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![]() La cima |
Regione: Val Aosta (Aosta) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Pennine - Gruppo Grand Rochere Provincia: Aosta Punto di partenza: Frazione Bosses (q. 1596 m) Versante di salita: W Dislivello di salita: 1087 m - Totale: 2174 m Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 5,00 h Periodo consigliato: estate |
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Ardita torre rocciosa che s’innalza isolata sul fianco Nord Est, ben visibile dalla frazione di Bosses (Vedi Guida ai Monti d’Italia) Alpi Pennine volume 1° di Gino Buscaini edito dal TCI e CAI nel 1971, che dichiara per l’appunto l’inespugnabilità sino ad allora di tale cima, salita ben 13 anni più tardi. Scoperta dalla guida Alpina Beppe Deanoz in gita con il coautore di questo libro L. Marchisio, viene da loro salita per la prima volta il 27 ottobre 1984. Insieme trovarono quella che è oggi la via più facile per accedere alla cima. A seguito della scomparsa di Beppe Deanoz sotto una slavina per fatalità del caso poco lontano da questa vetta in una gita sci-alpinistica al Col Serena, sopra la Comba di Planavalle, la Tête des Faces viene dedicata alla Guida Alpina e ribattezzata: Guglia o Cima Deanoz. Le guide alpine Valdostane, gli amici del CAI Torino e Valdostano, con L. Marchisio ripercorrono tale via il 16 giugno 1985 lasciando sulla vetta una Croce in ferro forgiata dalle Guide ed una lapide in bronzo a ricordo della guida scomparsa (Vedi La Stampa del 17 giugno 1985 qui allegata che racconta tutta la vicenda). Descritta tale salita su questo volume perché è un itinerario davvero insolito.
Torino, Aosta, Strada Valico Gran St. Bernardo, Gignod, Etroubles, Strada Sterrata Alpe Etallay, frazione Bosses
Dalla borgata di partenza si sale zigzagando a destra di chi sale (sinistra orografica) per tracce ripide che nella parte alta diventano prative (nevose nella prima salita visto il mese in cui è stata espugnata per la prima volta). Su pendii molto ripidi e non tracciati se non dalle capre e da qualche ungulato di passaggio, si arriva alla base del colletto Nord Est (il più elevato). Per una sottile lama (III grado) si raggiunge la cresta: 3 chiodi piantati dai primi salitori non tanto per le difficoltà tecniche ma per la precarietà della roccia, motivo per cui questa montagna (si presume) è stata per tanti anni dimenticata e mai salita prima. Quando la cresta si trasforma in uno spigolo dritto ed affilato, contornarlo a destra (verso di salita) lasciando l’espostissimo crinale per un’evidente placca (III+) salendo diritti per 40 m e facendo estrema attenzione a non far cadere pietre (IV delicato protetto con 2 chiodi). Si raggiunge così una facile placchetta finale di 6 metri di roccia in sfacelo, ripulita sommariamente dalle guide durante la seconda salita prima di far scendere tutti gli altri alpinisti per non scaricare pietre durante le manovre di corda doppia.
La discesa si effettua con 2 corde doppie da 30 metri (lasciate le soste in loco) e poi per il ripido canale si torna ai prati sottostanti e al punto di partenza (1,30 h).
1° salita assoluta. Roccia pericolosa.
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