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Il Monte Varadega dalla Val Varadega. |
Regione: Lombardia (Brescia)
Alpi e Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Retiche - Gruppo Pietra Rossa Provincia: Brescia Punto di partenza: Spiazzo nei pressi del torrente in Val Varadega (q. 1950 m ca) Versante di salita: SW Dislivello di salita: 685 m - Totale: 1380 m Tempo di salita: 2,15 h - Totale: 3,45 h Periodo consigliato: da metà giugno a fine novembre |
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Il Varadega è una montagna modesta ma interessante, sia dal punto di vista storico che da quello paesaggistico, che chiude la testata dell´omonima valle. É una delle ultime elevazioni sulla lunga dorsale che dalla Valle del Gavia si estende verso Sud-Ovest sino al Passo del Mortirolo. Vista da Sud, la cima si presenta con un profilo discontinuo sul quale spiccano due sommità più elevate, vicine e divise da un´ampia forcella. Sui pendii sotto di esse, i numerosi affioramenti rocciosi presenti tra le estese chiazze erbose sono solcati e divisi da molteplici canali, per lo più detritici. Il versante Nord, più selvaggio ed appartato, si prospetta con un aspro dirupo di rocce rotte alto circa trecento metri. Il versante Ovest invece, sul quale corre parte dell´itinerario qui descritto, sfoggia interessanti torrioni e placconate rocciose che piombano sulla sottostante ganda; sotto di essa un erto pendio erboso invaso dai detriti, digrada fino al limite del bosco. Sulla montagna, avamposto della “Linea Cadorna” (seconda linea), si trovano molte testimonianze della “Grande Guerra”. Da Mazzo (Valtellina) o da Edolo (Valcamonica) si segue la strada per il Mortirolo (Passo della Foppa). Poco dopo il Passo (per chi proviene dalla Valtellina), o poco prima (per chi proviene dalla Valcamonica), si imbocca, nei pressi dell’Albergo Mortirolo,la piccola stradina asfaltata (indicazioni) che si inoltra in Valle Varadega e conduce alla Malga Salina Bassa. Dopo circa due chilometri, sulla sinistra si dirama una vecchia stradina militare (cartello con indicazioni “Passo Varadega”, “Monte Varadega”, “Croce dell´Alpe”). Subito dopo la strada piega a destra ed attraversa il torrente sul fondo della valle. Circa trenta metri dopo il torrente si trova, sulla destra, uno spiazzo erboso dove si lascia l´auto (m. 1950 ca.).
Dal parcheggio si ritorna presso la stradina militare incontrata in precedenza e si inizia a risalirla. Con percorso molto piacevole e con una pendenza mai eccessiva, la si segue lungamente. Immersi nell´incantevole scenario della Val Varadega, si superano dapprima le “Casere del Comune” ed il bivio per il Piz de le Casuce (grande croce visibile) e, più avanti, la deviazione per i Laghi Seroti (traccia e bolli bianco-rossi in direzione Nord-Est). Dopo un paio di tornanti molto ampi, si valica un dosso nei pressi del Passo di Varadega (che non si raggiunge tralasciando la sterrata sulla sinistra) e si continua a salire sulla mulattiera giungendo su una bella costa erbosa (grande panorama sulla Valtellina) dove troviamo un cartello con indicazioni (m. 2340 ca. - ore 1 dalla macchina). Da questo punto è ben visibile 150 metri più in basso (verso Nord-Ovest), al limite del bosco, la “Croce dell´Alpe”. Ai suoi piedi si nota anche il tetto dell´omonimo rifugio (m. 2203– 20 minuti da qui).
Seguendo le indicazioni, si continua a destra sulla mulattiera che dopo poco si fa più stretta e sconnessa. Con percorso evidente si superano varie zone di frana (sotto le quali si vede ancora il selciato originale) e, tagliando a mezzacosta tutto il versante Ovest della montagna, si raggiunge un bivio presso una zona rocciosa poco sotto la Cresta Nord-Ovest (a sinistra si scende al rifugio). Si continua a salire costeggiando la cresta (sulla quale sono visibili numerose postazioni militari) fino ad una stretta forcella sotto una bella placconata rocciosa. La si valica e, proseguendo sui resti della mulattiera con bellissimi scorci sulla Val Varadega, si continua a salire sovrastati da alcune pareti rocciose. Dopo alcuni tornanti, un bellissimo tratto in piano a fondo erboso conduce presso una caverna. Si passa all´esterno, superando lo stretto intaglio alla sua destra, dal quale si scorge la cuspide rocciosa della cima. Si percorre un breve tratto largo ma esposto sotto la cima gemella, si transita qualche metro sotto la sella tra le due cime (trincea, cartello con indicazioni) e, tramite degli affascinanti gradini artigianali, si giunge all´ingresso della galleria (probabilmente una cannoniera) scavata sotto la vetta. Tramite la stessa galleria (pila frontale non indispensabile – attenti alla testa!), oppure passando al di fuori percorrendo una cengetta sulla sinistra (molto esposto), si raggiunge lo stretto foro di uscita sul versante Nord. Da qui si va a destra (Est) e, dopo qualche passo su ghiaie instabili (attenzione), si inizia ad arrampicare le rocce soprastanti cercando i passaggi più semplici (II° grado – poco esposto), tenendosi preferibilmente vicini all´interno di un piccolo canalino tra le rocce. Dopo una ventina di metri si esce in cresta dalla quale, volgendo a destra e districandosi tra i blocchi sommitali, si raggiunge l´omino di pietre posto sulla cima (m. 2634 – ore 2¼ dalla macchina – grande panorama su Valcamonica, media e alta Valtellina, Val Grosina e sulle cime circostanti).
Come per la salita.
Ambiente splendido e solitario, come di consueto in questo sottogruppo montuoso. Ai meno esperti ed a chi soffre di vertigini si raccomanda di tralasciare l´ultimo tratto dalla galleria alla vetta. Dal cartello con indicazioni presso la sella tra le due vette, districandosi tra grandi blocchi accatastati sulla sinistra, percorrendo poi l´evidente largo canale tra due roccioni (anch´esso ingombro di grandi massi) ed infine transitando sulla larga cresta di sassi mobili, si può salire in breve alla cima Ovest (m. 2630 ca. – facili passaggi max. di II° grado – 10 minuti). È senz´altro più bello effettuare la salita in tarda stagione (fine settembre – inizio ottobre) quando le giornate sono più limpide ed i contrasti sono più accentuati. Si consiglia di abbinare la salita con l´itinerario che, dai pressi del Passo Varadega, percorre tutta la cresta del Monte Resverde fino alla grande croce posta sul Piz de le Casuce. Da lì si ritorna in breve alla macchina (vedere relazione “Monte Resverde – Via Normale per la Cresta Nord”).
L´ultimo tratto con i gradini, la galleria e la cima. | Nella galleria. | In vetta. |
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