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Regione: Veneto (Belluno) ![]() Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Feruc Provincia: Belluno Punto di partenza: Sospirolo (BL), loc. Le Rosse (q. 550 m) Versante di salita: S Dislivello di salita: 1400 m - Totale: 1650 m Tempo di salita: 4,3 h - Totale: 8 h Periodo consigliato: primavera - estate - autunno |
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Il Tornon de Peralora è una cima della catena dei Monti del Sole all´interno del PNDB. E´ il proseguimento roccioso della Peralora (1978 m) che protende verso O e le cui ripide pareti precipitano nel lago del Mis. E´ una classica cima di questi ambienti montani, dall´ampio sviluppo, impervia e faticosa da raggiungere, dove la parte finale si sviluppa senza traccia lungo pendii prativi ripidi e scivolosi, in parte rocciosi e in parte coperti di mughi. Abbandonato il vecchio sentiero CAI che attraversa la catena, si procede lentamente per la ricerca del percorso. Da non sottovalutare per impegno fisico e dislivello positivo. Presenza di camosci e zecche.
Da Belluno seguire la SR 203 per Agordo. A ponte Mas attraversare il Cordevole e poi a destra in direzione della Certosa di Vedana dopo la quale si trova un bivio con stradina asfaltata che sale verso loc. Le Rosse che si segue fino alla fine dove si parcheggia comodo e inizia il sentiero (q. 550 m).
All´inizio del sentiero si trova un bivio con ometto, dove a destra si sale verso il Piz de Vedana (un´altra storia..). Si prosegue diritti nel bosco verso N, con scorci di visione sul lago del Mis. Si aggira un promontorio, si scende leggermente per un pò finchè si entra in una prima gola sorgiva che si supera anche con l´aiuto di un cordino metallico. Si prosegue ancora facilmente nel bosco fino ad un secondo bivio: a destra si sale verso Nusieda attraverso un percorso attrezzato facile che supera una gola sorgiva mediante una scaletta metallica e una corda fissa, mentre la traccia di sinistra che scende verso il lago è stata creata per aggirare queste difficoltà ma allungando i tempi di salita di circa 1/2 ora. Le due tracce si reincontrano più in alto dove in breve ancora per comodo sentierino si arriva alla bucolica casera Nusieda (1 ora, q. 968 m). Dalla casera salire verso E in direzione di una vecchia fontana in legno e ritrovare la traccia nel bosco che diventa via via più evidente. Si sale per bosco rado, poi si aggira sinistra un altro promontorio roccioso e si entra in una gola percorrendo una piccola cengia (tratto leggermente esposto), inizialmente erbosa poi per sfasciumi si arriva a rocce affioranti che portano nell´altro versante (ometti). Si rientra ancora nel bosco fino ad una recente frana che si aggira in alto salendo ripido a destra per poi riprendere il sentiero originario. A questo punto il bosco diventa prevalente a faggio, tipico dei luoghi. Si sale per traccia intuibile (ometti e vecchi segnavia sbiaditi) fino quasi sotto alla forcella de Peralora che non si raggiunge, ma si prosegue a sinistra dove si esce dal bosco su una radura. Qui, puntare un grosso faggio a sinistra e poi ancora su ripido per erba alta verso un pino fino a giungere ad una roccia su spazio aperto con bella vista sui Pizzet a Sud e il Pizzocco, l´alpe di Cimia, Agnelezze a Ovest. Da qui in poi la traccia risulta meno evidente e il sentiero assume ora l´aspetto di un viaz, un pò da cercare e intuire. Oltre a sporadici ometti, di grande aiuto è il mugo-amico, che è il mugo a cui qualche anima buonavoglia ha tagliato alcuni rami per agevolare il passaggio. Quando si incontra il mugo-amico si ha la sensazione di essere sulla strada giusta! Ed è proprio così! Per erba alta e mughi-amici, si giunge sotto una evidente roccia dalla strana forma a fungo e da qui si segue la frastagliata e panoramica cresta, mai esposta, con grandiosi scorci sulla valle del Cordevole e sulla Palazza. A tratti ancora ripido, con qualche passaggio da bestemmia si arriva fin sotto lo spallone roccioso della Peralora, dove, se non c´è nebbia, a sinistra si vede il Tornon come se fosse un miraggio a portata di mano (2,30 h, q. 1650 m ca). Da qui in poi si procede senza traccia (ma che comunque anche fin qui non è un gran che). Subito prima che il sentiero rientri in un bosco di faggio, a sinistra si attraversano dei mughi e si scende qualche metro senza traccia su prato ripido fino a delle rocce. Si mantiene la quota sulle rocce e sui mughi, aggirando la base rocciosa del monte fino a sbucare in un anfiteatro prativo (ometti). Da qui si mira ad uno spuntone di roccia, lo si raggiunge e poi ancora verso destra risalendo leggermente (ometti), si arriva sulla sommità una profonda gola rocciosa sorgiva che si aggira su rocce bagnate (camosci). Seguire quindi una debole traccia, attraversare dei mughi sbucando in un secondo ampio pendio prativo. Si scende adesso abbastanza ripido verso destra fino alla base di una bianca parete rocciosa (ometti). Da qui ancora a destra in direzione della piccola forcella Bosch de Lasta (q. 1625 m) che si raggiunge passando sotto un tronco di larice caduto che chiude un breve ma ripido salto erboso (scivoloso). Dalla forcella si prosegue verso S salendo sulla cengia soprastante dove risulta più agevole (delicato), anche con l´aiuto di mughi (ometti). Si aggira così un altro sperone roccioso, si attraversa una piccola pietraia e si punta il ripido canale erboso finale che si risale faticosamente fino alla cima (1752 m, 4-5 ore).
Come per la salita. Considerare comunque almeno 3-4 h per la discesa a valle, perchè bisogna risalire alcuni tratti e perchè fuori dalle tracce l´aspetto degli ambienti cambia a seconda del senso di percorrenza.
Percorso finale molto articolato che si svolge in luoghi impervi, ripidi e solitari ma comunque aperti e non esposti, che va cercato nonostante la confortante presenza di ometti e mughi-amici. Come tutti i luoghi di questo genere è da evitare in caso di nebbia perchè necessita di ottima visibilità. A causa dei saliscendi e dei ripidi pendii, il dislivello positivo risulta importante per cui servono un buon allenamento, nonchè una buona capacità di orientamento e abitudine a esperienze di questo tipo di montagna perchè alcuni tratti possono essere insidiosi e serve una attenta valutazione. Buona copertura telefonica.
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