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Immagine ripresa da N |
Regione: Lombardia (Sondrio) ![]() Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: Tartano, frazione Rondelli (q. 1270 m) Versante di salita: NW Dislivello di salita: 825 m - Totale: 1650 m Tempo di salita: 2,15 h - Totale: 4,15 h Periodo consigliato: da maggio a novembre |
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Come dice il nome, è un dosso, completamente boschivo tranne che sul cocuzzolo sommitale. Si trova in Val Tartano, all’inizio della catena che separa la Val Lunga dalla Val Corta e Val di Lemma. Viene raggiunto quasi esclusivamente dalla dorsale NW che non presenta alcuna difficoltà. Offre un bel panorama sulle montagne della Val Tartano e sul Gruppo del Masino.
Provenendo da Morbegno, lasciamo sulla destra la località di Talamona e, prima di attraversare il ponte sull’Adda, abbandoniamo la statale 38 e svoltiamo a destra, seguendo le indicazioni per la Val Tartano. La strada, abbastanza stretta, risale la valle con numerosi tornanti e raggiunge il paese di Tartano. Proseguiamo ora nella Val Lunga e circa un chilometro e mezzo dopo il paese precitato, all’inizio di un tratto rettilineo, giungiamo in località Rondelli. A destra della strada c’è uno slargo adibito a parcheggio, dove lasciamo l’auto. Dieci metri più avanti, sempre a destra della strada, c’è un cartello con il segnavia 117 che indica l’inizio del sentiero.
Seguendo le indicazioni del cartello che riporta: Casera Gavet h 1.20, Casera della Scala h 2.50 e Passo di Tartano h 3.30, scendiamo brevemente per attraversare sopra un ponte il torrente della valle, che qui scorre in una forra. Attraversato il ponte, il sentiero diventa una bella mulattiera che compie un traverso a destra e poi sale nel fitto bosco con numerose svolte. Dopo circa mezz’ora ritorniamo all’aperto e poco più in alto, sulla sinistra, raggiungiamo una prima baita isolata. Se ora osserviamo all’orizzonte, sopra i prati, a una distanza di circa 200 metri, potremo notare le baite della Casera Gavet (q. 1726 m).
Proseguiamo quindi lungo il sentiero segnalato che si snoda lungo il pascolo e raggiungiamo questa casera. Tralasciando ora le indicazioni delle carte di traversare a destra (W) verso la Baita Tacher, proseguiamo invece lungo il sentiero segnalato principale che sale verso sinistra (S). In questo modo, circa 150 metri dopo la Casera Gavet, giungiamo a un rudere (vedi 2a immagine di dettaglio), qui abbandoniamo il sentiero e andiamo a raggiungere una baita isolata, ben visibile, situata un centinaio di metri sopra il rudere. La raggiungiamo lungo il pascolo e poi proseguiamo l’ascesa verso destra, seguendo una traccia poco visibile che ben presto si perde nella vegetazione.
Dobbiamo allora proseguire in obliquo verso destra, avendo come punti di riferimento i mucchi di sassi che si trovano in mezzo al pascolo. Giungiamo così all’inizio del bosco che risaliamo, sempre in obliquo, su labili tracce degli animali, fino a raggiungere una piccola radura sulla dorsale NW del Dosso Tacher, a circa (q. 1900 m). Da qui risaliamo la larga e boschiva dorsale della montagna, sempre su labili tracce, con un percorso un po’ disagevole per la presenza di arbusti e cespugli. Bisogna anche prestare un poco di attenzione all’orientamento, data l’uniformità del ripido pendio boschivo, tuttavia si arriva senza alcuna difficoltà sul cocuzzolo sommitale. Ad accoglierci c’è un ometto di pietre e poco più avanti, la vetta.
Come per la salita.
In salita | Il rudere dove si abbandona il sentiero segnalato | Panorama di vetta sul Gruppo del Masino, a destra il M. Disgrazia |
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