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Tracciato della via di salita |
Regione: Val Aosta (Aosta)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Graie - Gruppo Gran Paradiso Provincia: Aosta Punto di partenza: Pravieux (q. 1870 m) Versante di salita: N Dislivello di salita: 2191 m - Totale: 4382 m Tempo di salita: 10,00 h - Totale: 15,00 h Periodo consigliato: giugno - luglio |
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Il Gran Paradiso (q. 4061 m) è una montagna delle Alpi Graie. La vetta è totalmente in Valle d´Aosta anche se la sezione meridionale del suo massiccio arriva sino in Piemonte. La cima è al confine fra i comuni di Cogne e Valsavarenche ed è l´unica cima completamente italiana che supera i 4000 metri. Dai fianchi della montagna scendono diversi ghiacciai: dal versante occidentale verso la Valsavarenche scendono il ghiacciaio del Gran Paradiso ed il ghiacciaio del Laveciau, nel versante orientale verso la val di Cogne scende il ghiacciaio della Tribolazione. Le due principali vie di ascesa sono le vie normali dal rifugio Vittorio Emanuele e Federico Chaboad. Da quest’ultimo è possibile anche scalare la montagna per la sua bellissima parete nord. Una classica via di ghiaccio che attira numerosi alpinisti da tutto il mondo. Dall´epoca della prima ascensione (Bon,Chabod,Cretier nel 1930 per la crestina rocciosa di sinistra e Bertolone, Cappa,Giorda nel 1958 interamente su ghiaccio) la parete nord ha subito profondi cambiamenti. Del grosso seracco nella parte mediana è rimasto soltanto una gobba appena accennata, mentre quello superiore si sta progressivamente assottigliando, oggi il pendio è più liscio ed uniforme e l´ascensione risulta quindi più agevole.
Da Aosta seguire la strada statale 26 sino a Villeneuve e imboccare la regionale per Valsavaranche. Giunti in località Pravieux (q. 1870 m) ,circa 3 km a valle di Pont, parcheggiare in un´ampio slargo sulla sinistra in prossimità del ponte sul torrente Savara. Attraversare il ponte ed imboccare la mulattiera che porta all´alpeggio di Lavassey. Al bivio seguire il sentiero a destra che si snoda ai piedi delle rocce della Costa Savolère e successivamente sale ripido al rifugio Chabod (q 2750 m) dove normalmente si pernotta. Ore 2.00 dal parcheggio. Dal rifugio si ha una visuale perfetta sulla parete nord ovest del Gran Paradiso. Oltrepassare il locale invernale e seguire il sentiero che porta alla presa dell´acquedotto (tubo nero conduttura idrica a tratti visibile), attraversare il torrente e salire sulla sommità del crestone morenico che separa i ghiacciai di Moncorvè e di Laveciau (ometti segnavia). Proseguire sulla cresta a tratti ripida sino a mettere piede sul margine destro orografico del ghiacciaio di Laveciau (q. 3200 m.). Ore 1.30 dal rifugio. Proseguire in direzione della parete tenendosi a distanza di sicurezza dalla seraccata pensile posta sopra il costone roccioso del Piccolo Paradiso, superata qualche gobba gradualmente il pendio s´impenna fino a raggiungere la crepaccia terminale (q. 3500 m. circa). Ore 2.00 dal rifugio.
La linea di salita più seguita è lo scivolo di neve e ghiaccio compreso tra la crestina rocciosa di sinistra e la proiezione verticale del seracco pensile superiore. Superata la crepaccia terminale nel punto più agevole (di solito al centro) proseguire in verticale inizialmente su pendenze di circa 45°. Giunti in prossimità del seracco pensile superiore piegare a sinistra (50°/55°) e raggiungere la crestina nord-est, nevosa e affilata che conduce in pochi minuti alla madonnina di vetta. La via ha uno sviluppo di circa 550 m con un’ inclinazione di 45° nella prima metà e di 50°/55° nella seconda parte. Per quanto riguarda i tempi di salita bisogna tenere conto principalmente di due fattori. Il primo: le condizioni della parete. Normalmente ad inizio della stagione estiva la parete è in ottime condizioni con neve dura portante ed è ben proteggibile, con viti da ghiaccio, scavando un poco nella neve. La salita diventa più impegnativa sia fisicamente che tecnicamente se affrontata in tarda estate su ghiaccio vivo (come nel nostro caso). Il secondo fattore riguarda il tipo di progressione usata (tiri di corda, conserva protetta, slegati). Normalmente si alterna una progressione in conserva protetta a qualche tiro di corda nella parte più ripida o dove affiora ghiaccio vivo. Tenendo conto di queste considerazioni i tempi di salita variano normalmente tra le 3 e le 6 ore dall’attacco.
Dal pulpito roccioso della vetta calarsi obliquamente a sinistra (ovest) per circa 6 metri e raggiungere un comodo terrazzino (calata attrezzata da una fettuccia attorno ad un masso). Proseguire in cresta affrontando alcuni tratti esposti (corde fisse) e aggirare a destra il pulpito roccioso dove è posizionata la statua della Madonna. Attraversare la crepaccia terminale e piegare a destra traversando ai piedi del torrione Roc fino a raggiungere il colle della Becca di Moncorvè (q. 3850 m). Proseguire in discesa e portarsi sulla cresta nevosa denominata Schiena d´Asino (q. 3700 m). Piegare a destra imboccando il vallone glaciale che collega il ghiacciaio del Gran Paradiso con quello di Laveciau; per ripidi pendii portarsi alla base della cresta nord-ovest (q. 3300 m) e proseguire in diagonale a destra (faccia a valle) aggirando grandi crepacci e raggiungendo il crestone morenico percorso all’andata per l’avvicinamento alla base della parete, fino al rifugio Chaboad. Ore 3.00 dalla cima.
Salita di grande soddisfazione. Un classica alpinistica su ghiaccio che si svolge in ambiente grandioso. Informarsi oltre che sulle condizioni della parte anche su quelle della via di discesa verso lo Chaboad. Se non dovesse essere tracciata è possibile scendere dalla vetta lungo la normale che porta al rifugio Vittorio Emanuele. Da li in 1.30 si arriva a Pont (q. 1960 m) a 3 km di distanza da Pravieux.
Sulla parte iniziale della parete | In piena parete nord | Sulla delicata uscita in cresta |
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Elenco delle scalate... |
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