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Regione: Trentino Alto Adige (Trento) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Dolomitiche - Gruppo Cima Asta Lagorai Provincia: Trento Punto di partenza: Rif. Cauriol (q. 1600 m) Val Sadole (valle laterale a quella di Fiemme) Versante di salita: N Dislivello di salita: 895 m - Totale: 1790 m Tempo di salita: 3,40 h - Totale: 6,40 h Periodo consigliato: estate - autunno |
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Con la macchina, lasciata la SS48 che scende a Predazzo, si entra nel centro abitato di Ziano di Fiemme e da qui si seguono le indicazioni per "Rifugio Cauriol" che portano in breve alla frazione di Bosin. Da qui, seguendo costantemente le medesime indicazioni, si raggiunge il rifugio affrontando prima una salita asfaltata molto ripida e poi una carrareccia sterrata che dopo svariati tornanti (in alcuni punti é problematico l´incrocio con eventuali altri mezzi) conduce direttamente al vasto parcheggio del rifugio dove si lascia l´auto.
Dal rifugio si prosegue (ora però a piedi: una sbarra impedisce l´accesso alle auto) per la strada da cui siamo giunti in falsopiano alternato a tratti di media salita e non la si abbandona mai finché non si giunge ad una conca erbosa fiancheggiata a sinistra da un torrente (Rio Sadole). Qui si trova un paletto con indicazioni (cadute) per il Cauriol a destra e sorgente a sinistra. Probabilmente continuando a sinistra si accorcerebbero kilometraggio e tempo impiegato ma a prima vista la traccia sembra incerta, non segnata e molto più ripida. Si prosegue così a destra per comodo sentiero che sale con alcuni tornanti sul fianco della montagna fino a giungere ad un altro bivio con indicazoni (questa volta integre) a sinistra per la via austriaca e a destra per quella italiana. Si segue dunque la via austriaca che, dopo un tratto in piano, taglia a destra in prossimità di un pozzo austriaco (probabilmente la traccia sorgente si congiunge qui) e comincia a salire nettamente. In alcuni punti, pur non essendoci difficoltà d´orientamento, la mulattiera é totalmente franata e si é costretti a procedere con un pizzico di attenzione sull´ammasso di grosse rocce (a volte instabili!) della pietraia sottostante la cima, totalmente interessata dal nostro sentiero. Si giunge dopo notevole fatica - l´ultimo tratto, su scivolosa ghiaia fine, é molto ripido - alla forcella in cui si congiungono la via austriaca e la via italiana a 2343 m di quota. A destra indicazioni per Cauriol Piccolo (traccia invisibile?), a sinistra per Monte Cauriol e dritti (sarà la via del ritorno) per la via italiana. Continuando a sinistra si giunge finalmente alla cima dopo un ultimo impegnativo strappo: nel breve tratto iniziale il sentiero é esposto e successivamente non é più presente una vera e propria traccia. I segnali bianco-rossi sono infatti presenti su sassi anche in direzioni opposte e distanti fra loro e l´escursionista deve scegliere la via migliore di salita: consiglio di tendere a sinistra in modo da evitare l´esposizione. Con l´aiuto delle mani si dovranno affrontare degli scalini di roccia che non presenteranno comunque grandi difficoltà per chi possiede un minimo di agilità e si giungerà infine alla croce in vetta che rimarrà celata alla vista fino alla fine.
Come per la salita fino alla selletta di 2343 m s.l.m. (ma con maggiore attenzione! Personalmente in più di un´occasione mi sono seduto per affrontare in modo più sicuro gli stessi scalini della salita). Alla forcella conviene scendere dunque per la via italiana che, ripidissima, giunge per più rassicuranti balze erbose a passo Sadole (nessuna indicazione, solo un capitello). Da qui si continua a destra, prima in piano e poi in discesa, fiancheggiando alcuni resti di guerra, fino ad incontrare la biforcazione dell´andata in cui le possibilità di scelta erano la via austriaca o quella italiana, da cui noi giungiamo. Quindi per lo stesso sentiero e poi carrareccia percorsi all´andata ci si cala fino al rifugio.
L'itinerario risulta senz'altro faticoso ma complessivamente gratificante. Quando sono giunto in vetta il panorama era sì vasto, ma sfortunatamente le nuvole nascondevano le principali cime intorno a quella del Cauriol... Spero siate più fortunati! In caso di neve, per quanto poca, la via austriaca é altamente sconsigliabile perché, come già detto, é talvolta molto sconnessa su pietraia e piccoli e grandi massi senz´altro scivolosi e talvolta mobili. Lo stesso vale per l´ascesa alla cima.
AGGIORNAMENTO DEL 2025:
Punto di partenza: Rif. Refavaie(q. 1106) in valle del Vanoi
Versante di salita: S
Dislivello di salita: 1380 m
Data della salita: 06/03/2025
Autore: Alberto Zambon
Accesso:
Si percorre la SS50 e si imbocca la galleria per Canal San Bovo, si prosegue in direzione Caoria lungo la SP56 fino al Rif. Refavaie dove si lascia l'auto.
Descrizione della salita:
Dal rifugio si prosegue lungo il sentiero 320 (ben segnalato) fino ad una strada forestale in prossimità della malga Laghetti. A causa di Vaia (schianti) il sentiero che porta alla chiesetta degli Alpini è impraticabile, infatti, appena si giunge alla strada forestale, tenendo la destra si troveranno dei nuovi cartelli che indicano la via per il Monte Cauriol. La strada forestale è molto lunga e dispersiva ma risulta quella più facile. Noi abbiamo optato per risalire dei "sech" (ruscelli). A destra della chiesetta ci sono le indicazioni per giungere al sentiero 302 che a sua volta si divide in due possibili vie: la via Italiana passando per la Selletta Carteri e la via degli Alpini (direttissima per la cima). Noi siamo saliti per quella degli Alpini (direttissima) ben segnalata con paletti tricolore. Il primo tratto della Via degli Alpini è ancora all'interno del bosco, poi da quota 2000 m la vegetazione si riduce a zero con dei paletti tricolore per segnare il percorso. A quota 2400m ci si imbatte nelle trincee costruite dagli alpini tra il 1916-17. La via di discesa è la medesima della salita anche se è possibile percorrere un anello scendendo per la Via Italiana e rientrando verso la chiesetta. Dalla cima il panorama è mozzafiato a 360°.
Note:
L'itinerario risulta estremamente faticoso se si cerca di proseguire nei vecchi sentieri. Noi siamo saliti con la neve e non abbiamo riscontrato grossi pericoli.
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