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Il castello sommitale del Corno visto dalla Cresta Sud. |
Regione: Lombardia (Sondrio)
Alpi e Gruppo: Alpi Orientali - Alpi Retiche - Gruppo Pietra Rossa Provincia: Sondrio Punto di partenza: Località Pravadina (q. 1558 m) Versante di salita: SW Dislivello di salita: 1320 m - Totale: 2650 m Tempo di salita: 3,00 h - Totale: 5,00 h Periodo consigliato: da metà giugno a metà novembre |
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La massiccia mole del Corno di Boero si nota sin dall´abitato di Sernio, poco sopra Tirano sulla S.S. 36 dello Stelvio. É una montagna abbastanza tondeggiante, almeno sul suo lato Sud-Est (quello più in vista), ricoperta da fitti boschi e da prati scoscesi. Il modesto castello roccioso sommitale, che sul versante Nord precipita con alte pareti, le dona un aspetto ancor più maestoso. La cima è collocata sulla sinistra orografica dell´Alta Valtellina, sopra gli abitati di Le Prese, Frontale e Fumero, all´ingresso della bella e rinomata Val di Rezzalo. Lasciata la S.S. 36 dello Stelvio all´uscita di Le Prese, si prosegue in direzione di Fumero. Subito dopo l´abitato di Frontale, in corrispondenza di un tornante con una fontana (“La Flescia” m. 1285 – cartello con indicazioni) si imbocca una stretta stradina sterrata che diparte in direzione Nord (sinistra). La si segue lungamente (facendo attenzione alle auto nell´opposto senso di marcia) fino ad arrivare alla località Pravadina (m. 1558 – cartelli con indicazioni) dove troviamo un grosso cartello di divieto di transito ed un piccolo spiazzo dove poter parcheggiare l´auto. Si consiglia, a chi non è in possesso di un mezzo 4x4, di posteggiare sull´ultimo largo tornante prima di Pravadina (m. 1530 ca. - sopra una baita circondata da bei prati, prima di rientrare nel bosco).
Da Pravadina si prosegue sulla stradina che sale ripida in direzione dell´Alpe Boero. Il percorso, anche se un po´ monotono, è abbastanza suggestivo poiché alcuni tornanti permettono alla strada, qua e là pavimentata con grossi ciottoli, di districarsi nel mezzo di alcune imponenti e verticali pareti rocciose. Uscendo dal bosco si giunge ai bei prati dove sorgono le baite di Asola (m. 1710). Si continua a salire, ora con percorso molto più gradevole in un freddo e ombroso bosco di abete e larice rivolto a Nord, fino a giungere nella assolata radura dove sorgono le stupende baite di Boero di Sotto (m. 1900 ca. - ore 0¾ dalla macchina). Si prosegue in salita sulla bella strada ciottolata in un ambiente meraviglioso e con un panorama stupendo sulle cime del circondario e sulla catena delle Orobie che inizia a mettersi in mostra. Si prosegue nei prati per un paio di tornanti, tralasciando le deviazioni per Fumero (sul primo tornante) e per le baite di Boero di Sopra (sul secondo) e, con altri due tornanti, si giunge ad uno spiazzo presso alcune baite più alte dove termina la strada (m. 1980 ca. - ore 1 dal parcheggio).
Dallo spiazzo, si tralascia il sentiero che con direzione Est in leggera discesa costeggia le case e conduce alla Costa delle Guerce, a Pollore e in Val di Rezzalo, e si prende un´esilissima traccia (che un tempo era una agevole mulattiera militare) quasi interamente invasa dall´erba che risale i ripidi prati sopra la casa più alta. Dopo un paio di svolte la traccia si fa un po´ più marcata, supera una breve ganda ed un tratto con radi alberi e, con altre numerose svolte, conduce su di un dosso dov´è posta una rudimentale croce di legno (da tenere ben presente come punto di riferimento se si perde il sentiero). Si continua a salire con innumerevoli svolte, tralasciando una netta deviazione verso destra che ci indurrebbe ad attraversare il vallone di fianco a noi, tenendoci sempre sul ripido pendio erboso soprastante, che solo adesso ci da la giusta idea delle sue enormi dimensioni. Ora il punto di riferimento da prendere in considerazione è la cresta rocciosa qualche centinaio di metri proprio sopra la nostra testa; il sentiero corre proprio sotto di essa con una lunga diagonale da sinistra verso destra (anche questa informazione è da tenere ben presente). Giunti su un bel poggio, si aggira una modesta formazione rocciosa e si continua a salire sempre con numerosi tornanti. Superando un altro breve tratto con dei roccioni ed una piccola frana raggiungiamo una spalla erbosa presso la quale la mulattiera conserva ancora, purtroppo solo per pochi metri, il suo fondo lastricato originale. Si continua a salire per prati e tratti franati fin quasi a raggiungere la cresta erbosa cosparsa di pietre sopra di noi. Poco sotto di essa, il sentiero inizia la sua lunga diagonale verso destra (Est) che, oltrepassando i resti di un vecchio manufatto militare, ci conduce sul pendio roccioso-detritico sotto la Cresta Sud del Corno. Qui la mulattiera è franata in più punti ma, bene o male, si riesce sempre a distinguere o a capire dove si debba passare. Così, districandosi tra sassi e ripidi passaggi franosi, accompagnati da bellissimi ciuffetti di “Nontiscordardime” e Cerastio unifloro e morbidi cuscinetti di Silene acaule, si raggiunge la Cresta Sud. Seguendo il sentiero, ora evidente, ci si abbassa nella piccola conca sassosa dietro la cresta e, portatisi sul dossetto erboso che si affaccia sulla Val di Rezzalo, lo si risale fino al piccolo catino poco sotto la cima. Qui, tra numerosi resti di opere e postazioni militari, senza via obbligata, si guadagnano in pochi minuti i panoramici massi sommitali del Corno di Boero (m. 2878 – ore 3 dalla macchina) dai quali si gode di un magnifico panorama a 360° su quasi tutte le cime principali delle Alpi Centrali. Suggestivo punto di osservazione anche sull´immensa frana della Val Pola del luglio 1987.
Come per la salita.
Una montagna facile ma estremamente solitaria, sulla quale chi non è adeguatamente esperto rischia di non trovare mai la strada giusta. Personalmente, ho trascorso un´ora e mezza a godermi la solitudine ed il panorama su questa bella vetta, per di più ripagato dai meravigliosi volteggi di un´Aquila reale. Ritemprante! L´alpeggio di Boero è senza dubbio uno dei più belli dell´Alta Valtellina. Non fare affidamento al sentiero tracciato sulla carta Kompass 1:50.000 foglio n°96 “Bormio – Livigno”, è totalmente inesistente!
Il magnifico alpeggio di Boero. | Il tratto iniziale della mulattiera quasi invisibile, invasa dall´erba. | Dalla cima vista su cime vicine e lontane e sull´enorme frana della Val Pola |
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