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Il Pizzo Campanile da WSW |
Regione: Lombardia (Como)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo Catena Mesolcina Provincia: Como Punto di partenza: Caiasco (q. 1003 m) Versante di salita: SW-E-SW Dislivello di salita: 1460 m - Totale: 2920 m Tempo di salita: 4,45 h - Totale: 9,30 h Periodo consigliato: estate |
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Il Pizzo Campanile è una delle cime più rappresentative dei Monti dell´Alto Làrio. Un´imponente torre di roccia verticale, se osservato dal suo lato migliore, la parete E, dove sono state aperte numerose ed impegnative vie di arrampicata. Dalla Valle del Dosso, dove passa la via normale, è l´elevazione più orientale del complesso castello roccioso, alla testata della valle, che comprende anche il Pizzo Martello e il Pizzo Caurga. Grazie alla posizione di vertice, rispetto alle 4 valli limitrofe, offre un panorama incantevole in tutte le direzioni. La via normale di salita da SW, per niente banale, è facile (F) solo se in buone condizioni. Oltre la Bocchetta di Lavreno, la salita diventa molto ripida e in diversi punti le cenge erbose e le roccette sono abbastanza esposte. Inoltre, il continuo cambiamento del versante di salita richiede un buon senso di orientamento. In particolare (per esperienza personale) dopo aver superato l´intaglio sulla cresta SSE, mentre si attraversa la parete SW, è importante voltasi per memorizzare il punto esatto dell´intaglio, per non avere problemi al ritorno. Corda e imbrago servono solo per i meno esperti.
Da Gravedona, sul lago di Como, si percorre la strada che conduce a Dosso del Liro. Qui si passa davanti alla chiesa e seguendo alcuni stretti tornanti, ci si porta al limite superiore del paese. La strada prosegue poi in direzione NW, inizialmente asfaltata poi sterrata e al termine conduce alla località di Caiasco (q.1003 m), dove c´è un piccolo posteggio.
Da Caiasco si segue la stradina che, prevalentemente pianeggiante e con alcuni saliscendi, in direzione N conduce alle località di Sciresa, Cucchetta, Cascinotta e la Foppa. Presso quest´ultima località nel giugno 2010 terminava la stradina in costruzione. Si prosegue quindi su di un sentiero ben marcato e in breve si giunge all´Alpe Porcile e poco oltre si attraversa il torrente al ponte di Madri (q. 1185 m). Si sale all´Alpe di Madri dove termina la vegetazione di alto fusto, entrando di fatto nell´alta Valle del Dosso, una valle sorprendentemente rettilinea, selvaggia, dai fianchi molto scoscesi, dove i coni delle valanghe ricoprono il torrente fino a stagione estiva inoltrata. Dall´Alpe di Madri in poi il sentiero diventa meno evidente e si risale la valle solo su tracce e qualche raro segno rosso, dapprima a sinistra (salendo) del torrente, poi a destra ed infine di nuovo a sinistra. Si procede quindi fra cespugli e colate di detriti fino a giungere sotto il ripido pendio roccioso che chiude la valle. Vi sono 2 alternative per il superamento di questo ripido risalto:
1) la prima è quella di seguire il sentierino, a tratti esposto, poco a sinistra (salendo) dell´incassato corso del torrente (a tale proposito vedi relazione e foto scalata: Pizzo Paglia);
2) la seconda, dal percorso più diretto ma senza sentierino, è di seguire ancora per un pò il corso del torrente e poi salire a destra un pendio di detriti e bassi cespugli, non troppo faticoso, traversando di fatto in obliquo sotto la fascia rocciosa.
Optando per la seconda alternativa (vedi anche foto scalate), si raggiunge la sommità della fascia rocciosa al margine orientale. Da qui si salgono, con percorso intuitivo, gli ampi pendii erbosi e detritici in direzione dell´evidente Bocchetta di Lavreno. Il canale che adduce alla bocchetta è ripido ma facile e raggiunto il vertice si entra, per mezzo di una cengia, nella parete E del Pizzo Campanile. Si segue la cengia per pochi metri e si sale poi, verso sinistra, un largo canale (presenti alcuni ometti di pietra) che si restringe in alto. Nel canale, dapprima si arrampicano le ripide roccette verso destra, per poi traversare verso sinistra fino a raggiungere un intaglio sulla cresta SSE. Dall´intaglio si scende brevemente e si attraversa la parete SW, su cenge erbose ripide, in direzione della cresta W. Prima di raggiungere questa cresta si sale un facile canaletto e sulle tracce di un sentierino si svolta a destra, in direzione della vetta, che viene raggiunta su roccette ripide ma facili.
Come per la salita.
Nota 1:
la Carta Nazionale della Svizzera, che comprende anche una parte del territorio italiano limitrofo, è rinomata per la precisione e la perfetta riproduzione dei particolari. Va comunque precisato che la zona italiana del Pizzo Campanile e della Bocchetta di Lavreno, non è molto esatta. Inoltre la N. 277 - Roveredo 1:50000 (edizione 1983) riporta l´errata scritta: P. Martel, al posto di P. Campanile. In ogni caso sono sempre le migliori.
Nota 2:
lungo l´itinerario non è presente alcun punto d´appoggio. I pendii erbosi e detritici che precedono la salita alla Bocchetta di Lavreno, possono comunque essere raggiunti anche da E, dalla Capanna Como (q. 1790 m), situata presso il Lago di Darengo. Punto di partenza per raggiungere la capanna è il Paese di Livo. La difficoltà del percorso e i tempi di percorrenza, indicati qui di seguito, sono riportati dalla Guida dei Monti d´Italia del CAI/TCI: Mesolcina-Spuga, Monti dell´Alto Làrio:
- da Livo alla Capanna Como, attraverso la Valle di Darengo: difficoltà (E), tempo di percorrenza h 3,30
- dalla Capanna Como ai pendii citati, attraverso il Passo dell´Orso, situato sulla cresta della Gratella: difficoltà (EE) ma esposto, tempo di percorrenza h 1,30
I 2 percorsi per superare la fascia rocciosa e quello di salita alla vetta | L´intaglio sulla cresta SSE, lato W | Panorama di vetta verso il Fil del Martel e Pizzo Paglia |
Guarda la fotoscalata di Pizzo Campanile Ultime 20 scalate... Elenco delle scalate... |
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