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L’itinerario per il Pizzo della Palü, ripreso da NW |
Regione: Lombardia (Sondrio) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Avers Provincia: Sondrio Punto di partenza: Lago di Monte Spluga, località Suretta (q. 1910 m) Versante di salita: W-NW-NNE Dislivello di salita: 1294 m - Totale: 2588 m Tempo di salita: 5,15 h - Totale: 9,15 h Periodo consigliato: inizio estate |
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Il Pizzo della Palü (Piz della Palù sulla CNS) si trova circa 1 km a NE del più noto Pizzo di Émet. Da occidente si presenta con una larga e bella cupola detritico-rocciosa, mentre da oriente si erge meno attraente con un cono di detriti. La via normale proposta, dal versante W/NW e per la cresta NNE, stranamente non è riportata dalle guide alpinistiche, ma a mio avviso è la più semplice dal Bertacchi. Fino a qualche decennio fa il versante NW era ammantato da un ghiacciaio di piccole/medie dimensioni (non nominato sulla CNS) che poteva, forse, creare qualche problema, ma attualmente si è molto ridotto e non interferisce con l’itinerario di salita alla sella (q. 2950 m) che si trova alla base della cresta NNE.
Ecco alcune indicazioni per chi intende raggiungere il Pizzo della Palü con questo itinerario:
- Il periodo migliore per affrontare l’ascesa è l’inizio estate, quando i pendii detritici e morenici presenti al disopra del Passo di Émet sono ancora ben innevati e quindi meno faticosi. Ovviamente la traccia sulla neve facilita anche l’individuazione della via di discesa. L’importante è che il sentiero di accesso al rifugio sia sgombro di neve, sia per il pericolo di slavine dallo Spadolazzo, sia per la presenza di alcuni tratti esposti.
- L’itinerario non presenta particolari difficoltà tecniche, ma bisogna affrontarlo con tempo stabile e in assenza di nebbie, data la vastità dei pendii e avvallamenti che bisogna traversare in obliquo. Inoltre, per non avere problemi al ritorno, è importante memorizzare bene la posizione dei canaletti che permettono di superare le 2 fasce rocciose che si trovano poco sopra il Passo di Émet.
- Le maggiori asperità della cresta NNE possono essere aggirate facilmente a sinistra.
- In presenza di neve, piccozza e ramponi sono chiaramente indispensabili.
Percorrendo la strada per il Passo dello Spluga, dopo aver superato la località Stuetta, si passa di fianco alla corona della diga del Lago di Monte Spluga. Si prosegue in piano per circa 500 metri, fino ad incontrare alcune case ed una stradina sterrata che si stacca sulla destra. In loco sono presenti dei cartelli che indicano: Rifugio Bertacchi h 1,30 e P.so Emet h 2,00. Si imbocca quindi questa sterrata e si parcheggia dopo 30 metri, in uno spiazzo.
Dal parcheggio si sale a piedi lungo la comoda pista sterrata, in direzione E, e dopo aver superato diversi tornanti si arriva sulla sommità del promontorio degli Andossi. Lasciata la sterrata che sale ad una cava di sassi e seguendo le indicazioni, si imbocca il sentiero che traversa con un percorso a semicerchio il concavo versante meridionale del Pizzo Spadolazzo. In alcuni punti il sentiero è un po’ esposto ma sufficientemente largo e protetto con catene. Al termine di questo percorso un po’ altalenante si arriva sul dosso dove sorge il Rifugio Bertacchi (q. 2175 m), circa h 1,15 dalla partenza.
Senza scendere al sottostante Lago di Émet (q. 2144 m), si seguono le indicazioni per il Passo di Émet e si traversa in piano la conca sopra il lago, prima in direzione NE, poi E. Seguendo il sentiero segnalato in circa 20/25 minuti dal rifugio si arriva al valico precitato (q. 2294 m), che sulla carta della CNS è nominato Pass da Niemet. Se si osserva ora in direzione E, si potranno notare dei risalti rocciosi separati da un largo e ripido pendio di erba e detriti, che si stacca proprio dal valico. Questo pendio è percorso da una traccia segnalata che poi esula dal nostro itinerario in quanto sale in direzione SE al Passo di Sterla.
Si possono seguire i segnali per un centinaio di metri, poi si abbandonano e si traversa a sinistra. In breve si arriva ai pendii superiori, dove c’è una nuova fascia rocciosa da aggirare facilmente a vista, per canaletti e pendii erbosi. Si sale sempre in direzione NE con percorso evidente, ora su detriti e morene, sfruttando le lingue di neve. Si punta verso sinistra, dove termina la fascia rocciosa obliqua che sorregge la cupola della vetta (vedi 1a immagine di dettaglio). Poi si sale in direzione E, su pendii innevati, ripidi ma facili (vedi 2a immagine di dettaglio). Giunti a poche decine di metri dalla Sella (q. 2950 m) si offrono due possibilità. La prima è di raggiungere questa sella direttamente per facili roccette (I°). La seconda, ancora più facile, è di traversare a sinistra e raggiungerla per una larga cengia obliqua, in parte detritica e in parte innevata.
Ad ogni modo, dalla Sella (q. 2950 m) si sale lungo la Cresta NNE che all’inizio è molto larga, su detriti e neve. Poi diventa più rocciosa, in questo caso si può scegliere se arrampicare il filo a tratti esposto, oppure aggirare facilmente a sinistra le maggiori asperità. Si arriva quindi sulla vasta e arcuata cresta della vetta, circa h 4,00/4,15 dal rifugio. Panorama stupendo in tutte le direzioni.
Come per la salita.
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