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In rosso l’itinerario di salita dalla cresta W, in giallo quello di discesa dalla cresta S |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Arale (q. 1485 m) Versante di salita: W Dislivello di salita: 1025 m - Totale: 2050 m Tempo di salita: 3,00 h - Totale: 5,00 h Periodo consigliato: da fine giugno ad ottobre |
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Bella piramide di rocce ed erba sulla dorsale che separa la Val Madre ad E dalla Val Lunga, laterale della Val Tartano, ad W. Dopo il Monte Seleron, più alto di soli nove metri, è la cima più elevata di quest’ultima valle ed il panorama è quindi molto esteso, in particolare sul settore occidentale delle Orobie e sull’antistante Gruppo del Masino. È una bella escursione quella che ci porta in vetta alla Cima Vallocci: nella prima parte, lungo la Val Dordonella, le baite, i muretti a secco, le casere e gli alpeggi, testimoniamo di una vita rurale ormai passata e i sentieri, non segnalati, che collegano gli alpeggi, in diversi tratti sono diventati poco evidenti e invasi dalle vegetazione, ma basta un poco di attenzione e un minimo di intuito per rintracciarli. Nella parte superiore viene proposto un interessante percorso ad anello, si sale dalla cresta W, di difficoltà F e si scende dalla cresta S che è più semplice. Tuttavia anche la cresta W è abbastanza facile, pur essendo ripida e affilata in particolare nella seconda parte, presenta un unico risalto un po’ impegnativo, a circa metà percorso. In questo tratto la cresta si trasforma in una gobba erbosa assai ripida, alta una ventina di metri, dove bisogna prestare attenzione a non scivolare, dato che gli appigli per le mani sono dei semplici ciuffi d’erba. Per il resto sono sempre presenti buoni appigli rocciosi.
Provenendo da Colico, all’uscita della seconda galleria della tangenziale di Morbegno c’è una rotonda, dove si prende l’uscita per Tartano e Val Tartano. La strada, abbastanza stretta, risale la valle con numerosi tornanti, raggiunge Campo e poi il paese di Tartano. Da qui si prosegue sulla carrozzabile della Val Lunga, inizialmente asfaltata poi sterrata, nell’ultimo tratto la stradina si sdoppia e compie un circuito ad anello, verso sinistra sale ripida e cementata all’Alpe Arale, verso destra segue il corso del torrente. È preferibile seguire quest’ultima diramazione e prima dell’ampia curva finale, dove le due strade si ricollegano, si parcheggia in alcune piazzole in prossimità di un ponte.
Dal parcheggio si segue per un breve tratto la stradina che compie un ampio tornante ritornando ad Arale e proprio sulla curva si imbocca, verso destra, un sentiero segnalato, il cartello riporta: Laghi di Porcile h 1,30 e Passo Tartano h 2,00. Il sentiero si addentra nel bosco per un breve tratto quasi pianeggiante e poi esce all’aperto e prosegue ora più ripido sui pendii prativi, per un buon tratto. Dopo aver raggiunto due baite che vengono lasciate a destra, il sentiero prosegue in salita e si approssima ad una recinzione con muretti a secco, che rimane qualche metro più in alto sulla sinistra.
Al termine di questa recinzione in sassi, in corrispondenza di un’ampia curva a sinistra del sentiero, si scorge per la prima volta, ad una distanza di circa 80 m, il ponte in cemento che attraversa il torrente che scende dalla Val Dordonella (poco a destra del ponte c’è la cascata del torrente Tartano). Esattamente qui si abbandona il sentiero segnalato e si segue, a sinistra, una traccia che sale ed entra nella recinzione in sassi proprio da un’apertura sull’angolo e poi traversa sul prato e raggiunge due baite in alto sulla sinistra, anch’esse distanti circa 80 m dal sentiero segnalato.
Da qui abbiamo due possibili itinerari per superare i prossimi 100 metri di dislivello, su tracce di sentiero poco evidenti. Il primo è di imboccare di fianco alla baita di destra una traccia non segnalata e poco evidente se c’è erba alta, che sale in obliquo verso destra, in direzione di una macchia di larici ben individuabile dato che rimane sotto la verticale della rocciosa parete W della Cima di Val Lunga. Nel prosieguo la traccia aggira una costa e poi va ad attraversare il primo dei due torrenti della Val Dordonella, poco sopra si arriva ad un bivio su tracce confuse, dove vi giunge, da sinistra, il secondo itinerario.
Vediamo ora il percorso alternativo per raggiungere questo bivio. Dalla baita di sinistra si sale in linea retta in un corridoio prativo libero da alberi, tale corridoio è delimitato a sinistra da un lungo muretto in sassi e a destra da un avvallamento ad arco, poco profondo, sorretto nel centro da muretti in sassi. Si sale in questo corridoio su tracce di sentiero discontinue, fra il muretto e l’avvallamento, per una sessantina di metri e poi si obliqua verso destra, poco sopra si arriva alle due baite della Corna (q. 1785 m). A destra di queste due baite si prende un sentiero ben tracciato che in direzione SE entra nell’ampio solco della Val Dordonella, attraversa il primo torrente e dopo pochi metri giunge al bivio sopra citato, poco evidente, dove ci si ricollega con il primo itinerario.
Ad ogni modo, si prosegue ora sul sentiero che diventa abbastanza marcato, ma non segnalato, che poco più avanti attraversa il secondo torrente della valle, poi sale con numerose svolte fra fitti cespugli, a destra (salendo) del secondo torrente. La traccia ancora ben marcata compie poi un lungo traverso a destra, quindi sale verso SE, in direzione della parete rocciosa della Cima di Val Lunga. Nel prosieguo i cespugli si fanno più radi e la traccia più discontinua, comunque poco sopra si raggiunge senza problemi la Casera Dordona (q. 1989 m).
Qui, quando il sentiero sotto la casera diventa discontinuo, è importante voltarsi e memorizzare dei punti di riferimento per non avere problemi al ritorno. Da questa prospettiva (vedi prima immagine di dettaglio), se si osserva a sinistra la Cima Vallocci, sotto la verticale di vetta si potrà notare la Casera alta di Dordona e l’attiguo largo stallone. Per raggiungerli si può tranquillamente salire a vista per aperto pascolo, dato che il sentiero è poco visibile e discontinuo, comunque in alto diventa più evidente grazie anche ai muretti in sassi che lo sostengono e dopo aver attraversato il più meridionale dei due torrenti della valle si arriva prima allo stallone e poco sopra alla casera.
Da qui si risale il pascolo in direzione dell’evidente Passo del Comunello che è il primo obiettivo da raggiungere ed è la massima depressione tra la Quota 2313 a sinistra e la Cima Vallocci a destra. Si passa in prossimità di una prima baita e, dopo aver attraversato un corso d’acqua, di una seconda. Si affronta poi una colata di ganda e poi si risale il ripido pendio erboso che conduce al passo precitato (q. 2290 m), dove inizia la cresta W. Nella prima parte si sale senza particolari difficoltà, dato che la dorsale è abbastanza larga, fino al ripido risalto erboso citato nell’introduzione, che richiede attenzione.
Al disopra la cresta diventa in alcuni tratti abbastanza affilata e ripida, ma presenta sempre appigli sicuri. In un susseguirsi di rocce ed erba si raggiungono poi gli ultimi 50 metri, dove la cresta ritorna larga ed elementare, fino a raggiungere la piccola croce di vetta.
Dalla cresta S, difficoltà: EE/F- (vedi anche relazione: Cima Vallocci).
Dalla vetta si scende lungo questa cresta, dapprima larga e agevole, poi più ripida ma facile se ci si attiene al filo. Nel prosieguo la dorsale diventa sempre più larga ed elementare. Se si vuole raggiungere il Passo di Dordonella (q. 2320 m) alla base della cresta, bisogna affrontare un tratto affilato e roccioso che si può comunque evitare scendendo in precedenza a destra, per facili pendii erbosi. Con percorso ben evidente su pascolo e in direzione W, ci si ricollega poi con l’itinerario di salita ben al disopra della Casera Alta di Dordona e seguendo ritroso l’itinerario di salita si ritorna ad Arale.
L’itinerario dalla Casera Dordona | All’inizio della cresta W | Uno sguardo all’indietro dalla parte superiore della cresta W |
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