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![]() Monte Gleno e la Val del Trobe con all’apice il ghiacciaio |
Regione: Lombardia (Bergamo) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Bergamo Punto di partenza: Valbondione (q. 935 m) - Val Seriana Versante di salita: Dislivello di salita: 1950 m - Totale: 3900 m Tempo di salita: 5,00 h - Totale: 9,00 h Periodo consigliato: maggio - settembre |
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Il monte Gleno, con i suoi 2883 m è la settima vetta più alta delle Alpi Orobie Bergamasche, ed è situato al confine tra la Valle Seriana e la Vallle di Scalve. In particolare il monte Gleno si innalza in cima alla valle del Gleno, purtroppo famosa per il crollo della diga. L’accesso alla vetta può avvenire anche da tale valle, ma qui viene presentato il percorso di salita dalla Val Seriana. L’ambiente che ci circonda durante la camminata è molto suggestivo in quanto siamo nella residenza” delle vette più alte delle Alpi Orobie Bergamasche.
La partenza avviane da Valbondione (in cima alla Val Seriana) dalla frazione Beltrame. Da qui parte il sentiero per il rifugio Curò; il percorso è molto famoso in quanto per 5 volte l’anno, vengono aperte le Cascate del Serio che sono le più alte d’Italia e le seconde in Europa. Il sentiero per il rifugio si svolge su comoda (ma un po’ noiosa) mulattiera, ma per gli escursionisti più allenati esiste una scorciatoia ben segnalata che porta direttamente al rifugio tagliando i vari tonanti. Giunti al Curò si prosegue sulla mulattiera in direzione del Rifugio Barbellino fino a quando sulla destra si incontra una scritta su un sasso che indica la via per il Monte Gleno.
Dalla scritta sul sasso si inizia a risalire la Val del Trobe prima su prati poi sui ghiaioni lasciati dal ritiro del ghiacciaio. Il ripido sentiero porta fin sotto al ghiacciaio, o meglio, di ciò che ne rimane. A questo punto con un po’ di intuito si sceglie la via migliore per risalire tale ghiacciaio che a stagione inoltrata si presenta ricoperto di un sottile strato di ghiaia, ma poco sotto si nasconde insidioso ghiaccio vivo. Risalito il versante nord del Monte Gleno, si arriva alla cresta che va seguita verso destra (Ovest) ed in breve ci porta alla vetta dove è posata una grande croce in ferro.
Come per la salita. Dalla vetta è possibile proseguire sull’affilata cresta che porta al Monte Tre Confini o, volendo proseguire ancora, fino al Pizzo Recastello. In entrambe i casi si ritorna al rifugio Curò percorrendo la Val Cerviera.
L’itinerario fino al ghiacciaio non presenta particolari difficoltà se non per la lunghezza. Può essere utile avere i ramponi in caso di ghiacciaio in condizioni tali per cui questi risultano necessari. A stagione inoltrata quel che rimane del ghiacciaio è solo un piccolo strato di ghiaia sotto cui c’è ghiaccio vivo molto insidioso. La cresta finale è piuttosto affilata, ma non presenta difficoltà di rilievo.
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Ultimo tratto prima della vetta | Lago del Barbellino e Rif. Curò con dietro il Pizzo Coca | Dalla vetta verso il Pizzo Recastello e il Diavolo della Malgina |
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