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Rocca du Fo-Via Andrea e Paolo - 556 m


Relazione della salita - Cima n° 1870


Via Normale Rocca du Fo-Via Andrea e Paolo
La Rocca du Fo dalla cima dell´ avancorpo
Regione: Liguria (GenovaItaliane

Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Liguri - Gruppo Prealpi Liguri

Provincia: Genova

Punto di partenza: Fine strada di Via Sambugo(q. 230 m), Fiorino, Voltri

Versante di salita: NW

Dislivello di salita: 350 m - Totale: 700 m

Tempo di salita: 3.00 h - Totale: 4.00 h

Periodo consigliato: tutto l´anno

Punti di appoggio: nessuno
Tipo di via: Via di roccia
Tipo di percorso: Via di roccia
Difficoltà:   EE - AR - V - D+ (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: no
Cartografia: CARTA F.I.E. 1:25.000, FOGLIO SV-1
Autore: Oliviero B.  Profilo di Oliviero B. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 26/03/2011
Data pubblicazione: 31/03/2011
N° di visualizzazioni: 7758
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Introduzione:

Struttura rocciosa articolata e severa, col suo impervio versante nord la Rocca du Fò (Rocca del Faggio) domina lo sperduto villaggio di Sambuco, in Val Cerùsa, nell´entroterra di Genova Voltri. In realtà, tuttavia, la montagna altro non è che uno sperone roccioso sul fianco del più elevato Bric Pigheggiu (815 m), posto all´estremità orientale del massiccio del Beigua in ambiente molto solitario e severo, aspro e selvaggio. Difatti, il luogo è sempre stato poco frequentato a causa della scarsità di sentieri, mentre l´ esposizione a settentrione fa si che i boschi rimangano umidi ed oscuri anche in stagioni calde. Salito nell´ aprile 2007 da Riccardo Rudino, Christian Roccati e Michele Picco, dopo una precedente parziale chiodatura di 5 tiri da parte del solo Rudino, venne successivamente attrezzato in ottica moderna da Roccati con Ernesto Dotta nel 2009, diventando un´ ascensione molto frequentata dagli appassionati di salite non estreme, ma pregevoli per ambiente e arrampicata di tipo alpinistico sebbene ben protetta. Dedicata da Riccardo Rudino ai suoi due compagni di scalate Andrea Maria (caduto alla Cima Mondini, nelle Marittime, nel giugno del 2003) e Paolo Salata, stroncato da un male incurabile pochi anni dopo, la Andrea e Paolo è davvero entusiasmante, tanto da rubare l´ animo.


Accesso:

Autostrada A10 Genova-Ventimiglia, uscita Genova Voltri. Dall´autostrada si procede sul lungomare a destra, in direzione Savona, fino all´estremità occidentale dell´abitato di Voltri. Quindi si imbocca sulla destra Via delle Fabbriche, che risale la Val Cerusa. Superata la frazione Fabbriche, si procede verso Fiorino, passando sotto ai viadotti dell´ autostrada, per prendere poi una diramazione a sinistra che scende brevemente ed attraversa il rio su un ponte: qui si trascura la diramazione di destra, che sale al paese di Sambuco, per proseguire a sinistra lungo Via Sambugo, che con alcuni tornanti risale nel bosco, supera alcune case (Case Brusinetti, Campo Mattia) e, dopo una breve discesa, risale fino ad uno spiazzo con alcuni box privati, dove termina (230 m circa): parcheggiare qui o in uno degli slarghi lungo la strada.


Descrizione della salita:

Dallo spiazzo si prende il sentiero a sinistra dell´ ultimo box, segnavia rossi, che dopo un primo breve tratto ripido, spiana inoltrandosi in un bel bosco di faggi lungo una tubazione dell´acqua. Guadato un primo rio e superato a destra un masso aggettante, si giunge sul fondovalle, presso il pittoresco Rio Gava, proprio dove questo forma una bella cascata. Lo si attraversa a monte della cascatella, e senza toccare la sponda opposta lo si riattraversa quasi subito, bolli su massi, incontrando subito dopo un bivio. Trascurata la diramazione che sale a sinistra, sentiero di discesa, si prosegue a destra, pressochè in piano sino ad aggirare lo sperone, quindi la traccia si fa più impervia, piegando decisamente a sinistra tra blocchi e roccette (I), per poi seguire il filo di una breve crestina e traversare una pietraia. I segnavia guidano quindi a destra, a mezzacosta superando un ripido canale erboso, oltre il quale si risale alla base di uno sperone nerastro solcato da un bel diedrino e caratterizzato da un masso appoggiato che forma come una finestra. Attacco, barra con anello e spit, scritta sulla roccia "VIA ANDREA E PAOLO", 30´ dalla macchina. L1: Si scala il diedro (III) uscendone a sinistra su placca (IV) che si risale verso destra sino al soprastante ripiano erboso alla base di un risalto dove è posta la sosta, spit con cordone (20 m, 4 spit + 1 chiodo). L2: Dalla sosta con un passo atletico si supera il piccolo strapiombo (IV+), doppiando lo spigolo per proseguire dapprima verso destra poi in verticale, su placca fessurata piuttosto tecnica (IV), quindi si attacca una lama strapiombante ben appigliata (IV+) che conduce in cima al risalto. Sosta con cordone su albero e maillon di calata (20 m, 5 spit + 1 ch). L3: Si prosegue per una decina di metri verso destra (bolli rossi) fino alla base di un evidente diedro obliquo a sinistra. Con passo iniziale piuttosto scomodo, lo si scala faticosamente (V, possibilità di azzerare), per uscirne a sinistra con bel movimento di ristabilizzazione su un´ elegante placca, risalendola sino allo spigolo (IV+), che si segue per alcuni metri fino alla sosta (III). Spit con cordone e maillon di calata (25m, 7 spit). L4: Verso destra si segue un cavetto d´acciaio che lungo una cengetta erbosa porta ad aggirare lo spigolo, conducendo alla base di una placchetta (I+), all´inizio abbattuta (III), poi più verticale (III+). Quindi si traversa qualche metro a destra, poi si rimonta un corto diedrino verticale, con uscita un po´ scomoda (IV+). Sosta alla base del pilastro dell´avancorpo, cordone su albero con maillon di calata (35 m, 5 spit +1 ch + cordino su alberello subito prima della sosta). L5: Dalla sosta si traversa a sinistra per erba sin dove il profilo della parete vi affonda, quindi si sale una breve placca che porta a un pilastro. Si continua verso destra, andando ad agguantare una lama netta (IV+), che porta verso sinistra al passo chiave del tiro : pochi appigli (V) permettono di superarlo, proseguendo su placca verso sinistra, poi in un canale fino alla sosta, spit con cordone e maillon di calata (35 m, 12 spit + 1 ch). L6: Si continua verso destra per placca abbattuta sino ad un bel pilastro, se ne sale il muro a lame con bella arrampicata in parte in Dulfer (V, attenzione ad una grossa scaglia mobile!), dopodichè si effettua un fantastico, esposto traverso a sinistra (IV) lungo un´ esile cengia a lama, montando infine su di un grosso masso ,"Testa del Camaleonte", dove si sosta, 2 spit con cordone e maillon di calata (25 m 6 fix + 2 ch +1 cordone). L7: Dalla sosta si scala la placchetta immediatamente sovrastante, talvolta umida (IV, lo spit a destra rischia di angolare un po´ troppo la corda), e si va ad attaccare un diedrino formato da alcuni grossi massi (V-). Si piega poi verso sinistra, aggirando uno sperone e rimontando un altro breve diedro con uscita strapiombante (IV+) che porta in vetta all´avancorpo. Sosta su 2 spit + cordone con maillon (30 m 6 fix + 4 ch). Procedendo di conserva, si percorre la facile ma aerea cresta a blocchi fin sotto la cuspide sommitale, risalendovi per traccia tra erba e pietrame. L´ attacco è posto a sinistra, bolli e spit. L8: Si attacca una bellissima muraglia verticale, con ottime tacche (IV+) che si scala obliquando a sinistra sino ad un breve strapiombetto (V-), superato il quale si riprende su splendida placca, all´inizio appoggiata (III, cordone per eventuale sosta intermedia) poi più verticale (III+) fino al terrazzino erboso alla base dello spigolo finale. Sosta su 2 spit + cordone con maillon (30 m, 11 spit, 2 ch). L9: Si attacca lo spigolo, all´inizio direttamente o sulla destra (IV), poi con una esposta traversata verso sinistra (IV+) ci si porta sul lato nord, per risalire infine sul filo (III) sino alla sommità. Sosta su 2 spit con cordone e maillon (15 m, 5 spit). Il punto più alto è pochi metri a destra.


Discesa:

Dalla vetta si seguono i bolli rossi che verso sinistra guidano in un canalino sovrastato da uno sperone roccioso, lo si discende per massi ed una placca (attenzione), quindi si traversa la testata di un vallonetto e si sale ad un poggio erboso dove si svolta decisamente a destra risalendo per alcune decine di metri fino alla sommità di un costone alberato. Dalla spalla, si riprende a scendere attraversando un intricato forteto di eriche di circa 25 m e poco dopo una radura, raggiungendo una postazione di caccia che si oltrepassa a sinistra. Il sentiero, sempre più ripido, conduce nel bosco, guadando un torrente per continuare su un piccolo crinale e raggiungere gli ultimi prati sino al guado del torrente principale superato all´ andata. Non resta che riattraversare e seguire a ritroso l´ itinerario di salita.


Note:

Splendida ascensione in ambiente suggestivo, ottimamente attrezzata, consente un´ entusiasmante arrampicata sempre sicura, con la possibilità di azzerare tutti i passaggi più impegnativi.


© VieNormali.it

Via Normale Rocca du Fo-Via Andrea e Paolo - Il diedro iniziale. Via Normale Rocca du Fo-Via Andrea e Paolo - Il traverso del sesto tiro Via Normale Rocca du Fo-Via Andrea e Paolo - Lo strapiombino della L8.
Il diedro iniziale. Il traverso del sesto tiro Lo strapiombino della L8.


Revisione: relazione rivista e corretta il 07/09/2011 dalla redazione di VieNormali.it

  



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