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Il Moregallo. Al centro, a forma di becca rivolta verso l´ alto, la Cresta OSA. |
Regione: Lombardia (Lecco)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Prealpi Lombarde - Gruppo Triangolo Lariano Provincia: Lecco Punto di partenza: Valmadrera (q. 300 m) Versante di salita: S Dislivello di salita: 975 m - Totale: 1950 m Tempo di salita: 4.30 h - Totale: 6.00 h Periodo consigliato: tutto l´anno |
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Posto di fronte a Lecco sull´ opposta sponda del lago, nonostante la quota modesta il Moregallo presenta un dirupato quanto imponente versante settentrionale, mentre a meridione mostra solari ed articolate pareti di ottimo calcare confuse tra innumerevoli torrioni, con una suggestiva immagine di caotica bellezza. La cresta O.S.A. (Organizzazione Sportiva Alpinisti) qui proposta, una classica del Triangolo Lariano, si sviluppa infatti su splendida roccia solida e lavorata, ricca di buchi, scagliette e clessidre che garantiscono un´ arrampicata divertente sebbene discontinua, con ottime possibilità di utilizzare protezioni veloci poiché in via si trovano pochissimi chiodi, ed anche le soste sono generalmente da attrezzare. Per la salita è sufficiente una corda da 50 metri, qualche nut e friend. Sviluppo 500 metri circa. Sconsigliabile d´estate per il troppo caldo.
Da Milano superstrada per Lecco, uscita Valmadrera. Giunti in paese, nei pressi della chiesa, si seguono le indicazioni per San Tomaso, cui giunge una stradina sterrata vietata al traffico non autorizzato. Piccolo parcheggio poco prima della sbarra con cartelli indicatori.
Dalla sbarra si imbocca il sentiero n.7 per il fontanino di Sambrosera (indicazioni Cresta OSA) che si raggiunge in 30/40 minuti. Subito prima dello spiazzo con panche e tavoli antistanti il fontanino, si prende a destra il sentiero n.6 per il Moregallo, che con alcuni tratti ripidi porta dapprima al bivio per la cresta 50° CAI e quindi ad una bocchetta dove (indicazioni) si prende una traccia sulla sinistra che in pochi minuti conduce ad un´ampia piazzuola alla base dello spigolo roccioso dove è posto l´attacco, ore 1,15 complessive.
L1: Si sale lo speroncino a sinistra, o direttamente, oppure lungo la spaccatura alla sua sinistra, su ottima roccia lavorata, ricca di clessidre e spuntoni, fessure e placchette a buchi (II e III), sempre restando nei pressi del filo dello sperone sino ad un terrazzino (possibile sosta). In forte esposizione, ci si sposta a sinistra del filo, superando alcuni metri più difficili (III+) sino a portarsi sulla cima dello sperone, dove si sosta su spuntone (35 m).
L2: Si prosegue lungo la cresta ora abbattuta, ma irta di spuntoni che tuttavia si superano facilmente sulla sinistra (II), quindi dopo un ultimo breve tratto su sentiero ci si porta ad una piazzuola ai piedi di un risalto. Sosta su spuntone, a destra di un evidente canalino (25 m).
L3: Alzandosi in diagonale verso sinistra, si supera il risalto sfruttando una spaccatura ed una scaglia lievemente aggettante (III+, passaggio un po´ faticoso) per poi proseguire aggirando sulla sinistra un evidente becco roccioso e superando quindi una placchetta verticale (III) ben provvista di buchi e solide scagliette. Dopodichè si rimontano in successione una placchetta più abbattuta (II), ed un diedrino che si risale per la sua parete di destra (II+), arrivando alla base di una paretina con a sinistra una piccola torre staccata. Sosta su alberello o spuntone (45 m).
L4: Si sale per la spaccatura a sinistra della sosta, tra lo sperone principale e la piccola torre staccata, continuando poi sul filo sino ad un vecchio chiodo con cavetto metallico, dal quale spostandosi un po´ sulla sinistra, ci si porta ad una spaccatura, lungo la quale (IV) si riguadagna il filo (in alternativa dal cavetto si può salire direttamente in verticale sfruttando piccoli ma solidi appigli, IV+). Infine, superato un primo verticale ma facile saltino (II), seguito da un secondo più verticale (III), si sosta su clessidra ed un paio di spuntoni (25 m).
L5: Facilmente lungo la cresta, dapprima per roccette elementari, quindi per tracce di sentiero sino alla base di un evidente camino. Sosta su anelli cementati alla sua destra (25 m).
L6: Con arrampicata non banale si risale il profondo camino che presenta appigli ed appoggi lisci piuttosto scivolosi (III, possibilità di assicurarsi su sasso incastrato), uscendone sulla destra per buone manigliette, oppure superandolo integralmente (più difficile). Sosta su albero (20 m).
L7 e L8: Senza uscire sull´ infido prato a destra, si percorrono le due semplici lunghezze costituite da placchette e piccoli saltini di roccia (III/II) che si concludono su un facile pendio erboso in corrispondenza dell´innesto, da sinistra, della cresta 50° CAI. (90 m).
Di conserva, si procede lungo l´evidente sentierino, scavalcando un dosso per poi scendere ad un intaglio alla base di una ripida paretina verticale. (Possibilità di uscire dalla via utilizzando un sentierino che verso destra conduce al segnavia n.6 a poca distanza dalla vetta).
L9: Tiro breve, evitabile sulla destra, risale la paretina alta una decina di metri che si attacca in corrispondenza di una evidente spaccatura che si segue sino ad una clessidra (IV, possibilità di proteggersi con un friend piccolo), raggiunta la quale ci si sposta decisamente a destra in un breve traverso, per poi riprendere in verticale fino a alla sommità della parete dapprima su buone tacchette (IV) ed infine per un facile ma infido tratto ghiaioso. Sosta su evidente fittone (15 m).
Dalla sommità della paretina si segue ancora un sentierino che in breve, evitando la deviazione a sinistra per il canalone Belasa porta alla base dell´ultimo tratto di cresta, dove bisogna prestare estrema attenzione alla friabilità della roccia.
L10: Evitando il canale di roccia marcia giallastra sulla sinistra, si risalgono in verticale le rocce a destra, un po´ erbose e non del tutto stabili (II) sin quando non diviene conveniente traversare a destra verso uno speroncino di roccia più solida (II+) che porta ad una sosta su spit (35 m).
L11: Per roccette elementari e tracce di sentiero si raggiunge un caratteristico tratto di cresta orizzontale che forma una sorta di ponte naturale in roccia, stretto ed esposto. Con emozionante passaggio lo si attraversa senza difficoltà, quindi aggirato un muretto sulla sinistra, si supera un ennesimo breve saltino (II), sostandovi poco sopra su spuntoni (40 m).
Per traccia si passa a destra dell´ ultima torretta che a, a propria discrezione, è possibile salire come fatto dall´ autore.
L12: Una volta sotto la sua verticale, si risale per roccia non buona verso lo spigolo di sinistra (III, delicato), afferrato il quale, in forte esposizione si gira sul versante opposo. Quindi, tenendosi all´ affilato spigolo, saldo più di quanto si potrebbe credere, si raggiugono i prati soprastanti, lungo i quali per tracce alla vetta.
Dalla cima si può tornare al fontanino di Sambrosera o scendendo la cresta SW verso la bocchetta di Moregge ed il rifugio SEV dei Corni di Canzo (tratti attrezzati), oppure per la cresta est e la bocchetta di Sambrosera, ripassando nei pressi dell´attacco. Infine, dal fontanino a Valmadrera per l´ itinerario di salita. Per maggiori dettagli, si veda la relazione della via normale.
Bella, facile seppur discontinua arrampicata, la Cresta OSA ben si presta a salite invernali quando neve e gelo impediscono ascensioni a quote più elevate.
La prima lunghezza | La spaccatura del III tiro.... | ....il camino del sesto |
Ultime 20 scalate...
Elenco delle scalate... |
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