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![]() La Torre Fanes |
Regione: Veneto (Belluno) ![]() Alpi e Gruppo: Dolomiti - Alpi Dolomitiche - Gruppo Fanis Provincia: Belluno Punto di partenza: Passo Falzarego (q. 2105 m) Versante di salita: SW Dislivello di salita: 820 m - Totale: 1640 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 8,15 h Periodo consigliato: luglio - ottobre |
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La Torre Fanes s’innalza all’estremità di quel piccolo ramo secondario che si stacca con direzione NE – in corrispondenza della Punta Sud di Fanes – dalla lunga catena che si snoda dal Lagazuoi fino al Vallon Bianco, dominando l’alta Val Travenanzes dalla sponda occidentale e contribuendo a racchiudere il selvaggio Cadin di Fanes.
Da Passo Falzarego si sale con direzione NE a Forcella Travenanzes per poi proseguire verso N fino alla forcelletta in corrispondenza della bassa diramazione del Lagazuoi di Mezzo. Da qui si segue ancora per un breve tratto il tracciato diretto a Forcella Grande, abbandonandolo ove appare più opportuno per mirare allo sbocco inferiore del canalone che da qui pare separare la Torre Fanes dalla diramazione delle Cime Cadin di Fanes.
Essendo il canalone ostruito da grandi blocchi, si prosegue per una rampa/cengia sul lato W giungendo in breve sotto degli strapiombi. Subito oltre questi, e prima di un alto pilastro staccato dal corpo retrostante della montagna, si inizia la risalita di una lunga rampa gradinata che, aggirando da dietro il pilastro, conduce a una netta scanalatura che sale rettilinea verso destra. Seguendola per intero si guadagna una cresta sommitale secondaria e, tramite il successivo traverso, la dorsale superiore delle Cime Cadin di Fanes. Scendere ora verso E, da ultimo con un non elementare traverso obliquo, alla forcelletta che isola la Torre Fanis. Da questa – o direttamente o con più facile arrampicata sul lato N (pass. III) – si sale in breve a una cengia che va seguita verso il lato meridionale della Torre. Non appena le rocce a monte perdono verticalità si riprende a salire obliquando a sinistra fino ad entrare in un ripido canale un po’ svasato. Lo si rimonta per un’ottantina di metri di sviluppo (pass.max II+/III-) fino alla cengia superiore e, mantenendo la medesima direttrice e con difficoltà analoghe, con ulteriori 60 metri si giunge alle ghiaie sommitali.
Ridiscesi al punto in cui si era entrati nel ripido canale, è conveniente calarsi con un ulteriore doppia direttamente alla cengia inferiore già in corrispondenza della forcelletta divisoria. Raggiunta la quale – peraltro – si può scegliere se ripercorrere a ritroso la via di salita, ovvero ridiscendere il ripido canale meridionale con l’accortezza di non seguirne il ramo principale ma, percorse qualche decine di metri, abbandonarlo per salire i pochi metri che consentono di raggiungere un ulteriore forcelletta sulla destra da cui si origina nell’altro versante quel canalone il cui sbocco inferiore coincide con l’attacco della salita. Necessaria quantomeno una doppia in corrispondenza dei grandi blocchi prossimi all’uscita.
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Il versante settentrionale | Via di salita | Tofana di Mezzo e di Rozes dalla cima |
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