero per il Rifugio Berni, si scende sul sentiero segnavia n° 25b in direzione Ovest. Si perde rapidamente quota con numerosi tornanti, prima su terreno detritico, poi su belle terrazze erbose. Si passa sopra la Baita dei Pastori e, proseguendo verso destra (Nord), si oltrepassa una strettoia e si giunge ad un bivio nei pressi di un ruscello. Si prende a sinistra (Ovest) e, entrando nel rado bosco di Pino cembro, si scendono rapidamente alcuni dossi. Poco prima di giungere al Ponte delle Vacche, si lascia il sentiero e si piega a destra (Nord), percorrendo una bella dolce ed evidente valletta erbosa in direzione della ben visibile stradina qualche centinaio di metri più avanti. Si oltrepassano alla meglio i molteplici ruscelli che scendono dalla Punta del Segnale e si raggiunge la sterrata che si risale faticosamente per un lungo tratto. Oltrepassato un poggio, la strada diviene sentiero e comincia a scendere. Si compie così, con numerosi sali-scendi ed un percorso bellissimo in un fitto bosco di conifere, la lunga discesa che riporta al bivio nelle vicinanze del parcheggio (ore 2¼ dalla cima).
Pur non presentando difficoltà di rilievo, la salita alla Punta del segnale per la Cresta Nord è consigliata ad escursionisti esperti per via dell´esposizione, del terreno infido, e di qualche difficoltà nel reperire il giusto percorso. Se non avesse dei “vicini” molto più alti ed importanti, sarebbe sicuramente una cima molto frequentata, rispettata e conosciuta. Il bell´ambiente glaciale in cui è incastonata la rende ancora più interessante. A chi vuole salirla senza particolari difficoltà e con un dislivello molto più contenuto si suggerisce di percorrere l´itinerario che sale dal Rifugio Berni per il versante Sud.
La Cresta Nord dal primo tratto erboso. | Sul filo di cresta, poco prima dell´anticima. | Dalla cima, sguardo verso la Valfurva. |
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