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Il Cervino con la cresta Hornli della normale svizzera |
Regione: Estero (Estero)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Pennine - Gruppo Cervino Provincia: Estero Punto di partenza: Stazione di arrivo funivia di Schwarzsee (q. 2583 m) Zermatt Versante di salita: NE Dislivello di salita: 1900 m - Totale: 3800 m Tempo di salita: 9,30 h - Totale: 17,30 h Periodo consigliato: metà luglio - settembre |
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Sul Cervino non c´è molto da dire che non sia già stato detto. La Gran Becca è affascinante, imponente, dallo Schwarzsee lascia senza parole. E´ la Montagna per eccellenza, perfetta, così come la disegnerebbe un bambino: una freccia dritta contro il cielo, con quattro pareti e quattro creste ideali.....Il mio sogno fin da ragazzo. Forse troppo difficile, forse impossibile, vero che dalla normale svizzera, quella che vide Whymper trionfare nella corsa alla sua conquista, il numero di coloro che tentano la vetta è impressionante, che ci si trova di tutto, con le più svariate motivazionni che magari non centrano nulla con l´ alpinismo, il che indurrebbe a ritenerla una scalata alla portata di tutti, ma è vero pure che più della metà di quanti ci provano non arriva in vetta, a conferma, checché ne dicano i suoi detrattori , che il Cervino è pur sempre il Cervino e salirlo non è mai una passeggiata !
Dal Passo del Sempione si scende a Briga, quindi per la Valle del Rodano fino a Visp, dove si prende per Zermatt-Saas Fee. Al bivio fra le due località si tiene la destra giungendo a Tasch, dove si parcheggia al Matterhorn Terminal dal quale si prende direttamente il trenino panoramico che in un quarto d´ ora circa porta a Zermatt, il cui accesso automobilistico è vietato. Quindi, in funivia si sale alla stazione dello Schwarzsee, raggiungibile anche a piedi per sentiero, da cui ha inizio la salita alla Hornlihutte.
Dallo Schwarzsee Paradise si imbocca l´ ampio sentiero, percorso ogni giorno da centinaia di turisti di ogni nazionalità e lingua, che risale a tornanti un dosso erboso per poi costeggiare su passerelle e scalette metalliche una parete scoscesa, giungendo infine sulla pianegggiante cresta di fini detriti. La si percorre sino alla base di un pendio di sfasciumi, superato il quale si arriva alla terazza su cui si trova la Hornlihutte. Poco sotto, su un ripiano segnalato, c´ è la possibilità di campeggiare (2 ore). Dalla capanna, in breve per traccia si giunge all´ attacco, costituito da un muro di una quindicina di metri attrezzato con corda fissa. Superatolo, si esce a sinistra in diagonale per tracce su sfasciumi, tenendosi bassi sotto ad una parete di rocce rosse. Attraversato un primo canale, se ne raggiunge un secondo, detritico, che si risale per una ventina di metri, quindi a sinistra per canalino roccioso seguito da una cengia ed infine un corto camino. Dopodiché, ci si sposta a destra, e con passi di arrampicata si sale ad un gendarme, doppiandone lo spigolo per riprendere il filo di cresta attrezzato con corde fisse, avendo sulla destra una spettacolare vista della parete nord. (E´ consigliabile ispezionare preventivamente questo primo tratto che verrà percoso al buio). Giunti ad un risalto, lo si supera sulla sinistra, proseguendo lungo tracce di passaggio per cenge, canalini e tratti di arrampicata in traverso sino alla placca Moseley inferiore, che si supera con l´ ausilio di corde fisse (III) giungendo infine alla Capanna Solvay (4003, 3-4,30 ore). Dalla Capanna ci si sposta a sinistra, e grazie ad una corda fissa si supera la Placca Moseley superiore (III), tornando a destra sul filo di cresta. Su stabili blocchi rocciosi (II) lo si percorre sino alla Torre Rossa, che si aggira a sinistra con splendida ed atletica arrampicata aiutati da grossi canaponi. Ripresa la cresta, si continua sino al breve ma ripido nevaio della Spalla (45°), attrezzato con fittoni, superato il quale si torna nuovamente in cresta, raggiungendo le Rochers Rouges. Le si scala a destra, sul versante nord, spesso intasato di neve e ghiaccio (corde fisse), per poi affrontare in forte esposizione un secondo ripido pendio nevoso o di misto, a seconda delle condizioni (45°, fittoni), che porta dapprima alla statua di S. Bernardo, quindi all´ aerea crestina finale, lungo la quale si tocca il punto più alto (4478). Proseguendo sull´ esposto filo, in pochi minuti si raggiunge la croce posta sulla vetta italiana (4476)
Lungo la via con varie doppie, soprattutto nella parte alta, utilizzando i fittoni presenti nel tratto innevato e gli ancoraggi delle corde fisse sui salti rocciosi più impegnativi. Non discostarsi mai troppo dal filo di cresta, prestando attenzione alla direzione seguita, in particolare nella parte bassa.
Via normale svizzera per la cresta Hornli. Pur essendo tecnicamente meno difficile della Cresta del Leone (salita dall´autore il 25/07/2003), tuttavia anche per la Hornli valgono le medesime raccomandazioni in quanto l´ ascensione non è affatto semplice, né tantomeno scontata. Le dimensioni della montagna, la lunghezza e complessità dell´itinerario, le innumerevoli possibilità di errore insite nel percorso, con esiti talvolta drammatici, uniti alla quota e ad un ambiente particolarmente severo, che se non un vero e proprio timore, quantomeno incute un forte senso di reverenza, rendono la salita estremamente impegnativa, da affrontare solo con via in buone condizioni e meteo stabile. E´ sufficiente una bufera per trasformare facili rocce in un labirinto di ghiaccio ! Occorre perciò affrontarla con adeguata preparazione, prestando molta attenzione, soprattutto in discesa, dove la montagna appare in tutta la sua vastità. Per non sbagliare, ci si deve tenere sempre in prossimità del filo, senza mai avventurarsi più di tanto nella parete Est col rischio di perdervisi.
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