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La cima e l’itinerario di salita |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Masino Provincia: Sondrio Punto di partenza: Prímolo (q. 1274 m) Valmalenco Versante di salita: S-SW Dislivello di salita: 1600 m - Totale: 3200 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 8,30 h Periodo consigliato: estate |
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Imponente bastionata rocciosa che da W domina buona parte della Valmalenco. Con i satelliti Punta di Val Orsera e Pizzo di Prímolo, forma un vero e proprio massiccio e rappresenta una delle ultime elevazioni ad E del Gruppo Masino-Disgrazia. La via normale da S e per la cresta SW, è facile ma non banale, in particolare se la cresta è innevata. È una bellissima escursione che ci porta alla scoperta della solitaria e selvaggia Val Sassersa e dei suoi laghetti. Dalla vetta il panorama circolare sui monti della Valmalenco è stupedo e giustamente rinomato, in particolare sull’intero Gruppo del Bernina e sui paesi della valle.
Da Sondrio (parte occidentale della città) si prende la strada per la Valmalenco. Giunti a Chiesa in Valmalenco si segue la carrozzabile, stretta e asfaltata, che sale alla frazione di Prímolo. Prima di arrivare alla chiesa di questo paese, si svolta a sinistra e si prosegue fino al termine della stradina, in parte asfaltata e in parte sterrata, a circa (q. 1350 m). Parcheggi limitati.
Dalla piazzola del parcheggio, tralasciando il sentiero con diversi cartelli segnaletici che verso sinistra si abbassa di alcuni metri, s’imbocca quello a destra, che è più diretto e segnala l’Alpe Pradaccio a 50 minuti. Il sentiero, alquanto stretto, sale con pendenza regolare in direzione SW, supera poi con numerose svolte un bosco di larici e raggiunge la vasta radura dell’alpe citato (q. 1725 m). Da qui è ben visibile, verso W, il lungo vallone di Sassersa da risalire. Oltre l’alpe si prosegue fra radi pini mughi e si arriva all’inizio del pietroso e ripido vallone, ci attendono ora circa 600 m di dislivello per raggiungere il primo laghetto di Sassersa. Il sentiero lascia il posto a tracce sempre ben segnalate e, dapprima sulla destra, poi al centro ed infine a sinistra del vallone, si sale a lungo, serpeggiando fra i detriti e i rossastri risalti rocciosi, fino a superare la soglia del vallone. Poco oltre si arriva al laghetto di Sassersa inferiore (q. 2368 m). Tralasciando il sentiero, dal margine E del laghetto si sale in direzione NE e per rocce e sfasciumi, si arriva ad W della conca con il laghetto di (q. 2400 m). Proseguendo ora verso N sulla distesa di ganda (vedi foto principale), si va a raggiunge l’evidente canale posto a sinistra dell’anticima del Monte Braccia. Lo si risale su detriti fin quasi a metà, qui si offrono 2 possibilità per raggiungere la cresta SW:
1) si traversa a destra e si risalgono in obliquo le roccette sotto l’anticima, per poi salire e raggiungere la cresta;
2) si risale il canale fino al suo termine e volgendo verso destra, si supera facilmente l’anticima.
In entrambi i casi, si segue la facile cresta fin sotto la torre finale. Quest´ultima all´inizio presenta un risalto verticale di circa 3 m, che si può superare direttamente, oppure aggirare a destra, lungo una stretta ed esposta cengia obliqua. Segue poi un ripido pendio di sfasciumi che immette in uno stretto canaletto di rocce rotte, al cui termine si arriva in vetta.
Come per la salita.
La vetta dalla cresta SW | Il panorama di vetta verso ESE | Il canaletto, il ripido pendio innevato e la cresta SW, dalla vetta |
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