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Punta Baiardetta, Diedro Gozini |
Regione: Liguria (Genova)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Liguri - Gruppo Prealpi Liguri Provincia: Genova Punto di partenza: Stazione Ferrovia di Acquasanta (q. 212 m), Voltri Versante di salita: NW Dislivello di salita: 500 m - Totale: 1000 m Tempo di salita: 4.30 h - Totale: 6.00 h Periodo consigliato: marzo - ottobre |
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Con la fronteggiante cresta di Punta Martin, la scura cresta ofiolitica della Baiarda sorge al centro di uno spettacolare complesso roccioso nell´immediato entroterra di Genova Voltri e per decenni, prima della "scoperta" dei calcari di Finale, ha costituito la più frequentata palestra di roccia dei genovesi. Per questo motivo sulle sue pareti, a picco sul selvaggio Vallone della Baiardetta, sono stati tracciati nel corso degli anni innumerevoli itinerari di ogni difficoltà che, piuttosto recentemente, sono stati "riscoperti", valorizzati e, nella maggior parte dei casi, attrezzati con spit o resinati. Ciò nonostante, alla Baiarda si respira ancora una suggestiva atmosfera "anni ´30" molto romantica e forse per l´esposizione non proprio ottimale o per l´accesso comunque non semplice, la frequentazione rimane piuttosto bassa e non capita mai di fare code! L´ itinerario descritto, una "Via classica" in stile alpino, concatena i più famosi passaggi del "Bastione del Gran Diedro", poderoso pilastro appoggiato alla massiccia Punta Pietralunga: la Placca di Ubaldo, lo Sperone delle Clessidre, il Diedro del Tranviere, la Via dei Camini e, per finire, il Diedro Gozzini, spettacolare formazione rocciosa che conduce direttamente in vetta al Bastione.
Autostrada A10 Genova-Ventimiglia, uscita Genova Voltri. Quindi a destra in direzione Savona per circa un chilometro sino a trovare sulla destra le indicazioni per il Passo del Turchino che si seguono risalendo la Val Leira per circa 2 km. Si prende poi la poco visibile (attenzione !) diramazione che risale la Val di Acquasanta fino al paese, portandosi con alcuni tornanti alla piccola piazza di fronte alla stazione ferroviaria, parcheggio.
Dalla stazione si seguono verso sinistra i binari per circa 200 metri, prima del ponte li si attraversa per risalire una traccia a lato di un muro che porta al sentiero segnalato (nel 2008 il passaggio pedonale qui presente è stato eliminato). Si risale la breve rampetta, immettendosi sulla mulattiera segnalata che dopo alcuni tornanti sbuca in una sterrata che in piano attraversa una conca erbosa sino al cancello di una casa dove termina (qui si può giungere anche lungo la strada tenendo la destra al bivio prima della stazione). Se ne contorna la recinzione, scendendo brevemente ad imboccare il selvaggio Vallone della Baiardetta, racchiuso fra gli aspri contrafforti di Punta Martin - Monte Penello e la scura Cresta della Baiarda. Il largo sentiero prosegue per un buon tratto quasi pianeggiante lungo il fianco destro fino in località Gazeu (292 m, 25´), dove si incontra un bivio. Abbandonato il tracciato principale, diretto a Punta Martin per la cresta SO sul versante opposto della valle, si prende il sentiero di destra, che sale ripido per pietraie ed erba. Guadagnata quota, la traccia traversa in leggera salita verso sinistra, giungendo al Funtanin (410 m, 40´) dove si trova un secondo bivio: a destra per Punta Pietralunga (v. relazione), mentre dritti in dieci minuti si arriva al Masso del Ferrante, sull´ altra riva. Guadato il torrente, lo si contorna a sinistra , procedendo per breve tratto a lato del torrente, quindi seguendo i bolli lo si riattraversa più a monte (cartello ´Sentiero per escursionisti esperti´) tenendo la destra e trascurando gli ometti che proseguono diretti alla Cresta Federici di Punta Martin (v. relazione). Subito la traccia si inerpica con stretti tornanti per erba e roccette sino alla base della Baiarda, e giunti ad un pianetto seguito da alcuni scalini di legno, si taglia a destra giungendo in pochi metri alla base della Placca d´ Ubaldo, dove attacca la via. L1: Si attacca la bella placca seguendo uno dei due itinerari attrezzati uno a spit ravvicinati (IV-), sinistra, e l´ altro a fix più lunghi (III+). La parete è piuttotosto verticale, ma le numerose fessure orizzontali consentono di salire con relativa facilità. All´uscita sul ripiano superiore, si trovano 2 spit di sosta all´estremità destra della placca (faccia a monte) ed un cavo d´ acciaio poco oltre (15 m). L2: Di conserva si segue una cengia erbosa sulla sinistra che gira lo spigolo, quindi si scende obliquando all´ evidente sentiero di salita poco sopra il quale, in corrispondenza di uno sperone nerastro, si trovano i due fittoni di sosta (25 m). L3: Si sale lo sperone ("Sperone delle Clessidre"), costituito da balze rocciose intervallate da cenge erbose, all´inizio facilmente, poi per una spanciatura (III+) seguita da un tratto più semplice ed un´altra leggera "pancia", poi lungo una fessura breve ma piuttosto tecnica (IV-) che porta ad un pianerottolo (sosta con catena), oltre il quale si raggiunge quasi in piano la comoda sosta alla base del diedro del tramviere (35 m, 4 fix + la sosta intermedia). L4: Trascurando la via a fix molto ravvicinati che sale la faccia destra del diedro (altra sosta alla base del suo spigolo), lo si risale in centro, appoggiandosi a sinistra (III+/IV)), fino al piccolo tetto che ne chiude l´uscita, si traversa quindi in esposizione verso sinistra ad un minuscolo pianerottolo (IV+), dal quale rimontata un´altra breve placca (III) si supera con una spaccata una fenditura, raggiungendo gli spit di sosta (25m, 4 fix). L5: Si risale un breve pendio erboso che precede la "Via dei Camini", in realtà una coppia di diedri paralleli, di cui va risalito quello di sinistra. I primi passaggi sono piuttosto facili (III), poi oltre un canalino gradinato si arriva alla base del diedro vero e proprio, leggermente inclinato a sinistra. Con arrampicata delicata e faticosa (IV, un passo di IV+) lo si vince, uscendone a destra, su ampia cengia dove si trovano varie soste (30 m, 5 fix). L6: Si attacca la sovrastante paretina, verticale ma molto articolata (III), facendo attenzione a qualche lama instabile. Raggiunto un pulpito, si supera una piccola "pancia" (III+), giungendo alla sosta, sovrastata dall´ imponente Diedro Gozzini (20 m, tre fix). L7: Per una brevissima crestina rocciosa ci si porta ad un ripiano erboso, aggirando sulla destra un risalto roccioso lungo un ripido canalino, quindi piegando verso sinistra si risalgono delle umide roccette, facili ma esposte, fino alla comoda sosta alla base del diedro (II, 35 m, tiro eventualmente in conserva). L8: Lunghezza chiave della via. Piegando a destra, si entra nel diedro, affrontando una placchetta di roccia chiara con scarsi appoggi (IV+) che obbliga ad un faticoso lavoro di braccia. Superatala, la salita si fa un più facile, sebbene si mantenga sempre impegnativa ed esposta. Risalito un tratto verticale (IV), si prende una spaccatura che conduce alla sosta, oramai alla fine delle difficoltà (25 m, 4 fix). L9: Con un breve balzo, si scavalca un ultimo scalino, uscendo alla base delle roccette finali, che facilmente conducono alla sommità del Bastione, madonnina e crocifisso (II, 15 m, eventualmente in conserva).
Dalla cima si scendono le roccette retrostanti, portandosi nel canale erboso percorso dal Sentiero Frassati che si segue in discesa. Dopo alcuni tornanti, la traccia si porta su una esposta cengia (cavo d´acciaio, targa) che traversa a lungo verso Nord, poi per pendii erbosi scende molto ripidamente, ancora qualche cavo metallico, fino al pianoro detritico presso l´attacco della "Placca di Ubaldo" (20´ dalla cima), quindi per la via di salita (ore 1,00 dalla cima). Per chi invece, come l´ autore, intendesse ampliare l´ itinerario, anzichè scendere il canale lo si risale brevemente sino alla cresta, quindi a destra in pochi minuti alla Cappellina (711 m), da dove tenendo la diramazione di destra, mantenendosi sul filo di cresta si scende ad un colletto, oltre il quale rimontando facili rocce si raggiunge la Punta Pietralunga (676 m, v. relazione). Tornati al colletto, si riprende la traccia segnalata F1, Sentiero Frassati, che rimanendo sullo spartiacque o poco sotto, scende alla Coletta di Termi (420 m), dalla quale inizia un lungo mezzacosta verso monte. Superato Cave (430 m, cartello indicatore), si arriva infine a Funtanin, da dove per l´ itinerario di salita (ore 1,45 dalla Baiardetta).
Placca di Ubaldo | Via dei Camini | Diedro Gozzini |
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