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Terza Torre di Pomedes e Torre Aglio. |
Regione: Veneto (Belluno)
Alpi e Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Dolomitiche - Gruppo Tofane Provincia: Belluno Punto di partenza: Rif. Dibona (q. 2089 m) Versante di salita: SE Dislivello di salita: 900 m - Totale: 1800 m Tempo di salita: 3,00 h - Totale: 5,00 h Periodo consigliato: estate |
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Splendida struttura rocciosa posta fra il Bus de Tofana e la Terza Torre Pomedes, la Torre Aglio rappresenta il tratto più impegnativo della omonima ferrata che ne percorre i fianchi, soffrendo della schiacciante presenza alle sue spalle della più alta e massiccia Tofana di Mezzo.
Da Cortina si sale verso il Passo Falzarego sino ad incontare sulla destra le indicazioni per il Rifugio Dibona, che si raggiunge dopo un paio di chilometri di strada sterrata. Ampio parcheggio.
Dal parcheggio, si imbocca sulla destra il sentiero 421, che dapprima in leggera salita, poi a strette serpentine, con pendenza più marcata raggiunge il Rifugio Pomedes (30 minuti). Dal Rifugio, per sentiero attrezzato si sale alla stazione intermedia di Ra Valles, dove si può giungere direttamente da Cortina con la Funivia Freccia del Cielo, che arriva fin poco sotto la vetta della Tofana. Dalla stazione si risale faticosamente il detritico pendio sud-orientale della Terza Torre Pomedes, e trascurando le tracce che a sinistra portano a Punta Anna, se ne raggiunge il culmine. Per cresta, ci si porta ad un gradone roccioso attrezzato con una scala metallica di una decina di metri, dove ha inizio la Ferrata Aglio. La si rimonta, proseguendo quasi in piano su esile cresta per poi passare sul versante nord orientale. Con un breve salto attrezzato con funi, si torna in cresta per poi debordare sul versante sud-occidentale e scendere , in ambiente spettacolare, alla stretta e severa forcella alla base della Torre Aglio. Segue ora il tratto più impegnativo della via: con leggero diagonale a destra, le funi e i pioli guidano verticalmente sulle rocce scoscese della parete orientale della Torre sino ad un´ esile cengia, che traversa in direzione dello spigolo, oltre il quale appare il vuoto. A circa metà della cengia, dalla ferrata principale si stacca una diramazione ben attrezzata con chiodi molto ravvicinati, che superato un iniziale tratto verticale, risale un poco marcato canale che sfocia sulla cresta sommitale a pochi metri dalla vetta, quasi schiacciata dall´ immensa parete S della Tofana alle sue spalle.
Ripercorrendo in discesa la diramazione, si torna alla cengia, lungo la quale si prosegue sino allo spigolo. La corda scende brevemente ad aggirarlo, quindi sembra scomparirvi dietro. In realtà, la ferrata piega bruscamente ad angolo retto, continuando in fortissima esposizione con uno spettacolare traverso mozzafiato di una decina di metri sulla parete N della torre. Sotto 150 metri di vuoto, mentre la punta dei piedi trova a malapena appoggio sulla sottile cengia creata dalle stratificazioni della dolomia, tenendo col fiato sospeso sino al successivo ampio terrazzo detritico dove termina. Quindi, con minore esposizione, per gradoni si scende al Bus de Tofana, da dove per ghiaioni si raggiunge la stazione di Ra Valles, e quindi il Pomedes, oppure con ripida salita si prosegue verso la Tofana di Mezzo, costeggiando diversi nevai (piccozza e ramponi ad inizio stagione) e scavalcando numerosi paravalanghe seguiti da brevi tratti attrezzati alternati a sentiero normale. Rimontato uno strapiombante salto di roccia nera grazie ad una scala metallica, si esce in cresta, affrontando uno zoccolo roccioso anch´ esso superato da una scala, oltre la quale la ferrata praticamente termina. Non rimane, ora, che risalire i faticosi, interminabili gradoni sommitali che con elementari passaggi su roccette (I) portano in vetta alla Tofana di Mezzo (3245). Quindi, con la Freccia del Cielo si torna a Ra Valles o Cortina, a seconda del punto di partenza utilizzato.
Un itinerario veramente grandioso, tra i più impegnativi e spettacolari delle Tofane, è quello che concatena le Ferrate Olivieri alla Punta Anna e Aglio alla Tofana, da cui poi discendere al rifugio Giussani facendo ritorno al Dibona (percorso seguito dall´ autore nel corso della sua ascensione). In tal caso, dal Rifugio Pomedes si raggiunge l´ attacco della Olivieri, che si sale sino alla vetta (v. relazione P. Anna), dalla quale, proseguendo lungo la cresta, con percorso pressoché orizzontale ci si porta sotto alla strapiombante parete della Terza Torre di Pomedes. Lasciando a sinistra la diramazione per il Rifugio Giussani, ci si tiene a destra sino ad una forcelletta, oltre la quale si risale un grande diedro a placca, attrezzato con cavo, che adduce ai pendii sud-orientali della Terza Torre. Superato il diedro, si percorre una larga cengia in direzione del Doss de Tofana (2840), immettendosi nell´ itinerario della Torre Aglio, che si segue sino alla vetta della Tofana, discendendone poi per la normale (v. relazione).
Il tratto dopo la Forcella della Torre Aglio. | La Torre salendo alla Tofana. | Terza Torre di Pomedes, Torre Aglio e Tofana di Mezzo. |
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