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![]() Punta Querzola dal Piano delle Sagàge. |
Regione: Liguria (Genova) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Liguri - Gruppo Alpi Liguri Provincia: Genova Punto di partenza: Campo (q. 150 m), Cogoleto Versante di salita: SW Dislivello di salita: 600 m - Totale: 1200 m Tempo di salita: 3.30 h - Totale: 5,00 h Periodo consigliato: tutto l´anno, evitare i mesi più caldi. |
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Posta all´estremità di un breve sperone che si origina dalla Rocca Turchina (840 m), sul costone che dal Monte Argentèa si protende verso Sud a separare il vallone del Rio di Lerca da quello del Torrente Lerone, la Punta Querzola si slancia ardita verso il cielo, ultimo contrafforte della costiera orientata a W che dalla Rocca Turchina rileva le tre quote della Punta Cinè (788 m), della Punta Tuschetti (763 m) e, appunto, della Punta Querzola (700 m circa), prima di precipitare con un imponente appicco roccioso sull´erboso Piano delle Segàge, nella media Valle di Lerca, proprio in faccia all´imponente versante orientale del Monte Rama (1150 m). Lungo questo appicco, attraverso una serie di diedri e speroni, si articolava la storica "Via dei diedri", caduta nell´ oblio come molte altre vie della zona per più di 40 anni, e "riscoperta" e riattrezzata nel 96 col nome ´Il ritorno dei matti´: qui l´arrampicata è sicuramente meno tecnica ed elegante di quella sulle placche finalesi, ma consente di scalare in ambiente più alpestre, appartato e un po´ meno "addomesticato
Autostrada A10 Genova-Ventimiglia, uscita di Arenzano. Dal casello, si prende verso destra l´Aurelia per Cogoleto ma, appena la strada inizia a scendere, si imbocca una stradina a destra. Una breve discesa porta ad attraversare la zona industriale all´inizio della Val Lerone, poi seguendo il torrente si supera un´agriturismo e, con qualche tornante, si raggiungono le case sparse di Campo (130 m circa). Si sale sino al termine della stradina, dove si lascia l´auto (scarse possibilità di parcheggio).
Dal termine della strada, si prende una carrareccia erbosa che sale sulla destra ,sbarra bianca, segnavia "triangolo rosso", che guadagna subito quota con alcuni tornanti, per poi aggirare uno sperone boscoso e inserirsi, nel vallone del Rio di Lerca. Si prosegue con salita costante, con belle vedute sulle strutture rocciose del Bric Camulà (817 m) e sull´imponente Monte Rama dall´ altra parte della valle. Lasciate a destra le deviazioni per il Monte Argentea (stella bianca) e il sentiero dell´ ingegnere, si giunge ad una ripida pietraia con muri a secco prima della quale si prende una bella mulattiera sulla destra, sempre segnavia "triangolo rosso", che dopo un primo tratto pianeggiante, prosegue a salire per boschi e pietraie. Superati un paio di modesti rii, si oltrepassa il Torrente Cinè (scritta su masso) subito dopo il quale sulla destra si stacca la traccia che porta all´ attacco della Via Miramare alla Rocca Turchina, quindi la mulattiera entra in un rado bosco di pini per uscirne più in alto, all´inizio dell´ondulato ed erboso Piano delle Segàge (637 m, h 1,15 da Campo): impressionante veduta sull´incombente appicco della Punta Querzola. Il sentiero risale il prato sul suo margine inferiore fino al modesto casolare (ristrutturato molto spartanamente, siero antivipera) che può offrire occasionale riparo. Dal casolare si traversa in quota l´ampio ripiano verso destra, puntando ad un´ evidente targa commemorativa, una quindicina di metri sotto la quale è posto l´ attacco, alla base di uno scuro diedro verticale, scritta semicancellata "Il ritorno dei matti". L1: Si attacca sulla destra il diedro, all´inizio leggermente strapiombante (IV), poi più facile (III+), fino alla sommità (4 chiodi, 15 metri), sosta su spuntone poco definito, oppure proseguire lungo l´ evidente cengia erbosa verso destra sino a circa metà dove se ne trova uno migliore sebbene più scomodo. L2: Si riprende sino al termine della cengia, arrivando alla base di un secondo, più lungo diedro: lo si scala sulla sua faccia di destra (III+, 4 chiodi) portandosi alla cengia sovrastante, sosta con catena; L3: Si sale un altro breve diedro (III, 2 chiodi), poi si segue un´ affilata crestina, si scavalca uno spuntone e si risale un corto canalino erboso; quindi un breve gradino verso sinistra conduce ad un pianerottolo ai piedi di un marcato sperone, sosta su ottima clessidra con fettuccia poco affidabile da integrare. L4: Si attacca lo sperone a sinistra del filo, piuttosto verticale ma ben appigliato (III+, 2 chiodi),quindi si devia verso sinistra per cengetta, per poi risalire dritti (III, 1 chiodo) ed uscire sull´ampia cengia erbosa alla base del salto finale, sosta 5 m a sinistra su chiodo e spuntone. L5: Si sale per rocce verticali ma ben appigliate (IV, 4 chiodi) fino alla base di uno stretto diedro leggermente strapiombante, che si supera con bella e tecnica arrampicata (IV+, 3 chiodi). Una volta fuori , possibilità di proteggersi su alberello, per rocce esposte ma più facili (III, 1 chiodo) si raggiunge l´aerea sommità di Punta Querzola ,dove si trova piccola croce.
Dalla vetta si percorre la breve ma aerea cresta rocciosa che conduce all´intaglio erboso alla base della scura parete di Punta Tuschetti. Di qui si scende verso sinistra, lato Sagàge, in un canale detritico, e facendo attenzione a non far cadere pietre lo si discende, appoggiando a destra quando questo compie un salto. Su ripido pendio erboso, costeggiando poi un a piccola pietraia, si torna velocemente nei pressi dell´attacco, da dove scendendo per rado bosco a sinistra di un canale, si incontra il sentiero dell´andata, lungo il quale si ritorna a Campo (1 ora dalla vetta).
Bella via, piuttosto elegante e continua, merita di venire salita, soprattutto nelle mezze stagioni, periodo ideale. La qualità della roccia è generalmente buona, ma soprattutto nel 3° e 4° tiro bisogna prestare una certa attenzione per alcune lame instabili. Le soste sono tutte da attrezzare eccetto quella del 2° tiro, e anche se l´ autore ha utilizzato solo i chiodi min parete, è opportuno portare qualche nut e friends oltre ad un buon numero di cordini. Ambiente particolare e solitario, per un alpinismo di ricerca. Evitare le giornate fredde, in quanto sviluppandosi prevalentemente sul versante NW dello sperone la via resta in ombra per tutta la mattinata.
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Il diedreo del secondo tiro | L´ ultimo tiro | In vetta |
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