|
|
|
![]() L’itinerario da SW |
Regione: Lombardia (Como) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Lepontine - Gruppo Catena Mesolcina Provincia: Como Punto di partenza: Ponte di Dangri (q. 659 m) Versante di salita: SE Dislivello di salita: 1800 m - Totale: 3600 m Tempo di salita: 5,15 h - Totale: 10,00 h Periodo consigliato: tarda primavera - inizio autunno |
|
||||||||||||||||||||||||||
|
||||
Si trova sull’importante catena che dal Sasso Canale ad E giunge quasi rettilinea fino al Pizzo Paglia ad W e che di fatto rappresenta il confine tra la provincia di Como e quella di Sondrio. Pizzo Rabbi o Motto Rotondo, questo secondo toponimo ben rispecchia la forma arrotondata del versante SE della montagna, dove passa la via normale, mentre il versante settentrionale è più imponente e percorso da impegnative vie d’arrampicata.
Raggiungere la vetta del Pizzo Rabbi da S, dal paese di Livo, è facile (EE/F) e anche la parte finale non pone particolari problemi, ma il percorso è lungo, faticoso e non sempre ben segnalato. In particolare, non è del tutto semplice seguire le tracce con segnali sbiaditi (estate 2009) fra il ponte di (q. 1055 m), che si incontra poco dopo Borgo e la base della cresta S della Croce di Ledü (Croce di Rabbi sulla CNS). Tuttavia, con un pò d´intuito si riesce ad individuare il percorso.
Il panorama circolare che si può ammirare da questa vetta è stupendo su tutta la regione, in particolare sui vicini e impegnativi Pizzo Ledü e Pizzo Cavregasco.
In presenza di neve, ovviamente utili piccozza e ramponi.
Da Gravedona sul Lago di Como si segue la strada che conduce a Livo. Dopo aver attraversato un ponte all’inzio del paese, si segue la strada di sinistra che passa a N della chiesa. Ad un successivo incrocio si prende a destra e dopo circa 300 m si arriva alla chiesa di S. Giacomo (q. 697 m), dove c’è un ampio parcheggio.
La stradina, stretta, sterrata (nel 2009) e spesso con il fondo sconnesso, prosegue in discesa per circa 3 km, fino a raggiungere il crotto di Dangri, distante pochi metri dal Ponte di Dangri (q. 659 m). Da valutare l´alternativa di parcheggiare l´auto alla chiesa di San Giacomo e raggiungere a piedi, in circa 35 minuti, il ponte di Dangri.
Dopo aver attraversato il ponte di Dangri si sale la ripida mulattiera che conduce al santuario seicentesco della Madonna di Livo (q. 742 m). La mulattiera prosegue nel bosco di castagni con numerosi tornanti ed esce sui prati antistanti le baite di Baggio (q. 930 m). Da qui s´imbocca un sentiero ben marcato, in leggera discesa, che traversa il fianco della montagna verso NNW, in un ambiente selvaggio e raggiunge il ponte/briglia di (q. 968 m). Lo si attraversa portandosi sul versante destro idrografico e dopo una ripida salita si arriva alle baite di Borgo (q. 1060 m).
Seguendo il sentiero dentro una faggeta in breve si raggiunge il ponte di (q. 1055 m) che è una massiccia costruzione in cemento con la parte mediana in legno e parapetti in metallo. Tralasciando le scritte sui cartelli, si può osservare che sul fondo in cemento, all’inizio del ponte, c’è la scritta in rosso (sbiadita): bivacco Ledü, che è il nome con il quale veniva identificato in precedenza il bivacco Petazzi.
Si attraversa quindi il ponte e il successivo pianoro di pochi metri e poi si sale a sinistra seguendo una traccia con segnali che traversa un bosco di faggi, oltrepassa una zona franosa e raggiunge un primo gruppo di case (presumo siano le baite più a E di Busteccio, per questo tratto non affidarsi alla carte ufficili ma, come riportato in nota, consultare la cartina della Guida dei Monti d’Italia che ben riporta i sentieri).
Da questo primo gruppo di case, seguendo un sentierino segnalato, si volge verso E e dopo aver attraversato una valle si raggiungono le baite di Stabiel (q. 1222 m). Dopo l’ultima baita ad E, le tracce conducono ad un sasso alto un paio di metri, con bolli rossi. Qui si cambia direzione e si sale a sinistra, verso il bosco, ma prima di raggiungerlo si supera un altro grosso sasso, distante una cinquantina di metri dal precedente, che reca anch’esso dei bolli rossi.
Oltre questo sasso, verso sinistra, si entra in una fitta e ripida faggeta. Seguendo i segnali sbiaditi sui tronchi dei faggi, si sale fino a raggiungere i ripidi pendii erbosi dove termina il bosco e dove si perdono i segnavia. Ad intuito si supera verso destra un piccolo avvallamento e si sale verso lo spigolo dello zoccolo roccioso della Croce di Ledü.
Il sentierino ritorna evidente ma attenzione, è assai ripido e in alcuni punti e scivoloso a causa della paglia secca presente proprio lungo il percorso.
Lo spigolo roccioso sopra citato viene aggirato ad E e poi si prosegue lungo il sentiero che passa sotto la bellissima parete E della Croce di Ledü e sale verso l’ormai evidente Pizzo Rabbi. Senza raggiungere l’Alpe Ledü, si prosegue verso N in un bell’ ambiente di vasti pascoli e lastroni di rocce.
Seguendo i segnali si arriva all’Avert di Ledü (q. 1953 m). Se si perdono i segnali, nessun problema, si sale con percorso evidente e non obbligato verso NNE, fino a raggiungere il Bivacco Petazzi (q. 2245 m), nei pressi del Lago di Ledü. Da qui ci si porta alla base del largo pendio SE del Pizzo Rabbi e si sale verso sinistra, quasi al margine con la cresta. Si compie poi un ampio semicerchio verso destra, sopra la fascia rocciosa mediana, e si raggiunge facilmente la vetta.
Come per la salita.
Le carte attuali (2009) non riportano esattamente i sentieri che da Borgo (q. 1060 m) raggiungono Stabiel e proseguono fino alla base della cresta S della Croce di Ledü (Croce di Rabbi sulla CNS). Molto più dettagliata e precisa è la cartina alla pag. 208 della Guida dei Monti d’Italia: Mesolcina-Spluga, Monti dell’Alto Làrio.
![]() |
![]() |
![]() |
Immagine ripresa al ponte (q. 968 m), dopo Baggio | Il Pizzo Rabbi, dall’Avert di Ledü (q. 1953 m) | Il Pizzo Ledü, dalla vetta del Pizzo Rabbi |
![]() ![]() |
||