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Pizzo del Diavolo della Malgina (traversata) - 2926 m


Relazione della salita - Cima n° 3433


Via Normale Pizzo del Diavolo della Malgina (traversata)

Il Pizzo del Diavolo della Malgina, da NNE
Regione: Lombardia (BergamoItaliane

Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie

Provincia: Bergamo

Punto di partenza: Valbondione (BG), frazione Grumetti (q. 950 m)

Versante di salita: Vari

Dislivello di salita: 2075 m - Totale: 4150 m

Tempo di salita: 6,15 h - Totale: 11,15 h

Periodo consigliato: luglio-settembre

Punti di appoggio: Rif. Curò (q. 1895 m) e Rif. Consoli (q. 1890 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Sentiero segnato
Difficoltà:   EE - I (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: no
Cartografia: KOMPASS N. 104 – Alpi Orobie Bergamasche 1:50000
Autore: Piero V.  Profilo di Piero V. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 04/09/2020
Data pubblicazione: 06/09/2020
N° di visualizzazioni: 5172
N° voti: 1 - Voto medio: Voto 4 stelle

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Introduzione:

Massiccia piramide rocciosa, di bell’aspetto, in particolare se vista da N e da E ed è la più elevata della catena orobica ad E del Pizzo Coca. È formata da 3 creste principali, la W e la E, dove si svolge la traversata proposta e la S che va a formare il Pizzo di Cavrel. Come il vicino Pizzo Coca è una montagna molto conosciuta e frequentata, sia per la facilità d’accesso, sia per lo stupendo panorama.
Ecco alcune precisazioni per chi intende effettuare la consigliabile traversata della montagna:
- L’itinerario in sintesi è il seguente: dal Rifugio Curò o dal vicino Rifugio Consoli si sale in Valmorta e poi lungo il versante W della montagna. Alla vetta si accede per il fianco N (valtellinese) della cresta W. La discesa avviene dalla via classica, per il fianco S (bergamasco) della cresta E, poi dal Lago della Malgina ed infine si ritorna al Rifugio Curò.
- L’accesso ai Rifugi Curò e Consoli si svolge su sentiero, pista sterrata e mulattiera, tutti ben segnalati da cartelli (segnavia 305). Il sentiero che sale in Valmorta (segnavia 323) è segnalato fino al Lago omonimo (q. 2148 m), poi a guidarci sul versante W della montagna, dove non c’è traccia, ci sono numerosi ometti di pietre e bolli arancioni, rossi nella parte superiore, fino in vetta. Anche la discesa da E è tutta bollata, inoltre c’è una traccia ben evidente fino al Lago della Malgina. Da questo lago si scende su sentiero segnalato (segnavia 310) poi si ritorna ai rifugi su comoda pista sterrata che traversa pianeggiante, alta sopra il Lago artificiale di Barbellino.
- La traversata viene proposta con salita da W e discesa da E ma ovviamente può essere affrontata anche al contrario. Se invece si fosse verificata una leggera nevicata nella zona alta della montagna, come è successo ad inizio settembre 2020, è meglio affrontare l’ultimo tratto della cresta W in salita. In questo caso sono assolutamente necessari i ramponi in quanto il sentiero si sposta sul versante N dove la neve permane più a lungo. In presenza di una copiosa nevicata, se non si è alpinisti esperti, è ovviamente sconsigliata la salita da qualsiasi versante. Se si sceglie di salire da E, potrebbe essere più indicato pernottare al Rifugio Barbellino, il mattino seguente si può in questo modo risparmiare un’oretta di cammino.
- La traversata in condizioni normali è facile (EE/EE+) e non ci sono passaggi con particolare esposizione.
- La salita al Rifugio Curò sulla stradina sterrata del percorso classico e poi sulla mulattiera, è decisamente monotono, ma allietato dalla spettacolare visione delle Cascate del Serio, le più alte in Italia e le seconde in Europa. Dal Piano del Barbellino si sviluppano con 3 salti successivi per un’altezza totale di 315 m, precipitando in uno splendido anfiteatro di rocce scure, erba e rade macchie di faggi. Con la costruzione delle dighe le cascate vennero interrotte. Attualmente vengono riaperte in concomitanza con la stagione turistica. Lo spettacolo, uno tra i più belli d’Italia, richiama ogni anno migliaia di turisti.
- Il dislivello in salita è ragguardevole, 2075 m compreso quello che si perde scendendo alla Diga di Valmorta. Se non si dispone di una buona forma fisica è quindi meglio suddividere la salita in 2 giorni.


Accesso:

Da Bergamo e dintorni si prende la SP ex SS 671 della Valle Seriana, fino al bivio per Clusone, poi la SP 49 fino a Valbondione, località Bondione. Al bivio che c’è all’entrata di questo paese si prende a destra, si attraversa subito sopra un ponte il Fiume Serio e poco più avanti si curva a sinistra della chiesa. Dopo circa un centinaio di metri in salita, sulla sinistra c’è un grande parcheggio e il palazzetto dello sport all’interno del quale c’è l’ufficio turistico, dove si può acquistare il Pass parcheggio, valevole su tutto il territorio del comune di Valbondione. Il prezzo per un giorno è di € 5.00, per 2 o 3 giorni € 10.00. Eventualmente, il Pass parcheggio lo si può acquistare anche all’esterno dell’ufficio turistico, dove c’è una cassa automatica oppure presso alcuni esercizi pubblici.
Per salire al Rifugio Curò lungo la pista sterrata che poi diventa mulattiera (segnavia 305) abbiamo 2 varianti di partenza che poi convergono. La seconda permette di risparmiare circa 15 minuti di cammino e una cinquantina di metri di dislivello.
Variante 1, dalla frazione Beltrame:
dal grande parcheggio nei pressi del palazzetto dello sport ci s’incammina in salita lungo la strada asfaltata e si prende la via on.le T. Pacati. Un centinaio di metri più avanti si compie un tornante destrorso e si prosegue ancora per un altro centinaio di metri, fino ad un bivio, dove si prende, a sinistra, la via Curò che all’inizio riporta diversi cartelli indicatori per i Rifugi Curò, Consoli e Barbellino. Si segue la strada che sale con pendenza costante, inizialmente ancora asfaltata, poi sterrata e che si addentra in un fresco bosco (segnavia 305). Nel prosieguo si incrocia, a sinistra, il sentiero che sale dalla frazione Grumetti, la seconda variante di partenza.
Variante 2, dalla frazione Grumetti:
dopo aver acquistato il Pass, si esce dal parcheggio del palazzetto dello sport e si sale lungo la strada. Dopo un centinaio di metri si prende la prima deviazione a sinistra (via Beltrame) e la si segue per circa 1 km o poco più. Al termine della strada c’è una grande cappella della Madonna della Montagna e un ampio parcheggio dove lasciare l’auto. S’imbocca quindi la sterrata che aggira la cappella e poi il sentiero che sale a destra. Poco sopra ci sono dei cartelli, si prende a destra il sentiero 305B e si sale nel fitto bosco con sostenuta pendenza, per circa 20 minuti, fino ad incrociare la pista sterrata della prima variante che sale da Beltrame.


Descrizione della salita:

Ad ogni modo, sia che si parta da Beltrame o da Grumetti, si segue a lungo la pista sterrata, dentro e fuori da numerosi valloncelli ma sempre in direzione NE. Oltrepassata la Valle Veggiolo la stradina si trasforma in una larga mulattiera e si compie il primo tornante che è destrorso. Poco più avanti c’è un bivio, la mulattiera prosegue comodamente a destra. Se invece si vuole abbreviare un po’ il percorso, si prende, a sinistra, la variante con segnavia 305 A. Questo sentiero, non riportato sulla carta della Kompass, sale ripidamente e in alcuni tratti è attrezzato con catene, ma in condizioni normali è elementare sebbene un pò umido. Ad ogni modo, dopo circa h 2.15/2.30 di cammino si arriva, prima all’Ostello Curò e 30 metri dopo al Rifugio Curò (q. 1895 m) che si trova alto, sopra la sponda meridionale del Lago artificiale di Barbellino.
Si segue ora il sentiero pianeggiante con i segnavia 303 / 323 che aggira il rifugio da S a N in senso antiorario e si prosegue con percorso un po’ altalenante, alti sopra la riva meridionale del lago artificiale. Il sentiero in questo tratto è un poco impervio e attrezzato in alcuni punti con catene ma è sempre abbastanza largo. Al suo termine si arriva alla casa dei guardiani, in prossimità della corona del muraglione della diga. Per entrare in Valmorta sarebbe sufficiente attraversare la comoda corona della diga e poi prendere il sentiero, inizialmente pianeggiante, che si stacca verso sinistra, all’altezza della corona, ma l’accesso non è consentito ed è sbarrato da cancelli.
Bisogna quindi scendere l’evidente sentiero che conduce a metà strada, tra il laghetto della diga di Valmorta a sinistra e la base dell’alto muraglione della diga del Barbellino a destra, perdendo circa un centinaio di metri di dislivello. Si risale poi senza percorso obbligato il pendio di erba e detriti, a sinistra dell’alto muraglione, fino ad imboccare la traccia, ora ben segnalata che si stacca a pari altezza della corona della diga. In effetti il pendio di erba e detriti di fianco al muraglione è l’unico tratto dove i segnavia sono quasi del tutto assenti, ma il percorso è facile ed evidente. Si prosegue poi lungo lo stretto sentiero (segnavia 323) che inizialmente traversa pianeggiante verso W e poi sale in direzione NW.
Si superano alcuni facili passaggi rocciosi attrezzati con catene e si entra a mezzacosta nella desolata ma bellissima Valmorta. Più avanti ci si abbassa brevemente nella conca al centro della valle, dove si trova il piccolo Lago di Valmorta (q. 2148 m). Qui si abbandonano ovviamente i segnavia che condurrebbero alla Bocchette del Camoscio e si seguono, in direzione NE, gli ometti di pietre e gli sporadici bolli nella piana valliva. Si inizia a salire a sinistra del piccolo torrente e poi su detriti si sale più ripidamente compiendo un semicerchio verso destra, allo scopo di aggirare il primo gradone della valle e si arriva su di un pianoro.
Seguendo sempre gli ometti e i bolli, con percorso ora più evidente, si rimontano lunghi pendii detritici intervallati da pianori con resti di neve e si punta alla bocchetta alla base dell’ultimo tratto della cresta W della nostra montagna. Tralasciando a sinistra un caratteristico torrione, si supera facilmente un breve tratto roccioso, seguendo i bolli e si arriva alla bocchetta precitata, a (q. 2850 m) quindi a circa 70 metri di dislivello dalla vetta. La traccia segnalata aggira subito a sinistra la cresta W, con un breve traverso su detriti. Ci ritroviamo perciò sul versante valtellinese della montagna. Si sale poi un po’ più ripidamente zigzagando tra sfasciumi e ghiaie e si arriva senza particolari difficoltà in vetta, dove c’è una croce in metallo e una campanella (circa h 4.00 dal rifugio, anche meno).


Discesa:

Si seguono i bolli e la traccia che scende, sempre, lungo il fianco meridionale della cresta E. In pratica non si cavalca mai la cresta. Superando elementari saltelli si prosegue senza particolari difficoltà fin nei pressi del Passo della Malgina, che si lascia in alto sulla sinistra. La traccia scende poi in direzione S per dossi detritici fin nelle vicinanze del Lago Alto di Malgina (q. 2520 m), non riportato sulla carta della Kompass, probabilmente perché sempre innevato fino a tarda stagione. Seguendo la traccia ci si abbassa poi allo stupendo Lago della Malgina (q. 2340 m) e da qui si divalla su sentiero sempre ben segnalato, fino ad incrociare la pista sterrata, pianeggiante, che ci porta al Rifugio Curò e poi, come per la salita, si ritorna a Valbondione.


Note:

NOTA 1
Il Rifugio Curò è aperto tutti i giorni da inizio giugno a fine settembre, solo nei fine settimana a maggio e da fine settembre ad inizio novembre. Tel: 0346 44 076
Il Rifugio Consoli (nell’estate 2020 chiuso per ristrutturazione) è aperto tutti i giorni i mesi di luglio e agosto e solo nei fine settimana in giugno, settembre e ottobre. Tel: 328 96 65 944
NOTA 2
L’ufficio turistico di Valbondione, molto comodo per l’acquisto del Pass parcheggio, non è sempre aperto. Il numero di telefono è: 0346 44665. Il sito internet: www.turismovalbondione.it
NOTA 3
Ulteriori informazioni o immagini di questa o di altre ascensioni da me effettuate e presenti su vienormali.it, possono essermi richieste all’indirizzo email: vardinellipiero@gmail.com


© VieNormali.it

Via Normale Pizzo del Diavolo della Malgina (traversata) - L’itinerario, dal Lago di Valmorta (q. 2148 m)
Via Normale Pizzo del Diavolo della Malgina (traversata) - Panorama di vetta, verso SE
Via Normale Pizzo del Diavolo della Malgina (traversata) - Il Pizzo del Diavolo della Malgina, dal Lago Alto di Malgina (q. 2520 m)
L’itinerario, dal Lago di Valmorta (q. 2148 m) Panorama di vetta, verso SE Il Pizzo del Diavolo della Malgina, dal Lago Alto di Malgina (q. 2520 m)

Zoom immagini: passare col mouse sopra le immagini per vedere un ingrandimento (attendere il completo caricamento della pagina).

Revisione: relazione rivista e corretta il 14/11/2020 dalla redazione di VieNormali.it

  



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