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![]() Il versante nord del Monte Torena |
Regione: Lombardia (Agrigento) ![]() Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Agrigento Punto di partenza: Ponte Frera (q. 1373 m) Versante di salita: N Dislivello di salita: 1538 m - Totale: 3076 m Tempo di salita: 4,30 h - Totale: 9,00 h Periodo consigliato: estate |
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Da N, dai laghetti o dalla malga omonima, il Monte Torena si presenta possente e invitante, con una lunga cresta sommitale che collega l’anticima NW alla vetta. Un quadro degno di vera montagna. La parete è in prevalenza rocciosa ed è incisa, nel settore occidentale, da un canale obliquo di erba e detriti. Questo avvallamento in alto ha origine dalla conca posizionata duecento metri sotto l’anticima NW (q. 2893 m), dove si trova adagiato il piccolo Ghiacciaio del Monte Torena. Cento metri sotto la vetta c’è una seconda placca di ghiaccio, di dimensioni ancora più ridotte. In passato erano sicuramente uniti in un unico apparato, tuttavia se confrontati con le immagini di fine anni ottanta, dimostrano di avere risentito poco del trend negativo dovuto ai cambiamenti climatici di questi anni. Evidentemente le alte pareti che li circondano e le valanghe li proteggono e li alimentano ancora a sufficienza.
Da questo versante la via normale si svolge lungo il canale precitato ed è segnalata fino al pendio detritico che precede la seconda placca di ghiaccio. Il tratto più impegnativo dell’ascesa è la parete alta un’ottantina di metri che precede la cresta, dove bisogna superare difficoltà di II+ e III. La cresta finale, sebbene un poco affilata, è facile.
Essendo la montagna più elevata delle Orobie orientali, il panorama è aperto su un grande spettacolo di cime, dalla catena dei Mischabel e dell’Oberland bernese ad W, all’Adamello-Presanella ad E.
Provenendo dal versante tellino, prima di raggiungere l’abitato dell’Aprica, si imbocca sulla destra la Via Liscedo, chiare indicazioni anche per Rifugio Cristina e Diga Frera. La strada, in parte asfaltata e in parte sterrata, risale la Valle Belviso, passa dal Rifugio Cristina e circa 600 m più avanti raggiunge la località Ponte Frera. Sulla destra ci sono delle costruzioni, si parcheggia nello spiazzo di fronte alla prima costruzione.
Venti metri prima della costruzione, seguendo le indicazioni di un cartello con il segnavia n. 317 che riporta Malga Torena a h 2,20 e Monte Torena a h 5,30 (ci si impiega un’ora in meno), si imbocca una stradina sterrata che si addentra subito nel bosco, in direzione SW. Seguendo fedelmente la sterrata o le scorciatoie non sempre segnalate, si passa dalla malga Fraitina (q. 1698 m) e più su si arriva alla Casa di Caccia (q. 1916 m), dove termina la stradina. Si prosegue ora su sentiero segnalato, verso sinistra e al limite superiore dei boschi si raggiunge il terrazzo roccioso dove appare il primo dei due Laghi di Torena, il Lago Nero (q. 2036 m). Poco più avanti c’è Malga Torena (q. 2054 m) e poi con alcuni brevi saliscendi si arriva al Lago Verde (q. 2073 m). I segnali proseguono lungo la riva W di questo lago e più su conducono all’imbocco del canale obliquo citato nell’introduzione. Qui, fino a tarda stagione permangono resti di valanghe. Inizialmente si sale a destra del piccolo torrente che scorre in questo avvallamento, poi a sinistra ed infine di nuovo a destra, seguendo sempre i segnali e senza difficoltà, fino a raggiungere il ciglio della conca dove si trova il Ghiacciaio di Torena. Bisogna ora risalire il ghiacciaio puntando alle rocce in alto a sinistra, dove riappaiono di nuovo i segnali. In presenza di ghiaccio vivo o neve dura, sono indispensabili piccozza e ramponi, la parte superiore è assai ripida. Al termine del ghiacciaio si sale per un centinaio di metri un facile pendio di detriti, un poco instabili e si arriva alla placca di ghiaccio sotto la vetta, dove terminano i segnali. Senza salire sul ghiacciaio si arrampica sulla ripida parete soprastante, sfruttando un canaletto/diedro posizionato un poco sulla destra (vedi prima immagine di dettaglio). Si sale prestando attenzione alle rocce instabili, inizialmente con passaggi di II/II+. Poi bisogna superare un risalto verticale, dove il canale si fa molto stretto, ma con sufficienti appigli e si sbuca sopra un piccolo terrazzino. La paretina che segue è il punto più impegnativo, ci sono 4 o 5 metri di III con appigli non sempre solidi. Al disopra ancora una decina di metri, più facili e si arriva sulla cresta NW. Volgendo ora a sinistra e seguendo tale cresta, si arriva in vetta senza particolari difficoltà.
Come per la salita.
Dettagli della salita nella fotoscalata.
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Il canaletto/diedro | Sulla cresta NW | I 2 laghi di Torena e quello di Belviso, dalla vetta |
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