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Il Pizzo Rotondo. Sulla destra la Cresta SSE e il Poncione di Ruino |
Regione: Estero (Estero)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo San Gottardo Provincia: Estero Punto di partenza: All´ Acqua (q.1620) - Val Bedretto Versante di salita: SSE Dislivello di salita: 1580 m - Totale: 3160 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 7,30 h Periodo consigliato: luglio - settembre |
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Il Pizzo Rotondo ha una struttura intricata, un carattere molto marcato e una silhouette che culmina in una sorta di grosso dito visibile da ogni lato, che lo caratterizza rendendolo riconoscibile a prima vista.
Da Milano autostrada dei laghi, direzione Como-Chiasso. Superata la dogana, si prosegue in direzione Passo S. Gottardo sino ad Airolo, da dove si seguono le indicazioni Bedretto-Nufenenpass o Passo della Novena. All´ Acqua si trova a circa metà valle, ampio piazzale , albergo con ristorante e cartelli indicatori.
Da All´ Acqua si prende il sentiero per la Capanna Piansecco (1980), che si raggiunge in circA 45/50 minuti su bel sentiero di recente costruzione (Trascurare quello vecchio sulla sinistra). Dalla Capanna, si segue la taccia segnalata per il Passo Rotondo, che sempre più ripida sale lungo una crestina poco accennata per portarsi sotto le propaggini del Chuebodenhorn. In vista delle rocce del contrafforte, si traversa a destra, portandosi sulla pietraia che discende dal Passo stretta fra le creste SSE del Chuebodenhorn e del Poncione di Ruino, le cui quote 2669 e 2789, sulle quali sono stati aperti numerosi itinerari di arrampicata, non mancheranno di incantare. Con tratti ripidi alternati ad altri più adagiati, si giunge in vista del Passo Rotondo, si volge allora a destra puntando alla depressione (Bocchetta di Ruino, 2910) oltre la quale la cresta prosegue appiattita sino al Poncione di Ruino (2965). Per pietraia o ripidi nevai, ci si porta sotto alla bocchetta, che un tempo era facilmente raggiungibile dal ghiacciaio che inece, purtroppo, oggi è estremamente ridotto e in quel punto del tutto scomparso. Sicchè, al suo posto si trova una parete verticale di una cinquantina di metri che si supera con l´ aiuto di una corda fissa cui non affidarsi completamente ,( trovata tagliata da una pietra e riannodata dall´ autore nel corso della sua salita. Informarsi in capanna se è stata sostituita), che percorre un diedro con balze sporche di terriccio. Terminata la corda, la scalata prosegue senza protezioni per un´ altra ventina di metri, concludendosi ad un ancoraggio con cordino per la calata. Dalla bocchetta, volendo, in una decina di minuti per la piatta cresta a blocchi si raggiung la vetta del Ruino. Per cresta di roccia friabile (attenzioni a quelli che seguono) a sinistra, in 45/50 minuti si raggiunge il dente che si scala da W o da N.
Come per la salita. Volendo salire anche il Poncione di Ruino, di ritorno alla bocchetta si prosegue lungo la cresta a blocchi sino all´ ometto di vetta. Da qui è possibile scendere alla pietraia di salita per ripidissimi canali e pendii di sfasciuni e terriccio franoso, risparmiandosi di tornare alla bocchetta ed vitando la necessaria corda doppia di almeno trenta metri per portarsi all´ attacco del diedro iniziale.
Salita estremamente ripagante.
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