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Il Torrione Cambi, parete N |
Regione: Abruzzo (Teramo)
Alpi e Gruppo: Appennini - Appennino Centrale - Gruppo Gran Sasso Provincia: Teramo Punto di partenza: Prati di Tivo (q. 2000 m) Versante di salita: N Dislivello di salita: 875 m - Totale: 900 m Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 6,30 h Periodo consigliato: estate - autunno |
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Stupenda cima molto panoramica e poco frequentata, al contrario delle gemelle vette del Corno Grande; visuale unica del centro del gruppo.
Dalla SS 80 L´Aquila - Teramo, bivio per Pietracamela; proseguire oltre il paese per Prati di Tivo; da qui in seggiovia per l´Arapietra. Se la seggiovia è chiusa, a piedi sul sentiero che segue i piloni in 1 ora, oppure in auto dal piazzale a sin. su strada asfaltata, poi sterrata in 2,5 km alla sella alla base della dorsale dell´Arapietra, che si raggiunge a piedi in 45 min.
Dall´Arapietra, dopo la Madonnina, si segue l´ampio sentiero che a svolte risale verso sinistra per entrare nel Vallone delle Cornacchie. Attraversato il Passo delle Scalette (q. 2100 m), il sentiero sale tra grossi massi ed un arco naturale, a cui segue un breve tratto più impegnativo con corda fissa. Si continua a tornanti fino al Rifugio Franchetti. Eccezionale il colpo d´occhio sulla parete est del Corno Piccolo. Dopo una doverosa sosta al rifugio, si riprende il sentiero che rapidamente permette di raggiungere la Sella dei Due Corni (q. 2547 m), ai piedi delle vicinissime Fiamme di Pietra. Dalla Sella prendere il sentiero piuttosto ripido che segue la dorsale a sinistra (SE), superare la deviazione per il Passo del Cannone e proseguire verso la conca del Calderone, che si raggiunge aggirando sulla sinistra gli spalti rocciosi della spalla N del Corno Grande. Grandioso a questo punto lo spettacolo delle 4 vette del Corno Grande, con il Torrione Cambi incastonato tra l´Occidentale e la Centrale. Qui occorre destreggiarsi tra il mare di roccette e la neve presente quasi tutto l´anno; fino a pochi anni fa era ancora presente il ghiacciaio del Calderone, ora nevaio fino ad estate avanzata. Attraversare la conca puntando alla base della vetta Centrale, dove è ben visibile l´intaglio di una rampa fortemente inclinata verso destra: è la via Gualerzi, che ci porterà alla Forchetta omonima. Superati un paio di saltini ci si porta alla base della rampa e si inizia ad arrampicare con difficoltà di II. E´ preferibile stare sul lato esterno dove la roccia è migliore, anche se l´esposizione è notevole, mentre nel lato interno la roccia è spesso bagnata e più levigata. Nella fessura che corre lungo tutta la rampa sono presenti alcuni chiodi: si consiglia di sfruttarli, dopo averne saggiato la consistenza, per fare assicurazione con la corda. A metà della rampa si arriva all´ampio terrazzo che taglia verso destra la parete N del Torrione, da dove arriva un´altra via, proveniente da Campo Imperatore per la Forchetta del Calderone. Si prosegue sulla rampa entrando in una sorta di camino, dove un tratto più ripido richiede una maggior attenzione, ed in breve si giunge alla Forchetta Gualerzi. Da qui sulla cresta di destra con arrampicata più facile (I) si perviene presto alla vetta.
Come per la salita. Si consiglia di far uso della corda per assicurarsi nelle calate lungo la via Gualerzi.
La Via Gualerzi è da considerarsi una via di arrampicata, seppur abbastanza facile ed accessibile all´escursionista esperto. E´ pertanto consigliabile l´attrezzatura idonea: molto utili un paio di friends medi per la fessura della rampa. La salita è sconsigliabile in inverno e fino a primavera inoltrata per la presenza di neve e ghiaccio.
La via Gualerzi verso la Forchetta |
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