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L’itinerario del versante NE del Corno Stella |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Sondrio Punto di partenza: San Salvatore (q. 1312 m) Versante di salita: NE Dislivello di salita: 1400 m - Totale: 2800 m Tempo di salita: 4,45 h - Totale: 9,00 h Periodo consigliato: estate |
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È una delle montagne più prestigiose delle Orobie, molto rinomata per il suo panorama. Di norma viene raggiunta dal versante meridionale bergamasco ed è abbastanza frequentata. Mentre dal versante settentrionale valtellinese, lo è molto di meno. Ciò è dovuto principalmente al lungo avvicinamento che avviene dalla Valle del Livrio. Una valle sorprendentemente rettilinea. Nella prima parte, fino alla località Forno dove si attraversa il torrente, si presenta impervia e serrata tra alte montagne. Nel tratto intermedio invece, il solco si allarga, diventa quasi pianeggiante e si alternano zone boschive a belle radure e distese di pascoli. Poco oltre la Casera La Piana, dove in pratica termina la stradina sterrata, diventa viepiù ripida e in prevalenza boschiva, fino al bivio con il sentiero della GVO situato in prossimità del Lago di Publino.
Da San Salvatore a questo bivio, lo sviluppo da percorrere a piedi è di quasi 8 km, poi bisogna affrontare la salita al corno. Per i meno allenati è quindi preferibile raggiungere il Rifugio Caprari e dividere in due giorni la salita. Con l’itinerario proposto, invece, l’ascesa viene affrontata in giornata, con un passo neanche troppo spedito, la vetta può essere raggiunta tranquillamente in h 4.30
Lungo la valle non ci sono cartelli o segnali, ma il percorso sulla comoda stradina sterrata non pone problemi. Mentre dalla Casera La Piana, il sentiero è segnalato da bandierine, tranne un tratto intermedio su belle placconate rocciose, situato poco prima dell’impennata finale del corno, dove viene proposta una variante.
Le uniche difficoltà dell’ascesa, seppure relative, si riscontrano lungo l’impennata finale. Su questo pendio di rocce ed erba, assai ripido, è stato intagliato un sentierino, segnalato da bandierine, ma che è comunque riservato ad escursionisti esperti, dato che presenta tratti esposti.
Dalla tangenziale di Sondrio si prende l’uscita per Albosaggia. Dopo aver oltrepassato il ponte sul Fiume Adda si svolta a sinistra e al successivo bivio a destra, seguendo sempre le indicazioni per San Salvatore. Raggiunto il centro del paese di Albosaggia, in prossimità di un torrente, si prende a destra, con una breve discesa e si imbocca la via Torre. Si prosegue ora lungo la stradina, stretta, ma sempre asfaltata, che conduce a S. Antonio, Cantone e Nembro. Da quest’ultima località il manto stradale diventa cementato e con una ripida ascesa si arriva ad un incrocio. Proseguendo a destra in breve si raggiunge la bella chiesa di San Salvatore. Si parcheggia negli spiazzi, limitati, lungo la strada.
Dal parcheggio si prende la stradina, vietata al transito dei veicoli non autorizzati, che si stacca in discesa, a destra della chiesa. Alternando tratti in discesa ad altri pianeggianti, si oltrepassano le località La Teggia (q.1265 m), La Crocetta (q. 1249 m) e Forno (q. 1300 m). Presso quest’ultima località (non riportata sulla carta della Kompass) si attraversa il ponte sul torrente e si risale la valle sulla sinistra orografica. Dopo poche centinaia di metri dalla località Forno, si arriva ad un bivio. Tralasciando a destra la pista cementata che conduce a La Costa (q. 1425 m), si prosegue lungo la piana valliva. Più avanti e in lontananza, si avvistano le stalle sparse della Casera La Piana (q. 1464 m). Dopo averle oltrepassate si prosegue ancora lungo la pista che poi lascia il posto ad un sentiero segnalato.
Il percorso diventa ora un poco più disagevole, su terreno alluvionale, poi il sentiero incomincia a salire e si addentra nel bosco. Nel prosieguo la traccia diventa più marcata, ma è invasa da felci, cespugli e erba alta. In questo tratto, se il giorno precedente ha piovuto, è meglio avere al seguito le ghette e impermeabilizzare gli scarponi. Comunque ci si bagna abbondantemente anche sopra le ginocchia. Ad ogni modo il sentiero è sempre ben evidente e si sale a lungo, fino ad arrivare ai piedi di una bella cascata, ormai al termine dei boschi e dei fitti cespugli. Il sentiero continua ora sul lato opposto e bisogna necessariamente attraversare il torrente sotto la cascata, con il solo rischio di bagnarsi i piedi. Si prosegue poi ancora per un buon tratto, fino a raggiungere il bivio con il sentiero della GVO.
Tralasciando a sinistra il sentiero per il Rifugio Caprari e il Lago di Publino, si prosegue a destra. In breve, dopo aver aggirato un dosso, si arriva ad un laghetto (vedi prima immagine di dettaglio). Da qui è ben individuabile, in direzione W, la sommità arrotondata del Corno Stella. Dopo il laghetto si seguono i segnali per un centinaio di metri o poco meno, fino ad un pianoro che rimane sulla sinistra. In mezzo a questo pianoro c’è un paletto segnalatore. Si abbandona quindi il sentiero della GVO che traversa in piano e si sale in direzione del paletto. Nel prosieguo i segnali si mantengono a destra di una grande spianata di ganda e conducono ad un successivo pianoro. Da qui si continua verso sinistra, e poi si risale un pendio che rimane a sinistra di un avvallamento erboso.
Giunti alla sommità di questo primo pendio, ormai sopra l’avvallamento erboso, si tralasciano i segnali e si raggiungono, verso destra, delle belle placconate rocciose, poco ripide. Con un bel percorso tra i canaletti erbosi che dividono queste rocce, si sale fino a giungere in prossimità della cresta N del corno (vedi immagine principale). Mantenendosi poi a sinistra del filo roccioso, si arriva ai piedi dell’impennata finale, dove riappaiono i segnali bianco-rossi sui massi. Seguendo ora il sentierino segnalato, si supera questo pendio molto ripido e si raggiunge la croce in ferro battuto sulla vetta.
Come per la salita.
L’itinerario, dal laghetto | Panorama di vetta, verso E | In discesa, la lunga Valle del Livrio |
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