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TRAVERSATA DI MONTAGNA A CURA DI ENRICO CECCHI



Traversata della Catena dei Groppi di Camporaghena


a cura di Enrico Cecchi

La traversata vista dal versante toscano; a destra il Monte Alto, a sinistra Punta Buffanaro
La traversata vista dal versante toscano; a destra il Monte Alto, a sinistra Punta Buffanaro

Regione: Toscana-Emilia R.
Alpi: Italiane - Appennini - Appennino Settentrionale - Gruppo Appennino Reggiano
Punto di partenza: P.so del Cerreto (q. 1261 m)
Direzione di salita: SE - NW
Quota massima: 1904 m
Dislivello di salita: 1300 m
Dislivello totale: 1300 m
Tempo di salita: 3,40 h
Tempo totale: 8,00 h
Difficoltà: EEA - AR - II - PD (scala difficoltà)
Punti di appoggio: Rif. Città di Sarzana (q. 1580 m), Biv. i Ghiaccioni (q. 1400 m)
Tipo di salita: Traccia e roccette, passaggi su roccia/attrezzati
Periodo consigliato: giugno - settembre
Cartografia: GEOMEDIA Alto Appenino Reggiano foglio n° 3 1:25.000 edizione 2009
Attrezzatura:
Valutazione:


Introduzione:
Con la denominazione Catena dei Groppi di Camporaghena si intende quel tratto dell'Appennino Settentrionale collocato tra il Passo del Cerreto e il Passo del Lagastrello, che appare in tutta la sua maestosità percorrendo la statale 63 sul versante toscano, in direzione del Passo del Cerreto. La sua traversata costituisce uno degli itinerari più appaganti di tutto l'Appennino Tosco Emiliano, sia per i panorami che offre, sia per le difficoltà escursionistiche che presenta, sia per l'indubbio impegno fisico che richiede. Due sono le cime che vengono salite, il Monte Alto, montagna severa e punto culminante della catena, e Punta Buffanaro. L'itinerario qui descritto è percorribile sia in un'unica giornata, sia suddividendo il percorso in due, con pernottamento presso il Rifugio Città di Sarzana o il Bivacco dei Ghiaccioni.

Accesso:
Dal Passo del Cerreto (q. 1261 m), dietro al bar ristorante che si incontra sulla destra provenendo dall'Emilia, si segue in falsopiano il segnavia 00, fino ad arrivare al Passo dell'Ospedalaccio (q. 1287 m), antica via di comunicazione tra l'Emilia e la Toscana (30 minuti). In alternativa si prosegue dal Passo sulla statale 63 in direzione della Toscana per circa 500, fino ad incontrare un evidente tornante (possibilità di parcheggio a sinistra), dal quale parte una carrareccia che conduce al Passo dell'Ospedalaccio (0,30 ora).

Descrizione:

Dal Passo si abbandona la strada sterrata che conduce alle Fonti di Capiola e si svolta decisamente a sinistra per rapida salita, prima nel bosco, poi in aperta prateria, fino ad arrivare, dopo circa 100 metri di dislivello ad un bivio (palo con tabelle): a sinistra prosegue dritto e ripido il sentiero 00, che andrà seguito per tutta la traversata. Di fronte a noi si presenta un ripido canalone, che occorrerà seguire, prima restando a sinistra del medesimo, poi al suo interno, ignorando prima il bivio del sentiero 102 (alla nostra sinistra) e poi il bivio del sentiero 671A (posizionato alla nostra destra). Giunti alla conclusione del canalone si attraversa verso destra un'evidente pietraia e, seguendo alcuni ometti, si sale a zig zag, con salita meno accentuata, il pendio erboso. Segue una zona rocciosa, che si supera facilmente a sinistra, per arrivare alla base rocciosa della cresta; ci si dirige verso destra, e di lì a poco si riconosce la cresta erbosa che sale dalla sella della Marinella. Saliti sulla cresta rocciosa (sporgendosi sul versante emiliano, bella vista delle Sorgenti del Secchia) la si segue verso sinistra, superando alcuni passaggi di I grado, per poi ritrovarsi, per circa 200 metri, su una traccia di sentiero più semplice e meno esposta. Al termine si incontra un salto roccioso di circa 10 metri (passaggi di I grado), alla cui conclusione sulla destra di scorge l'arrivo del canalone che sale dal prataccio delle Sorgenti del Secchia. Si continua in quota e, dopo aver superato in discesa un breve passaggio di circa tre metri su roccia, si giunge alla base di una punta di circa 30 metri, che si risale tra le roccette, sempre con difficoltà di I grado.
Arrivati in cima si affronta in discesa a sinistra un intaglio tra la roccia di 2 metri, a conclusione del quale si percorre - sempre in leggera discesa - circa 50 metri di cresta rocciosa esposta. Al termine un altro sperone roccioso si presenta sul percorso, che si supera in salita sulla sinistra (passaggi di I grado). Si arriva così, sul versante toscano, alla base di una piccola paretina di 5 metri, che si risale seguendo un'evidente fessura, con un atletico passaggio alla sua conclusione (I grado ed un passaggio di II). Si incontra ora, in leggera discesa, un tratto di cresta decisamente affilato (volendo si possono evitare alcuni tratti, rimanendo sul versante emiliano, e camminando tra la placca rocciosa ed il prato). Giunti alla forcella, si percorre in decisa salita l'ultimo tratto su pendio erboso che conduce al Monte Alto (q. 1904 m), dopo aver tralasciato sulla destra il sentiero 104, che porta al paese di Camporaghena (2,00 ore).
Ora il sentiero prosegue in falso piano tra le praterie d'alta quota, tenendosi sul versante emiliano a debita distanza dallo spartiacque, ma ben presto ci si ritrova in discesa tra le roccette, per poi proseguire su una placca, inclinata sul versante emiliano (presente cavo di assicurazione), e quindi superare in discesa un evidente salto roccioso di 5 metri, anche in questo caso aiutati dalla presenza del cavo d'acciaio.
Il sentiero prosegue in discesa e, escluse due contro salite dovute alla presenza di due piccoli cocuzzoli, porta ad un'ampia sella, dove si incontra sulla sinistra il bivio del sentiero 106, che porta a Torsana. Qui inizia su prateria erboso ed in cresta la salita che porta a Punta Buffanaro: prima si evita sulla sinistra uno sperone roccioso, per poi passare in mezzo a due placche inclinate verso il versante emiliano. Di lì a poco la traccia nel pendio erboso porta sulla vetta (q. 1879 m - 0,40 ora).
Dalla cima si prosegue verso NW, seguendo per alcuni metri la cresta rocciosa, fino ad arrivare ad un'evidente placca di roccia. A quel punto si segue verso sinistra sul versante toscano la traccia nel ripido pendio erboso, rimanendo sempre di fatto sotto la cresta. Benché non vi siano roccette, è un tratto da percorrere con prudenza, anche perché l'erba lunga non consente di vedere il terreno di calpestio, che spesso è umido e scivoloso. Giunti alla forcella (q. 1752 m), si presenta davanti a noi un crinale di cresta affilato, con evidenti placche inclinate rocciose che scendono verso il versante emiliano: i punti più difficili sono assicurati con cavi d'acciaio (complessivamente sono 8 tratti, di breve lunghezza). Il primo tratto assicurato scavalca un imponente blocco roccioso, che volendo può essere evitato seguendo la traccia di sentiero che scende leggermente sul versante emiliano. Sotto il blocco roccioso si trova il bivio del sentiero 657 A, mentre lo 00 risale in cresta. Dopo un breve tratto su erba, occorre superare in salita un intaglio nella roccia (fune), per poi continuare sulla cresta inclinata dalla parte emiliana, aiutati dalla presenza della funi. Il percorso oppone un nuovo tratto in salita, sempre assicurato, per poi traversare a destra, senza dover risalire completamente il cocuzzolo. Si scende per circa 70 metri seguendo la traccia nel pendio erboso e, giunti alla piccola sella, si risale sempre sul versante emiliano, prima su erba e poi su placche rocciose, aiutati dalla presenza di due tratti attrezzati. Arrivati ad una seconda sella, occorre affrontare una rapida salita di circa 50 metri, al culmine della quale la cresta si allarga e la traccia per prati conduce alla Sella del Monte Acuto, considerato il punto finale della traversata (q. 1721 m - 1,00 ora).

Discesa:
Dalla sella del Monte Acuto si segue sul versante emiliano il sentiero 657, che scende prima per prateria d'alta quota, e poi entra nel bosco di faggio; la traccia effettua diversi tornanti per perdere quota, fino ad avvicinarsi al Lago del Monte Acuto (q. 1580 m - 0,25 ora), che si costeggia dall'alto nel bosco sul suo versante destro. Giunti alla fine del lago, il sentiero scende al suo imbocco, dove si trova un bivio: a sinistra il sentiero conduce in pochi minuti al rifugio Sarzana, mentre a destra il 659 si dirige verso la piana dei Ghiaccioni, direzione che occorre tenere per tornare al Passo del Cerreto. Il primo tratto attraversa in falso piano il bosco, ai piedi di ripide sassaie, e costeggia un piccolo lago, fino ad arrivare alla Costa del Lago, dove si tralascia sulla destra il sentiero 657 A, che riporta alla Sella di Punta Buffanaro, per rimanere invece sul 659, che con rapida discesa tra i faggi porta al pianoro dei Ghiaccioni (q. 1379 m - 0,40 ora), bella radura con numerose e gelide sorgenti. Se non si è scelto di sostare al Rifugio Sarzana, si può optare per il Bivacco dei Ghiaccioni, collocato nel bosco sul versante opposto a quello di discesa (la traccia che porta al ricovero si trova in prossimità della fine della radura verso valle, dove ai tempi di guerra era stata costruita una diga - ahimè ormai scarsamente visibile - per il trasporto del legname).
Il nostro itinerario prosegue sul sentiero 673, che sale nella valle del Torrente Liocca, superando prima macchie di faggio alternate a praterie d'alta quota, e successivamente, dopo aver attraversato un altro pianoro, si inerpica sul versante dell'Alpe di Succiso fino ad arrivare al Passo di Pietratagliata (q. 1779 m - 1,00 ora). Lungo l'ascensione si gode di un'ampia visuale sia dei canaloni ovest dell'Alpe di Succiso (alla nostra sinistra), sia dei canaloni che scendono da Punta Buffanaro, dai Groppi di Camporaghena e dal Monte Alto (alla nostra destra). Mentre il 673 prosegue a destra, per raggiungere il Monte Alto, si scende col 671 sul versante opposto di salita, percorrendo a tornanti il ripido circo glaciale, verso il pianoro delle Sorgenti del Secchia. Dopo aver superato il primo tratto nel bosco, si incontrano nel successivo prato alla nostra destra due sentieri, non segnati, che portano alle vere e proprie sorgenti. Un altro tratto in discesa tra i faggi ci porta al Prataccio (q. 1500 m - 0,30 ora), vasta radura pianeggiante, solcata al centro dal Secchia ancora ruscello.
Tenendo la direzione SE si attraversa tutto il pianoro e, giunti al bivio, si rimane a destra sul 671 (tralasciando sulla sinistra il 675), per entrare nella faggeta cedua a saliscendi, tra vecchie piazzole di carbonaia. Raggiunta una panoramica sella a quota 1533 m. (detta sulle carte antiche Costa Marinella o Costa di Camposecco), la traccia scende, prima nel bosco (fonte) e poi a mezza costa tra praterie, fino a raggiungere il bivio con il sentiero 00, che si era incontrato all'andata nell'ascensione verso il Monte Alto. Dal bivio si scende rapidamente al Passo dell'Ospedalaccio (0,45 ora), e da lì si torna al Passo del Cerreto, seguendo il percorso dell'andata a ritroso (0,30 ora).

Note:
Percorso che richiede tempo stabile e asciutto, passo fermo e assenza di vertigini. Il panorama è notevole, ed in giornate terse è possibile sia vedere il Golfo di La Spezia e le Alpi Apuane, sia il Monte Rosa e la catena delle Alpi. Occorre peraltro tener conto che la zona è esposta ai venti provenienti dal Mar Tirreno, per cui nuvole basse possono essere presenti, anche quando altrove splende il sole. Volendo si può suddividere il percorso in due giorni, pernottando al Rifugio Sarzana (aperto tutti i giorni a luglio e agosto, negli altri periodi nel week end) o al Bivacco dei Ghiaccioni (sempre aperto).

Autore: Enrico Cecchi - Altre traversate dell'autore...

Data: 07/09/2015

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Traversata della Catena dei Groppi di Camporaghena - Dal Monte Alto, la cresta appena percorsa
Dal Monte Alto, la cresta appena percorsa
Traversata della Catena dei Groppi di Camporaghena - Dal Monte Alto verso Punta Buffanaro
Dal Monte Alto verso Punta Buffanaro
Traversata della Catena dei Groppi di Camporaghena - La paretina che si incontra verso Punta Buffanaro, da affrontare in discesa
La paretina che si incontra verso Punta Buffanaro, da affrontare in discesa
Traversata della Catena dei Groppi di Camporaghena - In discesa verso la forcella Buffanaro, con il successivo tratto di cresta
In discesa verso la forcella Buffanaro, con il successivo tratto di cresta





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