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Regione: Lombardia (Bergamo)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Bergamo Punto di partenza: Carona (q. 1180 m) Versante di salita: Vari Dislivello di salita: 1500 m - Totale: 3000 m Tempo di salita: 5,00 h - Totale: 9,00 h Periodo consigliato: estate - autunno |
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Escursione lunga e molto soddisfacente. L´ultimo tratto ha anche qualche passaggio più tecnico ed esposto, occorre quindi prestare molta attenzione.
Dal parcheggio di Carona, si imbocca la comoda mulattiera in direzione del Rifugio Calvi, oppure la sua variante estiva. Al rifugio si giunge dopo circa due ore di cammino. Vi è anche la possibilità di evitare questo tratto, prenotando il servizio jeep navetta, che lascia alla base della diga di Fregalbogia.
Dal rifugio seguire i segnavia alla nostra sx, in particolare il numero 225, per portarci in pochi minuti di discesa, sulle sponde del lago Rotondo, che costeggiamo sulla sua sx orografica per proseguire poi sempre lungo il 225 che, con percorso quasi pianeggiante o addirittura in leggera discesa, ci porta ad attraversare il torrente Brembo, per poi riprendere finalmente a salire e recuperare quota, lungo la vallata, dominata dal Pizzo Diavolo e del Diavolino, Poris e Grabiasca. Giungiamo ad un pianoro alla base del Passo Valsecca e delle pendici del Diavolo. Noi proseguiamo sempre lungo il sentiero 225 in direzione dell´evidente passo che divide il Diavolino dal Poris. In questo tratto vi è la possibilità di trovare residui di neve sino a stagione inoltrata. Qui il paesaggio cambia, ed il sentiero risale tra sfasciumi vari, mai difficile, sino al Passo Valsecca. Dal passo pieghiamo leggermente alla nostra dx, seguendo le indicazioni del sentiero 255 per Grabiasca e la scritta Poris su un masso. I bolli sono ben evidenti, ed il sentiero prosegue inizialmente quasi in falso piano. Facciamo attenzione perché in questo passaggio i traversi sono abbastanza esposti, ed i terreno friabile e sfasciumoso. Proseguiamo sempre seguendo i bolli, ora senza esposizione, sino a giungere alla sella che divide il Pizzo Poris (alla nostra dx), dal Monte Grabiasca (alla nostra sx). Pieghiamo quindi a dx, attaccando la cresta, che, inizialmente abbastanza comoda, diviene man mano più esposta. Qui i bolli non ci sono più, occorre seguire gli ometti (il percorso è comunque logico, basta seguire la cresta). Proseguiamo aiutandoci con le mani per la progressione, sino al punto più critico del percorso: dobbiamo scendere (fare attenzione) a un intaglio per poi risalire una paretina abbastanza verticale ed esposta, sebbene fornita di solidi appigli per mani e piedi (in discesa si consiglia comunque di farla disarrampicando). Superato questo passaggio in breve giungiamo alla croce di vetta.
Come per la salita.
Si consiglia di indossare il caschetto quando si è giunti al Passo Valsecca. Nei passaggi più esposti della cresta, cercare di restare sempre sul versante seriano, rispetto a quello brembano, poiché più precipite.
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