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![]() Il versante N del M. Marnotto, ripreso dal M. Cortafon |
Regione: Lombardia (Como) ![]() Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Camoghè Provincia: Como Punto di partenza: Ponte delle Seghe (q. 654 m) Versante di salita: N Dislivello di salita: 1434 m - Totale: 2868 m Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 6,30 h Periodo consigliato: tarda primavera - autunno |
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Da N il Monte Marnotto propone un bell’itinerario, facile, senza alcun passaggio impegnativo, ma è riservato ad escursionisti esperti dato che è completamente sprovvisto di segnaletica. Le uniche difficoltà nell’individuare il sentiero sono comunque circoscritte ad una zona di pascolo sopra la località di Zeda. In ogni caso la CNS, molto dettagliata e precisa, è sempre di notevole aiuto. Sulla carta non è però riportata una stradina sterrata, di recente costruzione, che sale dal versante opposto della Valle Lame da Moredina e che poi raggiunge Zeda e scende ai Monti Videa.
Dalla vetta del M. Marnotto si può anche raggiungere, per la facile (EE) cresta di collegamento, il M. Tabòr (q. 2079 m), compiendo un’interessante e consigliabile traversata. Il tempo di percorrenza tra le due cime è di circa 40 minuti e il dislivello in salita circa 180 m. Percorrendo poi a ritroso l’itinerario della relazione: Monte Tabor – Versante N, si ritorna al Ponte delle Seghe.
Da Dongo si sale a Garzeno. Raggiunto questo paese, quando la strada compie il primo tornante, si imbocca a sinistra la carrozzabile per il Ponte delle Seghe. La strada, molto stretta in alcuni punti, al suo termine conduce a questa località. Si parcheggia negli spiazzi che precedono il ponte.
Dopo aver attraversato il Ponte delle Seghe c’è subito un bivio. I cartelli indicano, a destra, le varie località che si possono raggiungere, tra l’altro questa è la direzione che bisogna prendere per andare al M. Tabòr. Noi invece prendiamo a sinistra, non c’è alcun cartello indicatore. Dopo un breve tratto pianeggiante, quasi in discesa, il sentiero si alza ripido nel fitto bosco, in direzione SSW. Compie diverse svolte e in circa 20 minuti conduce nella bella radura di Carcinedo (q. 824 m). Dalle baite inferiori bisogna risalire 50 metri sul prato e raggiungere quelle superiori. A sinistra di queste case una traccia sale in obliquo, da destra a sinistra, poi prosegue sul pendio erboso viepiù ripido. In alcuni punti le tracce si confondono un poco nella vegetazione, ma si potrebbe anche salire a vista, senza problemi, poco sopra ci sono le case dei Monti Videa, a circa (q. 980 m).
Una stradina sterrata raggiunge questa località in discesa dai monti soprastanti, fermandosi un poco più in alto, sulla destra delle case. Ci si incammina quindi su questa sterrata e dopo alcuni tornanti si arriva alle case sparse di Zeda (q. 1041 m). Seguendo ancora la strada ci si porta al nucleo superiore di case, dove c’è una grande stalla. La traccia molto marcata che sale verso il crinale di sinistra viene tralasciata. Bisogna risalire il pascolo sopra la stalla, poco a sinistra di alcuni alberi, su tracce confuse, puntando in alto sulla destra. Poco più avanti si incontra un sentiero, ora ben marcato, che volge gradualmente verso destra, fino ad un pianoro in aperto pascolo, dove le tracce si confondono di nuovo. Attraversato il pianoro verso destra si potrà notare, sul dosso soprastante, il sentiero che sale zigzagando. La traccia diventa presto ben marcata e sale lungo i dossi, fino all’Alpe Preguardata (q. 1411 m).
Sopra questo alpe si sale in obliquo, verso sinistra, a breve distanza da un piccolo torrente. Poco sopra il sentiero si fa di nuovo marcato e conduce sulla larga dorsale di (q. 1506 m). Seguendo sempre il sentiero si arriva poi all’Alpe di Marnotto (q. 1614 m). Qui si abbandona la traccia che conduce all’Alpe Marnottino e si va a raggiungere, senza percorso obbligato, la dorsale sulla destra (q. 1704 m), che è in pratica la cresta N del Monte Marnotto. Si prosegue lungo il filo, facile e quasi pianeggiante, fino a poter traversare in piano verso destra, in modo da aggirare un ripido risalto. Poco sopra una rampa permette di raggiungere nuovamente la cresta erbosa. Poi si prosegue fino a ricongiungerci con gli ultimi metri della cresta SE e quindi si arriva in vetta, senza difficoltà. In caso di neve utili piccozza e ramponi.
Come per la salita. Oppure traversando al Monte Tabòr, come citato nell’introduzione.
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Immagine ripresa dall’Alpe di Marnotto | Immagine ripresa sopra l’Alpe di Marnotto | Panorama di vetta |
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