Punta Pietralunga - 676 m

Pur non essendo il punto culminante della lunga, dirupata scogliera della Baiarda, la Punta Pietralunga ne costituisce tuttavia la parte più appariscente ed estetica, dominando Acquasanta da cui appare in tutta la sua bellezza. Posta all´ estremità meridionale del cotrafforte, è facilmente raggiungibile lungo la cresta S e dal versante E, mentre a NW presenta splendide pareti di rossa ofiolite che si prolungano in uno spettacolare susseguirsi sino al Pilastro del Gran Diedro Gozzini, o Baiardetta (v. relazione), che per decenni, prima della scoperta dei calcari di Finale, costituirono la palestra degli alpinisti genovesi e che soltantorecentemente sono state riscoperte e valorizzate.

Autostrada A10 Genova-Ventimiglia, uscita Genova Voltri. Quindi a destra in direzione Savona per circa un chilometro sino a trovare sulla destra le indicazioni per il Passo del Turchino che si seguono risalendo la Val Leira per circa 2 km. Si prende poi la poco visibile (attenzione !) diramazione che risale la Val di Acquasanta fino al paese, portandosi con alcuni tornanti alla piccola piazza di fronte alla stazione ferroviaria, parcheggio.

Dalla stazione si seguono verso sinistra i binari per circa 200 metri, prima del ponte li si attraversa per risalire una traccia a lato di un muro che porta al sentiero segnalato (nel 2008 il passaggio pedonale qui presente è stato eliminato). Si risale la breve rampetta, immettendosi sulla mulattiera segnalata che dopo alcuni tornanti sbuca in una sterrata che in piano attraversa una conca erbosa sino al cancello di una casa dove termina (qui si può giungere anche lungo la strada tenendo la destra al bivio prima della stazione). Se ne contorna la recinzione, scendendo brevemente ad imboccare il selvaggio Vallone della Baiardetta, racchiuso fra gli aspri contrafforti di Punta Martin - Monte Penello e la scura Cresta della Baiarda. Il largo sentiero prosegue per un buon tratto quasi pianeggiante lungo il fianco destro fino in località Gazeu (292 m, 25´), dove si incontra un bivio. Abbandonato il tracciato principale, diretto a Punta Martin per la cresta SO sul versante opposto della valle, si prende il sentiero di destra, che sale ripido per pietraie ed erba. Guadagnata quota, la traccia traversa in leggera salita verso sinistra, giungendo al Funtanin (410 m, 40´), dove si trova un secondo bivio : tralasciando la diramazione che dritta prosegue al Masso del Ferrante dal quale poi o alla Cresta Federici di Punta Martin (v. relazione), o alla Punta Pietralunga per il versante N (v. discesa), si prende a destra risalendo un breve tratto piuttosto ripido, dopodichè il sentiero spiana portando a Cave (430 m), resti di passate estrazioni, per poi tagliare l´ intero versante occidentale con qalche saliscendi sino alla Coletta di Termi (420), sulla cresta S, che si risale piegando decisamente a sinistra. Tenendosi sul filo, o poco sotto a destra, alternando tratti ripidi a brevi ripiani, si giunge sotto la cuspide sommitale, che si aggira ad E passando nei pressi di un colletto. Si abbandona allora la traccia che riprende in salita, e superando facili roccette (I/II) con un passo esposto in breve si è in vetta (madonnina).

Come per la salita. Oppure, una volta tornati al colletto si risale il pendio, arrivando in pochi muniti alla Cappellina (711 m), nei pressi del punto più alto della costiera. Qui si hanno due alternative : prendere il sentiero sulla destra che discendendo il vallone in ca 1 ora riconduce ad Acquasanta, o proseguire sul sentiero Frassati sino ad un colle (cartelli), quindi discendere il canale erboso sulla sinistra. Dopo alcuni tornanti, la traccia si porta su una esposta cengia (cavo d´acciaio, targa) che traversa a lungo verso Nord, poi per pendii erbosi scende molto ripidamente, ancora qualche cavo metallico, sino al torrente. Seguendo i bolli, lo si guada, quindi se ne percorre brevemente la riva destra, arrivando al Masso del Ferrante, dove si riattraversa giungendo in pochi minuti a Funtanin, da cui per l´ itinerario di salita.

Bellissima escursione, da effettuarsi preferibilmente nei periodi più freschi, se unita alla discesa nel selvaggio vallone della baiardetta, assume un carattetre ancor più aspro e forte.

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