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La guglia con la via |
Regione: Veneto (Vicenza)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Venete - Gruppo Piccole Dolomiti Provincia: Vicenza Punto di partenza: Campogrosso (q. 1446 m) Versante di salita: E Dislivello di salita: 320 m - Totale: 640 m Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 6,00 h Periodo consigliato: primavera - estate - autunno |
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Bellissima classica poco frequentata sulla gemella della guglia Gei, aperta nel 1933 dal grande Gino Soldà e recentemente riattrezzata a chiodi resinati. Lungo il tracciato ben verticale sono possibili delle varianti poi elencate.
Dalla Milano-Venezia uscire a Montecchio e seguire le abbondanti indicazioni per Valdagno e Recoaro Terme. Attraversato quest´ultimo prendere la stradina per Campogrosso e parcheggiare davanti all´omonimo rifugio. Da qui seguire il sentiero per il Boale dei Fondi (cartelli 100 m oltre il passo) e giunti ad un bivio sotto l´imponente Guglia GEI salire il sentiero per il Fumante (cartelli). Giunti alla galleria della guglia girare a sinistra per un´esile traccia ed arrivare alla base della gemella con il caratteristico tetto a mezzaluna in alto. L´attacco è sotto il centro della parete con una piccola S rossa ed un anello poco più in alto, nel punto più debole delle rocce.
Per tiri di corda:
1L dall´anello salire in obliquo a destra per qualche metro fin sopra uno scaglione (chiodo) salire ancora poco a destra e vincere direttamente una verticale placca grigia molto liscia (chiodi per azzerare) ed arrivare verticalmente alla sosta su un´esile cengetta (III+ e V A0 la placca, 4 chiodi diretti più uno a sinistra della fessuretta sopra la placca, 25 m);
2L dalla sosta 3 m a destra per una fessura con lame e poi dritti per la parete gialla ben appigliata fin sotto il tetto a mezzaluna, obliquare a sinistra per gradoni verso lo stretto foro a sinistra del tetto ed uscirne per giungere alla sosta (IV, 4 chiodi e 2 clessidre, 45 m);
3LA esistono qui due possibilità: la via originale di Gino Soldà a questo punto attraversa a destra su cornicione posto dritto sul ciglio del tetto e traversare per una decina di metri con buoni appoggi per i piedi ma nulla per le mani (chiodo da moschettonare in alto) fino a giungere in centro alla parete. A questo punto si sfrutta la fessurina a strapiombo ben visibile anche dall´attacco che porta alla fessura-diedro terminale con chiodi per uscirne in orizzontale a sinistra sullo spigolo 7 m sotto la cima (V il traverso, VI la fessura e VI+ l´uscita, chiodi, ignorare i cordoni a sinistra, 55 m);
3LB la variante di Spanevello prosegue direttamente su per lo spigolo a sinistra per un caminetto di 7 m e poi sempre a sinistra del filo fino alla sosta (III, 25 m);
4L sul filo dello spigolo per altre facili roccette si arriva in cima (III, 25 m).
Dalla cima con un´unica calata di 35 m in direzione della forcella tra il Corno e la Guglia Negrin, verso sud. Poi per sentiero si ritorna alla base della Guglia GEI e di qui a Campogrosso.
La via descritta è conforme alla relazione in circolazione della via originale di Soldà ed al tracciato segnato nel rifugio. Probabilmente Soldà, giunto al tetto a mezzaluna lo ha vinto a destra nel punto di restringimento ed attraversato ancora a destra fino a dove la parete sovrastante diminuiva la pendenza (6 m a destra della cornice per una placca in leggiero strapiombo). Poi per rocce più facili fino alla fessura sopracitata. Oggi tale soluzione è comunque stata inglobata da una moderna via a spit e pertanto la soluzione miglore rimane la sopracitata. Ogni sosta è su anelli cementati.
Il duro tiro iniziale |
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