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In rosso l´itin. di salita, in giallo quello del concatenamento con la Cima della Malgina |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Circa 1 km dopo Bondone (q. 1250 m) Versante di salita: N-W Dislivello di salita: 1530 m - Totale: 3060 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 7,30 h Periodo consigliato: estate – inizio autunno |
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Il Corno del Bondone è un ardito dente roccioso, sia che lo si osservi da N che da S. È posizionato sulla catena principale spartiacque delle Orobie, poco ad E del Passo omonimo. Questa bella piramide presenta comunque anche un lato debole, il versante W e se ci si attiene all’itinerario proposto qui di seguito, non ci sono particolari difficoltà da superare per raggiungere la vetta. L’itinerario si svolge in una zona di particolare bellezza ambientale, la Val Bondone è infatti tra le più splendide, selvagge e incontaminate valli orobiche.
Bellissimo il panorama di vetta, molto simile a quello della Cima della Malgina, sulle vette di questo settore delle Orobile, sulla catena Monte Gleno – Pizzo Recastello e sulle Retiche.
Consigliabile il concatenamento con la vicina cima della Malgina.
Piccozza e ramponi necessari ovviamente solo in presenza di neve.
Provenendo da Sondrio, si oltrepassa Chiuro e più avanti in località San Giacomo, seguendo le indicazioni per Carona, si abbandona la S.S. 38 e si svolta a destra. Si oltrepassa l’Adda sopra un ponte e poi si sale con numerosi tornanti in direzione ESE. Giunti poco prima dell’abitato di Carona, si prende a destra e sempre su strada asfaltata si arriva a Bondone. Oltrepassata la bella chiesa di questo borgo, la strada presenta il fondo in parte cementato e in parte sterrato, si tralascia quasi subito una deviazione a sinistra e si prosegue in direzione S per circa 1 km, fino al cartello di divieto di transito per gli autoveicoli, posto in prossimità di un tornante. Si parcheggia ai lati della strada.
Dal parcheggio si segue la stradina, ora sterrata, che sale inizialmente sul versante destro orografico della valle, per poi attraversare sul versante opposto per un breve tratto. Si tralasciano le indicazioni dei cartelli per alcune baite e quindi si ritorna sul versante iniziale. Si sale per un buon tratto fino a raggiungere le 3 baite allineate di Monte Basso (q. 1551 m), dove termina la stradina sterrata. Cinquanta metri prima di queste tre baite, si prende una traccia sulla destra, non ben definita ma che poche decine di metri più avanti si trasforma di nuovo in una pista sterrata, ben evidente anche dai pressi delle tre baite, che inizialmente sale in obliquo verso destra. Si segue sempre questa pista che presenta alcuni tornanti e termina in prossimità di un corso d’acqua, trasformandosi in un sentiero.
Si sale ora lungo questo sentiero, i segnavia sono rari e un po’ sbiaditi ma la traccia è sempre ben evidente. Si prosegue a lungo fino ad arrivare nella vasta conca dov’è ubicata la Baita Cantarena (q. 2071 m), che appare all’improvviso, dietro ad alcuni enormi massi. Da qui si può studiare a grandi linee l’itinerario d’ascesa alla vetta, che è comunque in parte segnalato e da più in alto è anche ben evidente. Dalla Baita Cantarena si prosegue sulla destra e si va ad attraversare il torrente sopra un ponticello in legno e poi si sale ad un primo dosso, dove sono posti diversi cartelli. Si seguono le indicazioni per Lago Selú, tralasciando altri segnavia sulla destra.
Si sale quindi lungo i dossi della valle in direzione dello sperone roccioso NE del Baitlin, per un buon tratto, seguendo sempre i segnavia, poi si volge gradualmente verso destra e si arriva nella conca che ospita il precitato lago (q. 2258 m, sulle carte è identificato come Lago Cantarena). Bisogna ora aggirare a sinistra (est) lo sperone roccioso NE del Baitlin, seguendo sempre i segnali. Se non sono visibili per la presenza di neve, l’aggiramento lo si effettua a vista, senza problemi, il percorso è facile e sempre ben individuabile. Si risalgono poi i ripidi pendii della valle in direzione S, fino ad un vasto pianoro, dove i segnali aggirano, con un lungo traverso a sinistra, i risalti rocciosi soprastanti.
Verso il termine di questo vasto pianoro, si abbandonano i segnali che poi svoltano a destra e, con percorso ben evidente, si prosegue nella traversata pianeggiante a sinistra, fino ad entrare nel vallone che scende dal Passo del Bondone (q. 2720 m). Si attraversa verso E il solco del vallone e si va a risalire un evidente pendio morenico. Si volge quindi verso destra e si inizia a risalire il detritico o innevato versante N della nostra montagna, aggirando facilmente a vista alcuni risalti rocciosi. Dato che il pendio soprastante da risalire è assai ripido, bisogna valutare la necessità di calzare i ramponi (ovviamente se c’è neve) e si sale verso la piramide rocciosa del Corno, poi si svolta a destra e si va a raggiungere la base del versante W.
Si risale quest’ultimo pendio inizialmente su neve ad inizio stagione, poi su facili rocce rotte e brevi saltelli, con percorso ben individuabile al centro del versante, senza avventurarsi troppo sull’esposta cresta di destra e si arriva sulla stretta vetta senza particolari difficoltà.
Come per la salita, oppure concatenando la Cima della Malgina, vedi: Note.
Il consigliabile concatenamento tra il Corno del Bondone e la vicina Cima della Malgina è facile (EE-F, h della traversata da cima a cima 1.00). Materiale necessario: piccozza e ramponi se c’è neve e il casco.
Preventivamente, durante l’ascesa al Corno è utile individuare il percorso migliore che permette di traversare sotto le rocce che fasciano il versante NW della montagna, per poi entrare nel canale che conduce al Passo del Bondone (q. 2720 m).
Quindi, dalla vetta del Corno si ridiscende il versante W e poi N, adeguatamente equipaggiati con i ramponi se c’è neve. Si affronta poi il traverso ad W sotto le rocce e si risale il ripido canale che conduce al valico sopra citato. Da ultimo e senza difficoltà, si risale la cresta NE della Cima della Malgina che negli ultimo 30 metri diventa un po’ affilata ma assolutamente facile fino in vetta.
Da qui si scende poi seguendo a ritroso l’itinerario segnalato di salita a questa cima (vedi relazione e immagini di: Cima della Malgina).
Il punto in cui si abbandonano i segnali e si sale verso il Corno | All’inizio del facile versante W | Panorama di vetta, verso W |
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