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Regione: Lombardia (Como) ![]() Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Triangolo Lariano Provincia: Como Punto di partenza: Fonti del Gajum (q. 485 m), Canzo Versante di salita: S Dislivello di salita: 888 m - Totale: 1776 m Tempo di salita: 3,15 h - Totale: 5,15 h Periodo consigliato: primavera - estate |
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La bella ferrata del Venticinquennale al Corno Occidentale di Canzo è stata completamente ridisegnata dalle Guide Alpine della Valsassina durante il 2008. Nè è derivato un percorso più difficile nella sua complessità, ma molto più interessante sotto il profilo alpinistico.
I passaggi interessanti sono molti, ma sicuramente l´attrattiva fondamentale è il lungo ed ardito traverso a metà percorso.
Da Canzo (raggiungibile facilmente da Erba) si risale con l´auto in direzione delle Fonti del Gajum (indicazioni), oltrepassando il torrente e parcheggiando nell´ampio sterrato in fronte agli alberghi.
Si imbocca la larga strada acciottolata che risale a sinistra in pendenza, oltrepassando una grande casa e risalendo per tornanti sino a percorrere il versante destro orografico della Val Ravella. Si raggiunge in circa 40 minuti il Prim´Alpe, stupendo e ristrutturato caseggiato che ospita la sede dell´ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all´Agricoltura e alle Foreste) e che merita di essere visitato (tra l´altro è aperto pure nei giorni feriali). Proseguendo sempre sull´acciottolato si raggiunge il Secon´Alpe (nei pressi di una valletta laterale e di una fonte). In circa 1 ora e 20´ si perviene invece al Terz´Alpe (793 m.), piccola ed amena malga di bassa quota attualmente abitata ed adibita a ristoro.
Si prosegue in salita sul sentiero retrostante il caseggiato (indicazioni molto chiare). Tale sentiero permette di raggiungere la ben visibile "Colma di Pianezzo" in circa 45 minuti, naturale avvallamento alla base del versante occidentale del Corno Occidentale di Canzo.
Poco prima della Colma, sulla destra, seguire l´indicazione per la via ferrata, percorrendo una traccia serpeggiante tra detriti e giungendo in breve all´attacco della ferrata.
Dalla targa si risale, verso sinistra, il pilastro occidentale del Corno, assicurati da catena e guaina (III° UIAA), portandosi al di sotto di quello che, nel precedente allestimento, era il punto chiave della salita: una parete liscia e povera di appigli, da scalare in aderenza. Durante i lavori di rifacimento la scalata è stata semplificata dal posizionamento di alcuni finti appoggi in roccia, che ne rendono molto più semplice la risalita.
Si prosegue lungo un facile canalino e poi per una fessura (pioli metallici) ed un breve traverso.
Si oltrepassa uno spigolo ed una placchetta liscia e si supera un saltino un poco aggettante sino all´inizio del divertente ed adrenalinico lungo traverso.
Oramai in piena parete meridionale si prosegue guidati da cavo e catena, spesso in completa aderenza (a meno di afferrarsi sempre al cavo) o appoggiandosi ad esili fessure e piccole cenge; alcuni passaggi sono in strapiombo (almeno uno di un paio di metri, in ascesa verso destra).
Un ultimo passaggio verticale conduce alla scala metallica, al termine del quale si supera un saltino strapiombante.
Il tracciato diviene ora molto più semplice conducendoci, tra gradoni, detriti e tracce di sentiero, verso l´ultimo sperone impegnativo.
Si risale, a volte aiutati da staffe e pioli, superando numerosi strapiombetti e placche lisciate (con magnifici "campi arati") con passaggi in libera intorno al V° UIAA. Ci si sposta verso destra e si affronta l´ultimo muretto (circa 3 metri) strapiombante, giungendo infine in cresta.
Si prosegue verso est (destra), superando il "Passo della Vacca", intaglio roccioso molto unto ed infido (attenzione, non è attrezzato), calcando in breve la Vetta del Corno Occidentale dei Canzo.
Si presentano due possibilità. O scendere il canalino (II° UIAA) verso nord, in direzione del Rifugio Pianezzo; oppure ripercorrere a ritroso la cresta, superando l´intaglio del Passo della Vacca e proseguendo su traccia di sentiero, sempre in cresta, sino al termine della cresta stessa.
Da qui, verso destra, si ridiscende un canale detritico che, in pochi minuti, riconduce alla Colma di Pianezzo.
Da questo punto la discesa non si discosta dal percorso affrontato in salita.
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