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Regione: Veneto (Belluno) ![]() Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Vette Feltrine Provincia: Belluno Punto di partenza: Valle di S. Martino (q. 530 m) Versante di salita: S-W Dislivello di salita: 1700 m - Totale: 2100 m Tempo di salita: 4,00 h - Totale: 9,00 h Periodo consigliato: estate |
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Si propone un giro non difficile ma lungo, di alto pregio ambientale, con dislivello impegnativo, che richiede un buon allenamento fisico e molte ore di luce. Si svolge prevalentemente su sentieri comodi e ben segnati, tranne che per la salita finale al Sasso Scarnia che si percorre senza traccia, su terreni ripidi ma aperti, per cui necessita di un pò di intuizione e abitudine a muoversi su questo tipo di ambienti.
Da Feltre (BL) si seguono le indicazioni per il paese di Vignui. Da qui si entra nella valle di S. Martino e si prosegue su strada forestale fino all´omonima chiesetta, dove è consigliabile parcheggiare perchè da qui la strada diventa sempre meno percorribile.
Si prosegue dentro la valle lungo la strada, risalendo il letto del torrente Stièn, fino a giungere ad un bivio con tabelle (690 m, ½ h). Si sale a destra verso Forc. Scarnia (segn. CAI 803) su comodo sentiero ben segnalato fino a giungere a Malga Ramezza Alta (1485 m, 1½ h) e poi a Forc. Scarnia (1590 m, 2h). Non seguire le indicazioni per la Val Canzoi ma continuare a salire per il sentiero CAI 803. Si esce dal bosco e, dopo un tratto con presenza di mughi ma facilmente percorribile, si arriva ad incrociare il sentiero CAI 801 dell´Alta Via n.2 (1870 m). Si segue ora il percorso AV2 verso sinistra fino a giungere sotto le repulsive crode del Sasso Scarnia (attenzione alla caduta di sassi, soprattutto nel periodo invernale!). Con un piccolo strappo sempre seguendo il sentiero 801, si giunge alla più rilassante Alpe di Ramezza (2010 m). Bella visione verso il monte S. Mauro. Poco prima che il sentiero pieghi a sinistra, a destra una invitante conca erbosa sovrastata da una fascia rocciosa e pietrosa, conduce alla cima del Sasso Scarnia. Salire il primo soffice prato senza traccia obbligata dirigendosi non verso la fascia rocciosa, ma a destra puntando dei mughi isolati. Attraversare due canalini detritici e poi salire dritti (ripido e faticoso). Con ultimo strappo finale si arriva sulla cresta sommitale (stelle alpine) e da qui con entusiasmante e panoramica esposizione si giunge brevemente in vetta (2226 m, 4h ). Colpo d´occhio sul Primiero e i Lagorai fino a Cima d´Asta. A destra la parte meridionale delle Pale di S. Martino e il più vicino Sass de Mura. Si torna sul sentiero 801 per tracce di salita e si prosegue verso la piazza del diavolo (2175 m), passando sotto il Monte Ramezza (facile e breve la salita anche su questa cima). Sempre su sentiero 801, con qualche saliscendi, si prosegue fino quasi al passo Piètena (2100 m ca, 6-7h).
Si scende verso la busa di Pietena seguendo il trascurato sentiero CAI 816 (marmotte) e con qualche disagio si arriva in successione ai ruderi di Malga Piètena prima e Malga Piètenetta dopo (1855 m). Sulla destra la forcella che sale alla Rocchetta (camosci). Superata la conca di Piètena, il sentiero riprende ad essere facilmente percorribile. Si scende quindi velocemente l´omonimo Scalon e si giunge al Piano dei Violini dove si incrocia il sent. CAI 812 che sale verso lo Scalon delle Vette (860 m). Si scende ancora e poco prima di ritrovare il bivio col sentiero 803. A sinistra i salti d´acqua delle sorgenti dello Stièn.
Escursione lunga, panoramica, attraversa spazi di alto pregio ambientale, ma è resa un pò complicata per l´abbandono dei pascoli che attraversano le antiche malghe.
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