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Pizzo Redorta - Cresta Nord - 3038 m


Relazione della salita - Cima n° 3425


Via Normale Pizzo Redorta - Cresta Nord

Il Pizzo Redorta da NW, dal Pizzo Brunone
Regione: Lombardia (SondrioItaliane

Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie

Provincia: Sondrio

Punto di partenza: Agneda (q. 1228 m)

Versante di salita: N

Dislivello di salita: 1810 m - Totale: 3620 m

Tempo di salita: 6,30 h - Totale: 11,00 h

Periodo consigliato: da luglio a settembre

Punti di appoggio: Rifugio Mambretti (q. 2004 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Traccia e roccette, passaggi su roccia
Difficoltà:   EE - A - II - F+ (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: no
Cartografia: KOMPASS N. 104 – Alpi Orobie Bergamasche 1:50000
Autore: Piero V.  Profilo di Piero V. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 06/08/2020
Data pubblicazione: 09/08/2020
N° di visualizzazioni: 4600
N° voti: 2 - Voto medio: Voto 5 stelle

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Introduzione:

Montagna massiccia, di bell’aspetto, in particolare se vista da E o da W. È la terza per altezza della catena orobica, più bassa di un solo metro rispetto alla Punta di Scais e di soli 12 metri rispetto al Pizzo Coca. Il panorama circolare di vetta all’orizzonte lontano non ha quindi ostacoli ed è stupendo, su gran parte dell’arco alpino. Mentre quello all’orizzonte vicino, dal Pizzo del Diavolo di Tenda ai due colossi da 3000 m, è unico e grandioso.
Ecco qualche precisazione per chi intende raggiungere il Pizzo Redorta dal versante valtellinese e per la cresta N.
- La vetta non è mai visibile durante l’intera risalita della Val di Caronno, in quanto rimane nascosta dapprima dietro il Pizzo Brunone e poi, nel vallone morenico, dietro i suoi avancorpi rocciosi del versante settentrionale. Solamente dalla parte superiore del ghiacciaio è individuabile, ma il percorso da seguire è sempre logico ed evidente anche quando non è più segnalato.
- Negli ultimi anni il Ghiacciaio di Scais, dove si svolge l’ascesa, si è notevolmente ridotto e il circo sommitale si è completamente staccato dall’esigua e appiattita lingua valliva. La causa dello smembramento in due settori è la presenza di una fascia rocciosa, la cosiddetta “Schiena di Mulo“, che fino ad alcuni decenni fa era la zona più caratteristica del ghiacciaio, rigonfia e con profondi crepacci, ma che attualmente è stata completamente abbandonata dal ghiacciaio. Il percorso più facile per superarla è l’aggiramento all’estrema sinistra (linea gialla nell’immagine principale), utilizzando un ripido ma elementare canale detritico posizionato sotto le rocce strapiombanti della Punta di Scais. In questo canale è meglio indossare il casco e procedere celermente, rimanendo il più vicino possibile alle rocce verticali, onde evitare possibili cadute di pietre dalla parete soprastante.
- A causa del notevole assotigliamento dello spessore del ghiaccio, permangono seri dubbi sulle sue caratteristiche dinamiche e l’evidente assenza di crepacci non rende più necessario l’utilizzo della corda, che potrebbe comunque essere utile per i meno esperti lungo la cresta N. Mentre piccozza e ramponi sono ovviamente indispensabili, in particolare i secondi.
- Il ben evidente canaletto sommitale dove si svolge la via normale sci alpinistica, il cui imbocco si trova 50 metri a destra della Bocchetta di Scais e che permette di bypassare il tratto più impegnativo della cresta N, in estate è quasi totalmente privo di neve ed è sconsigliato per la ripidezza e franosità.
- La cresta N che ha inizio alla Bocchetta di Scais, può essere suddivisa in due settori, il primo è quello più impegnativo, seppure relativamente (passaggi di II°), mentre il secondo, quello superiore, in condizioni normali è facile.
- Se sufficientemente allenati l’ascesa può essere affrontata comodamente in giornata.


Accesso:

Provenendo da Morbegno, al termine della tangenziale di Sondrio si prende la strada per Piateda e seguendo i cartelli si sale a Piateda Alta, Pam, Previsdomini, Vedello ed infine Agneda. Da quest’ultima località si prosegue lungo la stradina, ora sterrata, che s’inoltra nella piana del Torrente Caronno, per circa 600 m, fino al parcheggio di un’area picnic. Da qui in avanti vige il divieto di transito per i veicoli non autorizzati. Si potrebbe salire con l’auto lungo la stradina sterrata almeno fin sotto la diga del Lago di Scais, risparmiando circa 180/200 metri di dislivello, ma bisogna munirsi di permesso acquistabile presso il Bar Luna o il Bar Centro di Piateda (€ 5,00). Se si sale con l’auto, da tener presente che questa stradina è ripida, con tornanti molto stretti e con il fondo sconnesso.


Descrizione della salita:

Dal parcheggio ci s’incammina lungo la stradina sterrata. Il percorso inizialmente è quasi pianeggiante, poi sotto la diga diventa più ripido e al termine di alcuni tornanti si arriva ad un bivio con un sentiero che si stacca sulla sinistra, ben prima di arrivare alla diga. Qui si abbandona la stradina e si prende il sentiero segnalato per il Rifugio Mambretti. Si attraversa il torrente Caronno sopra un ponte e poi si inizia a salire con numerose svolte nel bosco. Dopo la casa del guardiano della diga si prosegue in piano, a sinistra del Lago di Scais (q. 1500 m). Raggiunte le Case di Scais (q. 1547 m), si seguono le indicazioni di un cartello che indica le Baite Caronno a 0.20 e si prosegue fino all’ampia radura di queste baite (q. 1610 m).
Il sentiero, sempre ben marcato e segnalato, traversa la piana pascoliva, supera in rapida successione due torrenti sopra due ponticelli in legno e poi prosegue a lungo e con numerose svolte su di un dosso con radi larici. Alla sommità di questo dosso e all’aperto si arriva al Rifugio Mambretti (q. 2004 m, h 2,30 da Agneda). Seguendo ora le indicazioni per Passo della Scaletta, si segue il sentiero segnalato e altalenante che traversa a mezzacosta in direzione ESE, verso il centro del vallone. Più avanti i segnavia si abbassano leggermente e attraversano il torrente. Qui li si abbandonano e si prosegue a sinistra del torrente, su terreno alluvionale, da qui in avanti non ci saranno più segnavia ma il percorso è sempre ben intuitivo.
Si volge poi gradualmente a destra, entrando nel vallone di Scais, compreso tra la Costa Corti della Punta di Scais a sinistra e la parete NE del Pizzo Brunone a destra. Si risale il pendio erboso di un’antica morena, sempre a sinistra del torrente e si prosegue nell’ampio vallone su terreno viepiù morenico, fino a compiere un breve traverso a mezzacosta e ad entrare al centro del vallone. Si continua su terreno morenico mai troppo ripido e pianori, fino ad incontrare l’appiattita e stretta lingua del ghiacciaio, ricoperta da neve fino a tarda stagione.
Si prosegue lungo la lingua valliva del ghiacciaio con percorso facile e ben evidente. In presenza di una sufficiente copertura nevosa in questo tratto non sono necessari i ramponi, dato che la pendenza è sempre lieve. Giunti sotto le rocce dell’ex schiena di mulo, che dividono in due settori il ghiacciaio, si sale all’estrema sinistra, come citato nell’introduzione, e per un facile ma ripido canale detritico, sotto le rocce strapiombanti della Punta di Scais, si accede al circo superiore del ghiacciaio. Qui è meglio calzare i ramponi e poi si procede verso l’evidente Bocchetta di Scais, tralasciando a destra l´evidente canale invernale. Al termine del ghiacciaio si risale un ripido e franoso canaletto di pochi metri e si arriva al valico (q. 2900 m).
Si inizia quindi il percorso lungo la cresta N. Una corda che penzola fino alla bocchetta, aiuta a superare il primo ripido risalto. La cresta diventa poi stretta, il filo roccioso non è troppo semplice da superare direttamente, meglio traversare a sinistra dello stesso e risalire una rampa di una decina di metri (II°), stretta, abbastanza esposta, ma sempre con buoni appigli. Questo è l’unico tratto in cui si accede sul versante E della cresta ed è anche il più impegnativo di tutta l’ascesa. Al termine della rampa si arriva su di un terrazzino, dove c’è un cordino e un anello per un’eventuale calata in doppia o per assicurarsi in salita.
Si prosegue alcuni metri sotto il filo della cresta, sul versante valtellinese, seguendo una traccia e i preziosi ometti di pietre, su terreno prevalentemente detritico. Si sale poi in cresta per oltrepassare uno stretto intaglio di 6/7 metri di altezza (I°+), che si supera facilmente, sia in discesa sia in salita, leggermente a destra del filo (versante valtellinese). Si prosegue poi senza particolari difficoltà, sempre a destra della cresta, fino a raggiungere la vetta sormontata da una piccola ma bella croce (h 6,00 / 6.30 da Agneda).


Discesa:

Come per la salita.


Note:

Il Rifugio Mambretti è generalmente chiuso, le chiavi possono essere richieste:
- al CAI sezione di Sondrio tel. 0342 21 43 00
- ai guardiani della diga di Scais tel. 0342 45 25 25


© VieNormali.it

Via Normale Pizzo Redorta - Cresta Nord - In giallo il canale detritico che permette di superare facilmente la fascia rocciosa
Via Normale Pizzo Redorta - Cresta Nord - Panorama di vetta, verso N
Via Normale Pizzo Redorta - Cresta Nord - In discesa, sul tratto più impegnativo della cresta, poco sopra la B.tta di Scais
In giallo il canale detritico che permette di superare facilmente la fascia rocciosa Panorama di vetta, verso N In discesa, sul tratto più impegnativo della cresta, poco sopra la B.tta di Scais

Zoom immagini: passare col mouse sopra le immagini per vedere un ingrandimento (attendere il completo caricamento della pagina).

Revisione: relazione rivista e corretta il 12/08/2020 dalla redazione di VieNormali.it

  



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