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![]() L’itinerario, ripreso da SW |
Regione: Lombardia (Como) ![]() Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Camoghè Provincia: Como Punto di partenza: S. Bartolomeo Val Cavargna, località Oggia (q. 1118 m) Versante di salita: SW Dislivello di salita: 588 m - Totale: 1176 m Tempo di salita: 1,30 h - Totale: 3,00 h Periodo consigliato: da aprile a novembre |
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Modesta ma ben individuata elevazione erbosa sul costone SW del Monte Tabòr (q. 2079 m). Facilmente accessibile da tutti i versanti, tranne quello scosceso rivolto ad E.
Da Menaggio sul Lago di Como si segue la strada per Porlezza e Lugano. Poco prima di giungere a Piano Porlezza (frazione di Carlazzo) si prende la deviazione per la Val Cavargna e si sale fino a San Bartolomeo. Al margine E di questo paese, presso la chiesetta di S. Rocco (q. 889 m), si prende una stradina che in direzione N scende al torrente e poi sale ripida alla località Oggia (q. 1118 m). Poche decine di metri prima di raggiungere le case di questa località, si parcheggia negli spiazzi ai lati della strada.
Dal parcheggio ci si incammina lungo la strada e pochi metri prima che questa termini, si prende un largo sentiero che sale a destra. Serpeggiando tra le case addossate le une alle altre si arriva al limite superiore dell’abitato, dove iniziano i prati. Si imbocca ora il sentiero, segnalato da rare bandierine, che inizia a sinistra di una recinzione e a destra di una presa dell’acqua che ha la forma di una prua di nave. Il sentiero sale nel bosco in direzione NNE, passa in prossimità di diversi ruderi e, ad un bivio, si prende a sinistra. Poco sopra si esce dal bosco, giungendo in prossimità delle baite di Rus (q. 1316 m). Dopo averle superate, sempre su sentiero segnalato, si sale in direzione NE fino al bivio di (q. 1400 m). Da qui abbiamo due possibilità (vedi anche immagine principale). La prima è di seguire ancora il sentiero segnalato verso sinistra, per un centinaio di metri e poi salire lungo un pendio erboso che conduce sulla larga cresta, circa 200 metri a SSW del Pizzo di Sebòl. La seconda possibilità è di proseguire a destra, in direzione SE, su tracce non segnalate e poi rimontare il largo pendio erboso della costa. In entrambi i casi si arriva su di una larga sommità, a circa (q. 1650 m) dove c’è un alto ometto di pietre, nominato “ometto del Poci”. Si segue poi l’ampia costa erbosa e in breve si arriva in cima alla nostra montagna senza alcuna difficoltà.
Come per la salita.
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In salita | In cima |
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