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La Granta Parey. Al centro la cresta di salita. |
Regione: Val Aosta (Aosta)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Graie - Gruppo Gran Sassiere Provincia: Aosta Punto di partenza: Parcheggio di Thumel (q. 1890 m), Val di Rhemes Versante di salita: NE Dislivello di salita: 1550 m - Totale: 3100 m Tempo di salita: 5,30 h - Totale: 10,00 h Periodo consigliato: estate |
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Con i suoi 3387 metri di altezza, il massiccio calcareo della Granta Parey domina la valle di Rhemes Notre Dame, verso la quale mostra la spettacolare quanto grandiosa parete E, Granta Parey, appunto. Pur non essendo la vetta più elevata, il primato va alla Grande Traversiere, per la sua forma caratteristica ed elegante risulta tuttavia la più nota ed affascinante dell´ intera Val di Rhemes, sebbene non la più frequentata. Difatti oppone difficoltà superiori rispetto alle cime adiacenti, tanto che fu scalata per la prima volta soltanto il 22 agosto 1863 da Nichols Blanford e Rowsell, accompagnati dalle guide Favret e Jacob.
Autostrada Torino-Aosta. superata Aosta si prosegue per il Traforo del Monte Bianco, uscita Aymaville, dove si seguono le indicazioni per la Val di Rhemes. Superato il capoluogo Rhemes Notre-Dame, si prosegue sino a Thumel, parcheggiando oltre la frazione poco prima del termine della strada (accesso non consentito all´ ultimo tratto).
Dal parcheggio si percorre un breve tratto di strada asfaltata, quindi seguendo il segnavia 13, si supera una cappella votiva ed attraversato il Torrente Fos si prosegue per ampie praterie riportandosi alla sterrata all´ altezza della splendida cascata del torrente Goletta. Continuando per questa, sfruttando numerose scorciatoie, si giunge infine al Rifugio Benevolo (1,30 ore) ai piedi della Granta Parei. Dal rifugio si segue il segnavia 13D per il lago Goletta, scendendo ad attraversare su un ponte la Dora di Rheme. Quindi in diagonale a destra sino all´ Alpe di Soches, dove il comodo sentiero effettua un tornante invertendo il senso di marcia, per poi risalire a mezza costa il pendio erboso arrivando alla sommità di un dosso. Qui si abbandona la traccia che dritta prosegue per Cima Calabre, e tenendosi a destra, sempre 13D, si risale una conoide erbosa, al termine della quale si incontra un nuovo bivio. Si prosegue a sinistra, rimanendo approssimativamente sullo spartiacque, sinchè sulla sinistra, dopo un tratto pianeggiante, non si scorge su un masso la scritta in vernice gialla ´Goletta´. Si abbandona allora il 13D che conduce al lago Goletta ed al Colle di Bassac, seguendo l´ esile traccia segnalata che porta fra le rocce dove torna evidente. Quindi con qualche saliscendi si percorre la cresta, dapprima erbosa, poi morenica sino alla cappelletta di S. Bernardo (3078). Sin qui il percorso è lo stesso della via normale, ma a questo punto, anzichè portarsi sul ghiacciaio, si prosegue lungo la cresta (tracce ed ometti) che senza particolari difficoltà superato un ultimo pendio di sfasciumi porta alla base della parete di salita (spit di sosta). Disponendo di due mezze da sessanta, con un unico tiro sulla verticale, eventualmente proteggendosi su spuntoni (II/II+), si raggiunge l´ evidente imbocco del camino formato da un pilastro a sinistra e la cresta a destra, dove si trova la sosta (due spit con cordino). In alternativa, invece, piegando a sinistra rispetto la sosta di attacco, si raggiunge lo stesso punto con tre tiri di 20 m ciascuno attrezzati con soste e uno spit a circa metà lunghezza. Una volta all´ imbocco del canale/camino, lo si risale (III, uno spit), arrivando ad una comoda sosta su terrazzo anch´ essa attrezzata con due spit e cordino. Di conserva si risale la retrostante pietraia, quindi la successiva affilata ed aerea crestina che porta sotto al risalto terminale, da superare a sinistra su esposta cengia seguita da una bella placca fessurata (III, uno spit) che termina sulla cresta (fettuccia di sosta). Pochi passi e si è alla madonnina di vetta. Per raggiungerre anche la cima S, di poco più alta, si torna sui propri passi, seguendo una traccia lungo la cresta di giunzione, disarrampicando (II/III) o preferibilmente effettuando una breve doppia, sino al colle fra le due cime, dal quale facilmente alla Sud.
Come per la salita, con una prima doppia sulla placca finale, e altre tre da 20 m dopo la crestina di conserva sino alla base. Quindi per l´ itinerario di salita. Oppure per la normale lungo il ghiacciaio di Goletta, versante W (vedi relazione). Nel caso si raggiungesse anche la punta S e si volesse tornare per la via di salita è caldamente consigliabile di lasciare in loco la corda per la doppia al colle fra le due cime in modo da utlilizzarla per la risalita.
Bella salita, non difficile, su roccia mediocre, una volta ripulita dalla neve consente di raggiungere la vetta senza l´ utilizzo di piccozza e ramponi.
La Cappelletta di S. Bernardo. | L´uscita dalla via. | In vetta |
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