Traversata di Cima Venezia
a cura di Guido Caironi
Sguardo dalla Terza Cima Venezia sul Gruppo del Cevedale
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Regione: Trentino Alto Adige Alpi: Italiane - Alpi Orientali - Retiche - Gruppo Ortles Cevedale Punto di partenza: Albergo Genziana, Alta Val Martello (q. 2051 m) Direzione di salita: NE Quota massima: 3386 m Dislivello di salita: 1600 m Dislivello totale: 3200 m Tempo di salita: 3,00 h Tempo totale: 9,00 h Difficoltà: EEA - A - III- - AD- (scala difficoltà)Punti di appoggio: Marteller Hutte (q. 2610 m) Tipo di salita: Ghiacciaio e passaggi su roccia Periodo consigliato: estate Cartografia: TABACCO N. 08 - Ortles-Cevedale 1:25000
Attrezzatura:
         
Valutazione:
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Introduzione:
La traversata proposta in realtà appare come una sorta di invenzione dell'autore. È nota la traversata delle tre punte che caratterizzano la Cima Venezia (anche se per alcuni la "vera" cima è situata a q. 3386 m, nota in lingua Altoatesina come Veneziaspitze e pertanto non ha alcun senso la traversata di queste cime minori). L'abbinamento alla Cima Marmotta (Kollkuppe) permette invece di effettuare una cavalcata di non banale esecuzione e di sicura soddisfazione. La cresta che si percorrerà è lo spartiacque tra il territorio della Val Martello, di lingua tedesca, e il territorio della Val di Pejo, nel Trentino e di lingua sicuramente italiana. In effetti proprio su questa cresta corre il confine (se così si può dire) tra le province di Bolzano e di Trento. Normalmente la salita a Cima Venezia avviene per il ghiacciaio del Careser, posto a sud, nella Val de la Mare, che si diparte a nord di Pejo e dal rifugio Larcher (q. 2608 m). Osservando però lo stato di quest'ultimo ghiacciaio non si può che ritenere che la salita effettuata da questo lato, soprattutto se condotta in tarda stagione, si svolga in realtà quasi completamente su roccia (più che altro su sfasciumi) e che pertanto non rappresenti un particolare valore alpinistico. Questo non sminuisce affatto la possibilità di ascesa dalla Val di Pejo, ci mancherebbe, ma ci porta a suggerire, almeno in questi ultimi anni, un tentativo, forse più ricco di soddisfazioni, dalla Val Martello.
Accesso:
Provenendo dalla Val Venosta (da Merano o ridiscendendo dal Passo dello Stelvio passando per Trafoi) si risale l'intera Val Martello, transitando lungo la strada che supera la diga e il lago di Gioveretto. Per stretti tornanti si raggiunge l'albergo Genziana, a quota 2051 m, ove si lascia l'auto in uno dei numerosi parcheggi a pagamento. Da qui si prende uno tra i tanti sentieri che conducono al Rifugio Martello (q. 2610 m). Risulta forse più veloce il sentiero n. 151, che passa nei pressi del Rifugio Nino Corsi (q. 2265 m), quindi il 103 che, attraversata un antico sbarramento fluviale, si porta al di sotto dello sperone ove sorge il Martellerhutte. Con fatica si superano i circa 300 metri che restano per guadagnare il piazzale antistante il rifugio, a quota 2610 m. Dal rifugio alcuni cartelli indicano la direzione da seguire. Verso destra e risalendo una morena laterale si va a guadagnare il tracciato per la Cima Marmotta (sentiero 27), evitando così di prendere il sentiero 103 che, più basso, conduce invece alla Forcola (da cui parte un bellissimo itinerario per il Zufallspitze). Si sale tra le rocce della morena, verso sud, e si piega quindi a sinistra, a contornare una elevazione rocciosa, risalendo con fatica un largo canale fino a circa 2900 metri di quota, oramai in vista della vedretta "Alta". Indossato l'equipaggiamento da ghiacciaio si risale la suddetta vedretta che, anche a stagione inoltrata, non presenta difficoltà grazie alla sua scarsa pendenza. Si punta alla maggior depressione della cresta rocciosa (grosso modo a sud) e, superato un tratto più ripido e alcuni crepacci, si raggiunge la cresta.
Descrizione:
Si piega a sinistra (per chi sale), seguendo le tracce lasciate da precedenti alpinisti e, vinti alcuni passaggi di I grado si raggiunge il culmine della cresta. Il mio consiglio personale è, in questi casi, di percorrere sempre, laddove possibile, la cresta (rimanendo al massimo pochissimi metri al disotto): il percorso è più netto, visibile e soprattutto meno instabile.
Oltrepassata una prima elevazione con croce e libro di vetta (ma non è la cima Marmotta, dunque il sottoscritto non ha compreso bene il motivo della presenza di questi due elementi) si perde un po' di quota e si riguadagna infine la vetta principale (Kollkuppe q. 3330 m). Bene, ora la direzione di salita sarà verso N-E, seguendo sempre il filo di cresta. Il tratto che separa la Cima Marmotta dalla Prima Cima Venezia è il più tecnico (anzi, a dire il vero, l'unico tecnico). Ad alcuni passaggi semplici si frappone quindi un ripido scoglio roccioso che si può scalare o che si può aggirare su di una piccola cengia sulla destra. Si incontra quindi una lama rocciosa non evitabile, che va scalata d'impatto, tenendosi con le mani alle affilate lame e sostando poco più sopra (è un salto di circa 15 metri, eventualmente proteggibile con cordini legati attorno ai numerosi spuntoni). Ancora un tratto di cresta propone quindi il passo chiave: un netto strapiombetto che si può superare con l'aiuto di un provvidenziale cordino che pende dall'alto. Non ci siamo chiesti il livello di tenuta dello stesso, e abbiamo preferito non pensarci. Assicuratici con un dado ad una fessura a lato, abbiamo impiegato il cordino per issarci sullo scivolo roccioso soprastante, quindi con un breve tiro di corda (4-5 metri) abbiamo recuperato il compagno facendo sosta su di un grande masso. Da questo punto in poi la salita alla Cima Venezia non offre alcuna difficoltà. Si raggiungono i 3386 m della prima vetta, si perde quota su sfasciumi e si guadagna la Seconda Cima Venezia (Zweite Venezia Spitze) a q. 3371 m, quindi si discende da questa vetta, si supera una elevazione intermedia e si perviene alla Terza Cima Venezia (Dritte Venezia Spitze) a q. 3356 m.
Discesa:
Si consiglia di proseguire ancora per un tratto sulla cresta che scende dalla terza cima, in direzione di Punta Martello (q. 3357 m). Dove il ghiacciaio risale più vicino alla cresta (che in realtà fino ad alcuni anni orsono sormontava completamente) si inizia la calata lungo la Vedretta Serana (Schranferner), cercando di spingersi dapprima verso N-E per poi piegare a sinistra ed evitare così il tratto più ripido e più ricco di crepacci che si trova proprio sotto la Terza Cima Venezia. Si punta quindi ad un lago proglaciale e, senza quasi accorgersi, si transita dal ghiacciaio alla morena terminale. Noi in realtà, a tarda stagione, abbiamo trovato molti crepacci aperti, di non sempre facile superamento, che hanno obbligato ad un'opera di paziente ricerca del corretto itinerario con la conseguenza di dover percorrere qualche centinaio di metri in più. Al laghetto terminale si piega a destra, quindi a sinistra, aggirandolo e scendendo verso sinistra in direzione della Cima Serana (O-NO), collegandosi quindi con il sentiero 37° (luogo abitato da numerosissimi camosci). Si percorre tale sentiero verso sinistra (Ovest) sino a intraprendere la ripida discesa di una evidentissima morena laterale. Ad un bivio si prosegue diritti (sentiero 37) e si discende lo zoccolo roccioso che chiude la valle verso sud. Si piega quindi a destra lungo il sentiero n. 37 che, scendendo rapidamente, si avvicina al torrente e alla forra che corrono lungo la parte centrale della valle. Senza attraversare la forra (e raggiungere così il Rifugio Corsi) si va a destra per tornare al punto di partenza.
Note:
Non vi sono particolari difficoltà nella salita sulla prima vedretta per raggiungere la Cima Marmotta, né sulla cresta che conduce a questa cima. Il tratto più tecnico è quello compreso tra Cima Marmotta e Cima Venezia e che richiede, in qualche tratto, la progressione in conserva o addirittura la progressione con un paio di corti tiri protetti. A tarda stagione non è presente neve sulla cresta e il ghiacciaio di discesa dalla Terza Cima Venezia si presenta infido per la presenza di numerosi crepacci molto ampi (comunque perfettamente individuabili).
Autore: Guido Caironi -
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Data: 29/08/2017
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Cima Marmotta dalla Prima Cima Venezia
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Verso la Seconda Cima Venezia
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Il tratto finale (facile) della Vedretta Serana
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Passaggi di cresta
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