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Lo Zapporthon dal Fil de Stabi. A sinistra la cresta di salita. |
Regione: Estero (Estero)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo Catena Mesolcina Provincia: Estero Punto di partenza: La Smita, in prossimità del Passo del S. Bernardino (q. 2046 m) Versante di salita: SE-SSE Dislivello di salita: 1150 m - Totale: 2300 m Tempo di salita: 6,30 h - Totale: 10,00 h Periodo consigliato: estate |
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"Lo Zapporthorn (..) è la montagna più notevole della nostra regione, una delle più tipiche dell´ intero Gruppo dell´ Adula. Tale suo carattere appare manifesto sia dalla Calanca, di cui forma la selvaggia testata con la ferrigna parete di Stabbio, sia soprattutto dalla Valle del Reno, con la visione abbagliante della sua ghiacciata parete nord, coronata dalle ardite merlature del Breitstock e dello Zapportgrat". Così, nel 1927, sulla Rivista ´Le Alpi´ Guido Tonella (1903/1986) descriveva la fantastica costiera, nettamente stagliata contro il cielo a formare quella variegata linea che tanto colpisce occhi e animo giungendo a San Bernardino. Importante nodo orografico, lo Zapporthorn è il punto di incontro di tre creste ardite e di altrettanti bacini vallivi (Mesolcina, Calanca e Alto Rheinwald), mentre dalla sua lunga, affilata sommità si possono ammirare paesaggi di strepitosa ampiezza e variegato carattere, percorrendo con lo sguardo l´ intera Zapportgrat (Cresta dello Zapporthorn), che in tutta la regione non trova paragoni. Lunga circa 5 km, caratteristicamente erosa e dal profilo splendidamente frastagliato, ha un fianco settentrionale con erte pareti nevose e piccoli ghiacciai pensili, mentre a meridione offre una visione indimenticabile. Ed è appunto su questo lato che si sviluppa l´ itinerario proposto, percorrendo alla base l´ intera scogliera da E a W lungo il Coston de Mucia per poi sfiorare o attraversare, a seconda del caso, l´ omonimo ghiacciaio, lasciandosi gradualmente alle spalle prima il Piz Moesola con entrambe le sue due vette separate da un ripido canalone, quindi il Breitstock con la sua possente figura trapezoidale, per giungere infine al Fil de Stabi che emerge dalle nevi, da cui lo Zapporthorn appare quale magnifica piramide solitaria.
Da Milano Autostrada dei Laghi in direzione Como-Chiasso. Superata la dogana si prosegue in direzione Passo del S. Bernadino, uscendo a S. Bernardino villaggio poco prima del traforo. Senza entrare nel centro abitato, si svolta a sinistra salendo al passo, poco prima del quale sulla sinistra si trova un piccolo parcheggio (La Smita) con cartelli indicatori.
Seguendo le indicazioni dei cartelli, dal parcheggio si prende il sentiero del Confin Basso, che con ampio giro porta a S. Bernardino paese, e perdendo leggermente quota si entra negli ampi pascoli dell´ Alpe Mucia, arrivando dopo circa 20 minuti nei pressi di una baita diroccata posta sulla destra. Si abbandona allora il sentiero segnavia per risalire lungo una evidente traccia di pecore che percorre il filo di un dosso erboso terminando ad una recinzione elettrificata, nei cui pressi su un poggio si trova una grande croce di legno. Si continua in diagonale verso sinistra per erba e pietraie (radi ometti) incrociando vari sentierini di animali che si trascurano, rimontando i pendii sino a portarsi sul Coston de Mucia che percorre interamente la base della cresta che si origina dal Passo S. Bernardino (v. introduzione). Arrivati ad una traccia più marcata, segnalata da un ometto (sin qui l´ itinerario è in comune col Breitstock), la si segue verso W (sx) sinchè non inizia a scendere, quindi tralasciandola ci si alza ad una serie di belle placconate sottostanti il Ghiacciaio de Mucia, seguite da pietraie e nevai, puntando al Pass de Mucia (2782 mt, non nominato sulla CNS), ultima depressione sul Fil de Stabi che unisce il Piz de Mucia (a sx) allo Zapporthorn (a dx) prima che la cresta si impenni. Una volta giunti al valico, si segue il filo roccioso del Fil de Stabi avendo a destra il Ghiacciaio de Mucia, dapprima su pietrame, quindi su roccia più compatta, scavalcando un dente (II+/III-) oltre il quale si procede con pendenza sempre maggiore sino a giungere alla base dello spigolo vero e proprio orientato a SSE. Con arrampicata che non supera mai il III/III+, cercando i passaggi migliori da uno o l´ altro lato ma sempre restando nei pressi del filo, si risale tutto lo spigolo sino alla vetta. Il primo impegnativo spigoletto si supera a sinistra per breve ma verticale articolata placchetta, mentre la successiva fessura che porta sotto ad un evidente becco roccioso può anch´ essa essere facilmente evitata a sinistra. Giunti su di un ampio terrazzo, sormontato da un verticale muro alto 4/5 mt. inciso da una fessura all´ estrenità sx (IV+ minimo per chi volesse provarci...), ci si sposta a destra aggirandolo per risalirvi da dietro. Infine, l´ ultimo tratto di spigolo si evita a sinistra, per esposta cengia che porta ad un canale chiuso in alto da uno stapiombino, passaggio chiave, III+/IV-. Dopodichè facili rocce portano ad un primo ometto ed in breve ad un secondo posto sulla vetta.
Per la via normale. Dalla cima si torna al primo ometto incontrato salendo, dal quale piegando a sinistra (senso di marcia) si discende la cresta NE di terra e pietrame, con rade tracce di passaggio, giungendo ad un colletto. Quindi a destra, lungo il ripido canalone di neve o franoso terriccio che termina in una strozzatura dove si trova un ancoraggio di calata. Con una doppia di 30/35 mt. lungo un canalino si supera lo scalino di rocce rossastre, scendendo sul Ghiacciaio de Mucia dal quale ci si riporta sulla via di salita.
Non esistendo un tracciato predefinito e trovandosi su facile terreno aperto, ciascuno può scegliere a propro piacere il percorso da seguire, senza necessariamente portarsi al Pass de Mucia. Stando più alti, infatti, è possibile raggiungere il punto in cui la cresta si impenna direttamente dal Ghiacciaio de Mucia attraversando sotto alla bastionata rossastra dalla quale ci si cala durante la discesa. Nel caso si intendesse salire per la Normale (via di discesa), lo scalino roccioso prodotto dalla continua regressione del ghiacciaio va superato senza alcuna protezione a sinistra del canalino, spesso bagnato, lungo il quale ci si cala (III+) ma , a parere dell´autore, lo spigolo SSE è decisamente più sicuro e piacevoloe da percorrere. Infine, è possibile partire un poco più avanti de La Smita, dove inizia il Lago Moesola, risalendo i pendii erbosi sottostanti il Piz Moesola portandosi subito sul Coston de Mucia per poi reperire la traccia cui si fa cenno nella descrizione della salita. Va inoltre considerato che lungo la via non si trova alcuna protezione nè soste, da attrezzare, cosa che dà all´ ascensione un aspro sapore pionieristico ottocentesco.
Tratto di arrampicata. | L´ affilato tratto finale a pochi metri dalla vetta. | Vetta. |
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