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Il Sasso Moro dal percorso di discesa, prima del vallone |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Bernina Provincia: Sondrio Punto di partenza: Diga di Campo Moro (q. 1990 m) Valmalenco Versante di salita: NW Dislivello di salita: 1120 m - Totale: 2240 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 8,30 h Periodo consigliato: estate |
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Il Sasso Moro è una montagna imponente situata a N degli invasi artificiali di Campo Moro e di Gera, a metà strada fra il Pizzo Scalino a S e i colossi del Bernina a N, quindi nel cuore del settore lombardo del gruppo. Per un raggio di diversi km ha pochi rivali in altezza, il che è tutto dire riguardo al panorama, considerato a ragione il migliore e il più completo sull´intero gruppo.
Le vie normali per l´ascesa passano dai versanti settentrionali NW e NE, ottimi punti d´appoggio sono rispettivamente il Rifugio Carate e il Rifugio Bignami, il breve dislivello di salita permette comunque di affrontare l´intero percorso in giornata, con partenza e arrivo a Campo Moro. L´escursione ad anello riportata qui di seguito in sintesi prevede: partenza dalla diga di Campo Moro, salita dal versante W e per la cresta NW, discesa per il versante (vallone) NE, Rifugio Bignami e ritorno a Campo Moro, ovviamente il percorso può essere effettuato al contrario. Corda e imbrago non sono necessari ma potrebbero servire ai meno esperti.
Da Sondrio (parte occidentale della città) si segue la strada per la Valmalenco. Giunti a Chiesa in Valmalenco si svolta a destra, verso Lanzada e la Val Lanterna. La strada raggiunge il villaggio di Campo Franscia e prosegue poi asfaltata e con numerosi tornanti, fino alla località di Campo Moro. Ampie possibilità di parcheggio.
Dal parcheggio si sale sulla corona della diga di Campo Moro e la si percorre verso il lato opposto, fino a quando una stradina permette di scendere ad un pianoro sottostante, dove si imbocca il sentiero segnalato. All´inizio il sentiero è abbastanza ripido e risale con alcune svolte una parete rocciosa dove alcuni punti esposti sono protetti con funi metalliche. Prosegue poi lungo un ripiano boschivo a cui segue un traverso quasi pianeggiante verso NW, sotto le pendici occidentali del Sasso Moro. Al termine del traverso, una lunga e monotona salita sui dossi morenici ricoperti da magro pascolo conduce al Rifugio Carate Brianza (q. 2636 m). Senza raggiungere il rifugio, da un ripiano erboso a circa (q. 2460 m) si abbandona il sentiero e si volge verso E, entrando nel canalone di pietrame e neve che in alto conduce alla Forcella di Fellaria (q. 2819 m). Alcune cartine riportano erroneamente la dicitura: Forca di Fellaria. Il percorso nel canalone risulta più spedito e meno faticoso se è presente un buon innevamento, in questo caso il ripido pendio finale che conduce alla forcella può richiedere l´uso dei ramponi. Raggiunto il valico si offrono diverse possibilità per salire sulla cresta NW della montagna, a mio avviso le più valide sono due. In caso di buon innevamento si può traversate verso E (sinistra) e superare la breve fascia rocciosa (che divide in due il pendio innevato) per un canaletto abbastanza ripido. Poi si raggiunge facilmente verso destra l´ampio crestone soprastante. Senza innevamento è preferibile salire direttamente per le facili rocce poco a destra del valico, seguendo alcuni ometti di pietra. In ogni caso, con percorso logico, salendo per canaletti e aggirando risalti rocciosi si raggiunge senza particolari difficoltà l´ampia spalla (q. 3069 m). Da qui si scende brevemente verso SE e per il largo fianco orientale della cresta si traversa in direzione dell´evidente torrino di vetta. Il versante orientale del torrino, percorso alla base da una stretta cengia, può essere risalito su di un breve ma ripido pendio, posto all´inizio. Oppure più avanti lungo la cengia, arrampicando sulle rocce di un altrettanto ripido canaletto. Quest´ultimo, in particolare ad inizio stagione, è gocciolante di acqua di fusione. In entrambi i casi poco sopra è posta la vetta.
Come per la salita.
Volendo compiere la traversata, dopo aver ridisceso il torrino si scende sul nevoso (ad inizio stagione) pendio sottostante, in direzione NE (sulla direttrice della seraccata del Ghiacciaio di Fellaria E). L´accesso diretto al vallone sottostante è sbarrato da una fascia rocciosa, che si supera con una discesa in diagonale sul lato di destra, S (nell´immagine principale la fascia rocciosa è quella a destra, mentre la vetta è quella a sinistra). Dopo aver sceso la fascia rocciosa, la si aggira alla base, questa volta verso sinistra e si imbocca il ripido vallone posto all´estrema sinistra, sotto le rocce, percorrendolo fino al suo termine. Il percorso risulterà più spedito e meno faticoso se ben innevato. Al termine del vallone s´incrociano le tracce segnalate che conducono al Rifugio Bignami (q. 2401 m). Seguendole verso SE si raggiunge, prima l´Alpe Fellaria e poi il rifugio citato. Dal rifugio si segue il sentiero segnalato che attraversa tutto il fianco NW del Lago di Gera. Dopo aver attraversato la diga sulla corona, si scede lungo una rampa appesa al muraglione, fino a raggiungere il piazzale sottostante. Da qui, seguendo la comoda strada o le scorciatoie, si ritorna al parcheggio.
La cresta NW dalla Forcella di Fellaria | La vetta dalla spalla | Verso la vetta |
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