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Pizzo d´Uccello (Via Oppio-Colnaghi) - 1781 m


Relazione della salita - Cima n° 3280


Foto via normale Pizzo d´Uccello (Via Oppio-Colnaghi) non disponibile Regione: Toscana (Massa CarraraItaliane

Alpi e Gruppo: Appennini - Appennino Settentrionale - Gruppo Alpi Apuane

Provincia: Massa Carrara

Punto di partenza: Rifugio Donegani (q. 1150 m)

Versante di salita: N

Dislivello di salita: 1040 m - Totale: 2080 m

Tempo di salita: 12,00 h - Totale: 14,00 h

Periodo consigliato: inizio estate - inizio autunno

Punti di appoggio:
Tipo di via: Via di roccia
Tipo di percorso: Via di roccia
Difficoltà:   EEA - AR - V+ - TD (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: si
Cartografia: MULTIGRAPHIC- Alpi Apuane 1:25000
Autore: Irene G.  Profilo di Irene G. - Altre salite dell'autore
Data della salita: 23/06/2019
Data pubblicazione: 01/07/2019
N° di visualizzazioni: 3046
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Introduzione:

Il Pizzo d´Uccello è una modesta elevazione posta nell´Appennino Settentrionale nel Gruppo Montuoso delle Alpi Apuane. A sud si presenta come un largo panettone roccioso, dall´accesso abbordabile ad ogni escursionista esperto (qualche passaggio su roccette). Ma volgendo lo sguardo verso il suo versante nord, appare imponente e selvaggia una bellissima parete di 700 metri di altezza, lungo la quale sono stati scritti importanti capitoli della storia dell´alpinismo.

La Parete Nord del Pizzo d´Uccello è sicuramente una delle più famose pareti di tutto il gruppo montuoso e la sua fama è estesa in tutta Italia.
La Via Oppio-Colnaghi, aperta nel 1940 ad opera dei lombardi Nino Oppio è Serafino Colnaghi, è sicuramente l´itinerario più semplice che percorre la parete, sfruttando una serie di camini e fessure. Nonostante ciò, non bisogna assolutamente lasciarsi ingannare dalla difficoltà massima di V+: si tratta di una via di stampo prettamente alpinistico, ricca di insidie, assolutamente non facile da trovare (soprattutto i tiri iniziali) e chiodata il minimo necessario (anche integrare non sempre risulta semplice). Le protezioni in via son solo a chiodi (si trova un solo spit se si fa la variante per raggiungere la cima del secondo pilastro), chiodi a volte poco visibili e comunque sempre molto distanti (a parte nel l tiro chiave)
Insomma, una signora via di 850 metri di sviluppo: da non perdere!


Accesso:

Milano, per E35 fino a Parma, poi imboccare la E33. Uscire ad Aulla, dove si seguono le indicazioni per Fivizzano prima e Minucciano poi. Oltrepassata quest´ultima località,all´uscita di una galleria imboccare la prima strada che si stacca sulla destra. Percorrere l´intera valle fino al termine della strada consentita al traffico in corrispondenza del Rifugio Donegani.


Descrizione della salita:

Dal Rifugio Donegani (q. 1150 m), superare la sbarra e proseguire lungo la strada marmifera. Poco dopo un primo tornante, imboccare il sentiero numero 187 che si stacca sulla destra.
Risalire la ripida e bella faggeta fino a raggiungere il Ripiano di Capradosso (q. 1410 m), da cui si gode una vista mozzafiato dell´imponente e suggestiva Parete Nord del Pizzo d´Uccello.
A questo punto, occorre percorrere in discesa la facile e monotona Ferrata di Foce Siggioli.
Al termine della Ferrata, prendere il sentiero che si stacca sulla sinistra (faccia a valle), per abbandonarlo quasi subito per imboccare una labile traccia che, traversato un canale di sassi, punta alla base della mitica Parete Nord del Pizzo d´Uccello.
Per terreno molto franoso e instabile, si raggiunge la base della parete, che si costeggia (faccia a monte verso sinistra), fin quasi la sua fine: l´attacco della Via Oppio Colnaghi (q. 1100 m) è segnalato da un chiodo con cordoni.

L1: salire in direzione dell´evidente chiodo posto 4/5 metri sopra la sosta iniziale, quindi doppiare lo spigolo a destra (non entrare nel diedro sopra al chiodo). Per facili rocce rotte traversare verso sinistra per pochi metri fino ad incontrare un canalino che si risale fino al soprastante ripiano ove si trova la sosta con cordino blu e maglia rapida - IV,IV+ 40m

L2: dalla sosta traversare leggermente verso sinistra fino a due chiodi di sosta. Qui seguire la rampa che sale verso destra sino alla sosta - III 35m

L3: salire il diedrino a sinistra della sosta, quindi seguire la rampa erbosa (no chiodi) fino ad un diedro appoggiato, vinto il quale si continua a traversare verso sinistra. Sosta o su alberello alla base della parete soprastante parete oppure, più avanti, su un chiodo - III, II 55m

L4: continuare a traversare verso sinistra e, per facili roccette, portarsi sotto la verticale di un breve diedro fessurato. Risalire il diedrino e aggirare sulla sinistra il masso soprastante, per poi rientrare nuovamente a destra. Proseguire in direzione di una bella placca un po´ ostica fino alla sosta su un terrazzino alla destra di un canale - III+,IV 50m (lungo questa lunghezza l´attrito delle corde è molto forte: allungare bene le protezioni!)

L5: entrare nel canale detritico a sinistra della sosta. Quando questo si stringe e diventa più verticale, con un passo in leggera discesa, uscire a destra e proseguire lungo la rampa fino alla fine delle corde (noi non abbiam trovato la sosta, quindi abbiamo fatto sosta su spuntoni) - III+, IV 60m

L6: proseguire dritti lungo lo spallone roccioso (alcuni passi un po´ delicati), in direzione del soprastante diedro-camino, dove si sosta sul chiodo posto alla base (non avendo trovato la sosta precedente, lungo questa lunghezza non abbiam trovato alcun chiodo, se non un paio di spit smartellati...) - IV+, IV 40m

L7: salire leggermente a destra della sosta fino ad un chiodo (parete di sinistra), dove si entra nel camino per poi uscire a sinistra su rocce via via più semplice. Sosta su ampio terrazzo (scritta rossa: "LOTTA CONTINUA") - IV 60m

L8: dalla sosta proseguire lungo il camino di destra (il primo chiodo è un po´ in alto, ma poi la lunghezza diventa un po´ più attrezzata) fino a quando questo non si fa verticale; a questo punto svoltare leggermente a destra e vincere un tratto verticale/leggermente strapiombante ma ben appigliato. Al termine del diedro uscire a sinistra e seguire i chiodi che portano ad un piccolo terrazzino. L´attrito delle corde è molto forte, quindi conviene recuperare qua il secondo. - IV+ 50m

L9: dal terrazzino abbassarsi di pochi metri fino ad entrare in un piccolo diedro dalle rocce un poco disturbate dalla ghiaia. Risalirlo brevemente fino a trovare la sosta con cordoni sulla destra (attrito permettendo, è possibile accorpare questo brevissimo tiro al precedente) - III- 5m

L10: vincere un piccolo ma ostico strapiombo aiutandosi con la lama staccata sulla sinistra (utile un friend viola della BD) per poi entrare nel bel diedro. Dopo pochi metri su terreno facile (qui c´è un chiodo che però sconsiglio di rinviare perchè provoca un attrito enorme alle corde), il camino si fa sempre più verticale ed ampio. Non appena la roccia diventa strapiombante uscire a destra (2 chiodi ravvicinati). A questo punto proseguire per facili rocce rotte fino alla comoda sosta - IV+, V+ 40m

L11: salire traversando verso destra, quindi proseguire in piano/leggera discesa fino ad aggirare lo spigolo del primo pilastro. A questo punto iniziare a salire per rocce mai difficili fino alla comoda sosta - III 45m

L12: dalla sosta proseguire per facili e divertenti roccette (il primo chiodo è ben visibile già dalla sosta), oltrepassare la scritta rossa "POTERE ALLE MASSE" e proseguire sempre verticali e su terreno via via più erbosi alla sosta posta alla base del successivo diedro - III+ 50m

L13: tiro chiave della via (nonchè ottimamente chiodato nella parte centrale). Dalla sosta aggirare il muro compatto soprastante sulla destra, quindi per facili ma instabili roccette un po´ disturbate dalla vegetazione traversare verso sinistra fino a portarsi alla base del bellissimo diedro fessurato. Con bellissima arrampicata risalire il diedro stando sulla sinistra poi, su terreno un o´ più semplice ma sempre verticale, si arriva alla sosta su due chiodi molto ravvicinati posti all´uscita del diedro (tiro ben chiodato nella parte centrale, ma nell´ultima parte è presente un solo chiodo molto distante da tutti gli altri) - V+ 40m

L14: dalla sosta, traversare verso sinistra su terreno facile ma un po´ esposto. Sosta su terrazzino prima di entrare nel successivo camino - III, II 30m

L15: aggirare lo spigolino di fianco la sosta, quindi entrare subito nel camino. Risalirlo fino a quando si stringe: qui vincere un piccolo strapiombino sulla sinistra (chiodo) e raggiungere la sosta - III/III+ 50m

L16: proseguire nel diedro alternando tratti più facili a tratti più sostenuti (tiro con pochissimi chiodi!) fino a raggiungere la sosta su due chiodi e cordini (gli ultimi metri prima della sosta sono su roccia facile ma alquante friabile...: fare attenzione!) - IV+ 40m

L17: la via originale prosegue nel camino apparentemente molto friabile (e apparentemente non semplice) di sinistra. Avendo visto chiodi proseguire verso destra abbiamo optato per questa variante per raggiungere la vetta del secondo pilastro. Dalla sosta proseguire nel camino fino a raggiungere una sosta intermedia. Proseguire obliquando leggermente verso destra fino a raggiungere un chiodo. Oltrepassato un breve ma delicatissimo tratto su roccia friabile, si arriva alla sosta su piccolo terrazzino esposto in piena parete - IV+ 35m

L18: dalla sosta salire dritti per qualche metro poi traversare su rocce ben appigliate verso destra dove si incontra uno spit. Vincere la difficile placca soprastante, quindi per rocce rotte e via via più semplici si arriva sulla sommità del secondo pilastro. Proseguire brevemente per facile cresta fino a raggiungere la sosta alla base della successiva parete di roccia (qua termina la variante) - V, V+ 35m

L19: percorrere il facile diedrino sulla destra della sosta, quindi rimontare lo spigolo (chiodo) e portarsi sotto ad un piccolo strapiombino con bellissimi appigli. Vincerlo e raggiungere un ampio terrazzino con sosta. Qui è possibile fermarsi oppure, come nel nostro caso, proseguire fino alla fine della via. In questo caso il secondo di cordata dovrà percorrere in conserva i primi 15 metri. Dalla sosta intermedia, dunque, entrare nel bel camino articolato di destra, che si percorre interamente fino a raggiungere due chiodi (possibile altra sosta). Vincere lo strapiombino quindi per rocce facili uscire sulla cresta W del Pizzo d´Uccello dove si sosta - IV 75m

Dall´uscita della via percorrere gli ultimi facili metri di cresta cosparsa da roccette fino a guadagnare la croce di vetta del Pizzo d´Uccello (q. 1781 m).


Discesa:

Dalla vetta scendere lungo la via normale (qualche passaggio su roccia di II/II+) seguendo i numerosi bolli. Raggiunto il colle della Foce di Giovo (q. 1497 m), seguire il sentiero che scende verso sinistra. Percorrere un bel bosco fino alle vecchie cave di marmo, quindi raggiunta la strada marmifera, la si percorre a ritroso fino al Rifugio Donegani (q. 1150 m).


Note:

Portare numerosi cordini per attrezzare e/o rinforzare le soste, friends fino al 2 BD (giallo), e martello con qualche chiodo per eventuali emergenze.
Via da percorrere solo con certezza di bel tempo e buon allenamento: la ritirata risulterebbe alquanto problematica!


© VieNormali.it

Foto non disponibile Foto non disponibile Foto non disponibile
Il camino di L7 Il camino fessurato del tiro chiave (L13) Lungo la variante per raggiungere la cima del secondo pilastro (L17)


Revisione: relazione rivista e corretta il 01/07/2019 dalla redazione di VieNormali.it

  



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