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La Vedretta di Savoretta e, a destra, la Cima di Savoretta dal Monte Sobretta |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Pietra Rossa Provincia: Sondrio Punto di partenza: Ponte dell´Alpe (q. 2293 m) Versante di salita: N Dislivello di salita: 1000 m - Totale: 2000 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 7,30 h Periodo consigliato: fine giugno - metà settembre |
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Bella e nascosta cima incastonata nella sinistra orografica dell’Alta Val di Rezzalo. E’ riconoscibile per la lunga e stretta lingua glaciale (Vedretta di Savoretta) che digrada sul suo versante Nord. Proprio sulla sopraccitata vedretta corre la Via Normale alla vetta, ambita meta scialpinistica. La cima si può salire anche dal versante Sud tramite un tratto dell´Alta Via Camuna, lasciando l´auto al Lago nero del Gavia, passando poi per il Bivacco Linge e dirigendosi verso il Passo di Pietra Rossa. Poco prima del Passo si devia a sinistra e per facili rocce rotte (passaggi di II) si raggiunge la cuspide sommitale.
Si può accedere all´attacco della Via Normale in due modi:
- da Sondalo proseguire per Le Prese, Frontale e Fumero. Lasciare l´auto al parcheggio di Fontanaccia e risalire su strada bianca tutta la lunga ma bellissima Val di Rezzalo (dalla quale la Cima di Savoretta ci appare come una alta e possente piramide rocciosa) fino alle baite di Clevaccio, dalle quali si diparte l´itinerario per la cima. Calcolare almeno 2 ore dalla macchina all´attacco;
- (nel nostro caso) da Santa Caterina Valfurva proseguire per il Passo Gavia fino alla località Ponte dell´Alpe, dove si parcheggia. Da lì si prende il bel sentiero che, percorrendo la Valle dell´Alpe in leggera salita, conduce al Passo dell´Alpe e ridiscende con alcuni tornanti in Val di Rezzalo verso le baite di Clevaccio. Al termine dei tornanti si tralascia il sentiero che prosegue in leggera discesa verso le baite e, senza via obbligata tagliando prati e canali d´acqua e detriti, si prende a sinistra (SW) puntando praticamente in piano all´imbocco della Val Savoretta. Attraversato il torrente che scende da questa valle giungiamo all´attacco della Via Normale (ore 1,15 dalla macchina).
Seguendo qualche esile e discontinua traccia e qualche rado omino di pietre, si risale la valle sul suo lato sinistro orografico. Superata una strozzatura si giunge ad un vasto pianoro posto sopra un promontorio in mezzo alla vallata dal quale si ha una buona visuale della lingua glaciale. Si prosegue sempre sulla sinistra orografica, costeggiando il torrente fino ad un altro pianoro poco sopra. Si piega ora verso sinistra, attraversando la valle e i suoi vari rivoli d´acqua per passare sul lato destro orografico. Si risale un faticoso e umido pendio di chiazze d´erba pietre e sfasciumi al termine del quale troviamo un grande piano sabbioso sul quale ristagna quasi sempre l´acqua di fusione del ghiacciaio soprastante. Si continua ora a salire su nevaio o ganda nel mezzo della Val Savoretta, in questo tratto stretta e incassata tra alte e sfasciumose pareti fino a mettere piede sulla vedretta a circa 2600 m di quota (ore 1,30 dall´attacco). La si risale direttamente al centro, stando attenti alla possibile presenza di qualche piccola fenditura. Si superano un paio di tratti più ripidi e, in breve, si raggiunge il circo sommitale del ghiacciaio. Piegando a destra (W) si scende dal ghiacciaio e si raggiunge una piccola selletta (m 2834) sulla morena (sinistra orografica). Si prosegue per cresta in ripida e faticosa salita su terreno infido e delicato formato da sfasciumi e roccette (I - tracce di passaggio) ponendo molta attenzione al baratro sulla Val di Rezzalo che si apre di fianco a noi (con buon innevamento si può decidere di rimanere sul ghiacciaio e di percorrere direttamente il canale nevoso al vertice destro della vedretta che conduce al di sopra della cresta di roccette e sfasciumi - difficoltà PD). Giunti nelle conche poco al di sotto della sella tra la Cima di Savoretta e la Punta Valmalza (sbocco del canalino nevoso) dove le pendenze si alleviano, la cresta piega verso destra e, con percorso intuitivo in esposizione sul lato N, conduce facilmente in cima (m 3053 - ore 3 dall´attacco).
Come per la salita.
Nel complesso una via normale lunga e selvaggia consigliabile a chi non ha problemi ad orientarsi ed è abituato a camminare in assenza totale di sentiero. Con bel tempo stabile non ci si può esimere dal conquistare anche la vicina e facile Punta Valmalza (m 3094 - 20 minuti dalla sella tra le due cime).
Al pianoro sopra il promontorio | Sul ghiacciaio | Panorama dalla cima |
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