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Il Palon de la Mare da WSW |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Ortles Cevedale Provincia: Sondrio Punto di partenza: Albergo Ghiacciaio dei Forni (q. 2178 m) Versante di salita: SW Dislivello di salita: 1530 m - Totale: 3060 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 8,30 h Periodo consigliato: estate |
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Il Palon de la Mare si trova nel settore meridionale del Gruppo Ortles-Cevedale ed è la cima più elevata della cerchia che racchiude il Ghiacciaio dei Forni. È una montagna imponente, dai fianchi molto larghi, ricoperta da estesi ghiacciai e con una larga e nevosa cupola di vetta. La via normale è facile (F), l´unico pericolo è rappresentato dai numerosi crepacci presenti all´inizio del plateau sotto la vetta. Il panorama circolare è estesissimo e spettacolare, in tutte le direzioni.
Da S. Caterina Valfurva si segue la stradina tortuosa ma asfaltata che dopo circa 6 km conduce all´ampio parcheggio sottostante l´Albergo Ghiacciaio dei Forni (o Rifugio dei Forni).
Dal Rifugio dei Forni si segue la stradina sterrata e segnalata che traversa in piano verso E. Dopo aver superato il Torrente Cedèc la stradina sale con moderata pendenza fino a raggiungere alcuni tornanti, dove il percorso diventa più ripido. Poco oltre arriva al Rifugio Branca che è anche il capolinea degli automezzi fuoristrada autorizzati al transito (h 1,00 dal Rifugio dei Forni). Dal rifugio si segue verso SSE il sentiero che con una breve discesa conduce al Laghetto di Ròsole e prosegue poi sul bordo della grande morena del ghiacciaio. Terminata la morena si entra, verso NE, in un avvallamento detritico che si supera a sinistra. Dopo aver risalito su tracce di sentiero un successivo costone roccioso, si arriva nei pressi del Ghiacciaio del Palon de la Mare a circa (q. 3000 m). Qui si offrono due possibilità per raggiungere l´inizio del plateau glaciale che è un passaggio obbligato:
1°) si prosegue sul ghiacciaio, tenendosi preferibilmente sulla sinistra (salendo), un ultimo tratto più ripido conduce al margine del plateau;
2°) si segue la facile cresta rocciosa a sinistra del ghiacciaio (salendo), fino alla (q. 3397 m) non riportata sulla cartografia, dove in pratica termina la cresta rocciosa (oltre questa quota c´è l´effluenza del ghiacciaio che scende in Val di Ròsole). Durante la Prima Guerra Mondiale l´intera cresta era presidiata dagli austro-ungarici e sono ancora presenti numerosi manufatti risalenti a quel periodo: trincee all´aperto e scavate nella roccia, camminamenti, fortini, recinzioni con filo spinato, caverne e resti di baracche. Ritornando alla salita: dalla (q. 3397 m) si scende a destra una ripida, ma non difficile, paretina a placche e si arriva sul ghiacciaio, all´inizio del plateau.
In entrambi i casi, dall´inizio del plateau si traversa il ghiacciaio in direzione SE, prestando attenzione ai numerosi crepacci, fino a raggiungere l´ultimo tratto di cresta SW. Seguendone il dorso si arriva facilmente in vetta.
Come per la salita.
Il Catasto dei Ghiacciai Italiani individua ben 6 apparati che ricoprono la montagna:
- Ghiacciaio di la Mare, a NE
- Ghiacciaio Venezia, a W
- Ghiacciaio dei Forni, a S
- Ghiacciaio del Palon de la Mare, a SW
- Ghiacciaio del Col de la Mare II, a NW
- Ghiacciaio del Col de la Mare I, a NNW.
Gli ultimi due sono nati dallo smembramento del Ghiacciaio delle Rosole avvenuto alla fine del 1950, mentre il Ghiacciaio del Palon de la Mare era parte integrante del Ghiacciaio dei Forni, fino alla separazione avvenuta a metà del 1940. Ad oriente la Vedretta Venezia, per lungo tempo unita alla Vedretta Rossa, si è separata da quest´ultima agli inizi del 1900.
Sulla cresta a sinistra del ghiacciaio | I crepacci del plateau | Gran Zebrù, Pasquale e Cevedale, dalla vetta |
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